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Nella Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia (lo spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo) proseguono gli incontri legati alla Mostra del Cinema. Nell’ambito di un evento dedicato al valore economico del cinema sul lago di Como, abbiamo parlato con Fabio Dadati, lecchese, presidente di Lariofiere e albergatore.
Che cosa significa per lei il cinema?
Si tratta di un’esperienza personale. Incide molto sulla nostra vita fin da quando siamo giovani, lavora sulle emozioni. Genera miti, idee e sogni. Insieme alla letteratura rappresenta un modello. Questo tipo di percezione mi ha portato a valorizzarlo anche nella mia attività professionale, anche se si discosta dal mio essere albergatore e nel mio impegno con Lariofiere.
Qual è l’impatto sul territorio lecchese e non solo?
Negli ultimi anni molto importante. Ci sono state grosse produzioni in passato, ma adesso è qualcosa di connaturato alla nostra identità, specialmente attraverso il Lecco Film Fest e il Nuovo Aquilone Cinema & Teatro. C’è stato un imponente coinvolgimento anche dei giovani, sia da un punto di vista teorico che pratico. Il processo dura tutto l’anno e sensibilizza la città. Per me, come operatore turistico, è stato naturale sostenere tutto questo. Era necessario trovare uno spazio protetto in cui gli ospiti potessero riposare, intessere relazioni. Sono orgoglioso che possa essere l’Hotel Promessi Sposi.
Quali le sfide per il futuro?
Essere in grado di dialogare con le produzioni, essere sempre attrattivi, muovendosi in anticipo. Deve essere una coesistenza, per rinforzare le dinamiche già presenti. Bisogna trasmettere tutto questo ai nuovi lecchesi e comaschi in arrivo. L’unico strumento per creare un’armonia è proprio l’arte, che unisce realtà e culture all’apparenza diverse tra loro. Non bisogna fossilizzarsi sui numeri, ma concentrarsi sulla qualità.
E il valore economico?
Diventa una conseguenza. Le statistiche ci dicono che investire nelle Film Commission poi genera il quadruplo dei guadagni. Serve equilibrio, con un obiettivo chiaro. Il ritorno ha una forza incommensurabile. Il cinema porta alla riflessione, a ogni livello.
Qual è il film della sua vita?
Forse Furyo del 1983 con David Bowie. La sua forza nel rappresentare l’essere umano e i suoi sentimenti in un conflitto è unica.