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Everything Everywhere All at Once
Tappa fondamentale della stagione dei premi con l’assegnazione del DGA Award, il riconoscimento della Directors Guild of America, la corporazione americana dei registi cinematografici e televisivi.
A trionfare sono i Daniels, cioè Daniel Kwan and Daniel Scheinert, con Everything Everywhere All at Once. I due hanno superato la concorrenza di Todd Field (Tár), Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick), Martin McDonagh (Gli spiriti dell’isola) e soprattutto Steven Spielberg, che con The Fabelmans era il competitor più agguerrito. Nel corso delle settantasei edizioni del riconoscimento, Spielberg è il regista più candidato (13 nomination) e titolato (3 premi).
I Daniels è la seconda coppia di registi a vincere il premio dopo Robert Wise e Jerome Robbins (West Side Story nel 1961) e Joel e Ethan Coen (Non è un paese per vecchi nel 2007).
Il DGA Award costituisce uno dei più solidi indicatori per l’Oscar come miglior regista, essendo le due platee elettorali più o meno conformi. In settantasei anni sono solo otto le occasioni in cui il vincitore del DGA non ha ottenuto l’Oscar, ben due nel decennio scorso: Ang Lee Oscar con Vita di Pi anziché Ben Affleck, vincitore del DGA con Argo e nemmeno candidato dall’Academy; e Bong Joon-ho per Parasite, premiato con l’Oscar al posto di Sam Mendes, onorato dalla DGA per 1917.
Nella categoria dei documentari vince Sara Dosa per Fire of Love, mentre il miglior debutto cinematografico è quello di Charlotte Wells per Aftersun.
Sul fronte televisivo si impongono Sam Levinson (serie drammatica con Euphoria), Bill Hadr (serie comedy con Barry), Helen Shaver (tv movie o miniserie con Station Eleven).