Come funziona il processo di selezione per l’Oscar al miglior film internazionale? Ogni anno l’Academy invita tutti i paesi del mondo a presentare un film, dopodiché due comitati interni designano i candidati e poi tutti i membri aventi diritto votano il vincitore. Ogni paese agisce come meglio ritiene, di norma affidando la scelta a un comitato ristretto istituito dalle principali associazioni di categoria. Per la 97a edizione, le iscrizioni scadono il 2 ottobre.

Il comitato italiano ha puntato su Vermiglio di Maura Delpero, ma quali sono gli sfidanti per la corsa alla candidatura all’Oscar per il miglior film internazionale?

(N.B. Mancano all’appello le scelte di Australia, Bangladesh, Bhutan, Bosnia ed Erzegovina, Camerun, Filippine, Guatemala, Giordania, Libano, Malesia, Nigeria, Macedonia del Nord, Paraguay, Regno Unito, Singapore, Svizzera, Thailandia, Vietnam. L’articolo sarà aggiornato).

Albania

Waterdrop di Robert Budina
Aida, 45 anni, dirigente comunale di una piccola città dell'Albania meridionale, sulle rive del lago di Ochrid, deve combattere contro la macchina infernale di un sistema corrotto, di cui lei stessa fa parte, quando suo figlio adolescente Mark viene coinvolto in uno scandalo di stupro che potrebbe mandarlo in prigione. È IL terzo lungometraggio del regista e produttore indipendente albanese Robert Budina, che avrà la sua anteprima internazionale al 40° Festival del Cinema di Varsavia.

Algeria

Algiers di Chakib Taleb-Bendiab
Ambientato nella caotica Algeri, racconta la storia di un rapimento che scuote la città e mette alla prova una psichiatra e un ispettore di polizia. Solo il loro intuito potrà svelare i misteri che si celano dietro questo crimine. Nella storia degli Oscar, l’Algeria ha vinto una statuetta alla prima presentazione nel 1970 con Z – L’orgia del potere di Costa-Gravas. In seguito ha ottenuto altre quattro candidature, tra cui quella per Ballando Ballando di Ettore Scola (1984).

Argentina

El Jockey di Luis Ortega
Remo Manfredini è un fantino leggendario, ma il suo comportamento autodistruttivo sta cominciando a metterne in ombra il talento e a mettere a repentaglio la relazione con Abril, la fidanzata. Il giorno della gara più importante della sua carriera, che lo libererà dai debiti col suo boss mafioso Sirena, ha un grave incidente, scompare dall’ospedale e vaga per le strade di Buenos Aires. Libero dalla propria identità, inizia a scoprire il suo vero io. Ma Sirena è determinato a stanarlo. Vivo o morto. Presentato in Concorso a Venezia 81, è il secondo tentativo di Ortega per entrare in cinquina dopo L’angelo del crimine (2019) e potrebbe diventare la terza vittoria per l’Argentina dopo La storia ufficiale (1985) e Il segreto dei suoi occhi (2009): due film a tema desaparecidos, come il candidato annuale del Brasile.

El Jockey
El Jockey

El Jockey

(Rei Pictures / El Despacho / Infinity Hill / Warner Music Entertainment)

Armenia

Yasha and Leonid Brezhnev di Edgar Baghdasaryan
Una tragicommedia assurda con Mais Sarkisyan nel ruolo di un pensionato armeno riluttante ad accettare lo scioglimento dell'Unione Sovietica, immagina conversazioni con l'ex leader sovietico Leonid Brezhnev e altri leader comunisti come Fidel Castro.

Austria

The Devil’s Bath di Veronika Franz e Severin Fiala
Austria, 1750. Rigogliose foreste circondano i villaggi rurali, dove la vita sembra semplice. Una donna viene condannata a morte per aver ucciso un bambino e il suo corpo viene esposto come monito. Agnes si prepara alla vita matrimoniale con il suo amato Wolf, ma la vita quotidiana è fatta di durissime incombenze, dogmi religiosi e tabù. Presto la sua unica via d'uscita sembra essere un atto di violenza scioccante. Un profondo e inquietante ritratto psicologico con Anja Plaschg (che ha anche composto la colonna sonora). Il film dà voce alle contadine che in quel tempo erano invisibili e inascoltate e descrive la loro dura vita quotidiana definita da dogmi e tabù religiosi il cui impatto risuona ancora oggi. Il film è basato su documenti giudiziari storici su un capitolo sconvolgente e inesplorato della storia europea. Presentato in Concorso a Berlino 74, sarebbe la terza vittoria per l’Austria dopo Il falsario (2007) e Amour (2012).

Belgio

Julie Keeps Quiet di Leonardo Van Dijl Pending
Julie è la giocatrice di punta di un'accademia di tennis d'élite e la sua vita ruota tutta intorno allo sport che ama. Quando il suo allenatore finisce sotto indagine e viene improvvisamente sospeso, tutti i giocatori del club sono incoraggiati a parlare. Ma Julie decide di tacere… Passato alla Semaine de la Critique a Cannes 2024, vincitore del Gan Foundation Award for Distribution e il SACD Award. Il Belgio non ha mai ottenuto un posto in cinquina.

Bolivia

Own Hand di Gory Patiño
Basato su Le tribù dell'Inquisizione di Roberto Navia, rievoca il brutale linciaggio avvenuto l’1 giugno 2013 in una piccola città dei tropici boliviani. Il film racconta come tre storie si intrecciano nel mezzo della violenza scatenata. Mario Vega, pubblico ministero impegnato nei processi giudiziari, si batte per evitare l'esecuzione di cinque giovani di Villa Nogales, accusati ingiustamente di aver rubato un camion. Tra i personaggi principali ci sono Miguel, il padre di uno degli imputati, e Adrián, uno dei giovani, che si uniscono a Mario nel disperato tentativo di fermare la tragedia.

Brasile

I'm Still Here di Walter Salles
Brasile, 1971. La vita di Eunice Paiva e dei suoi cinque figli cambia improvvisamente dopo la scomparsa del marito, l'ex deputato del Partito laburista brasiliano Rubens Paiva. Tratto dal memoir di Marcelo Rubens Paiva, figlio di Eunice, racconta dal punto di vista di coloro che sono rimasti la storia dei desaparecidos e le persone strappate alle loro vite dalla dittatura brasiliana. Salles ha impiegato sette anni per realizzare il film: “In questo periodo la vita in Brasile ha virato pericolosamente vicino alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più urgente raccontare questa storia” ha dichiarato il regista. Che punta alla seconda candidatura dopo quella ottenuta nel 1999 per Central do Brasil (l’ultima conquistata dal cinema brasiliano), che fu nominato anche per la miglior attrice, Fernanda Montenegro (qui appare nel finale): la doppietta potrebbe replicarsi quest’anno, viste le ottime quotazioni della protagonista Fernanda Torres (figlia di Montenegro). Premiato per la miglior sceneggiatura a Venezia 81, distribuito nel mercato americano dalla Sony Pictures Classics.

AINDA ESTOU AQUI (I'M STILL HERE) - Fernanda Torres (Credits Alile Onawale)
AINDA ESTOU AQUI (I'M STILL HERE) - Fernanda Torres (Credits Alile Onawale)

AINDA ESTOU AQUI (I'M STILL HERE) - Fernanda Torres (Credits Alile Onawale)

Bulgaria

Triumph di Kristina Grozeva e Petar Valchanov
Nel caotico periodo successivo alla caduta del comunismo negli anni Novanta, una task force composta da alti ufficiali dell’esercito bulgaro e sensitivi intraprende un’operazione militare top secret nel piccolo villaggio di Tsarichina per disseppellire un inafferrabile manufatto alieno che potrebbe cambiare il corso della storia e rendere di nuovo grande la Bulgaria. Una commedia nera che potrebbe segnare la prima candidatura nella storia per la Bulgaria.

Cambogia

Meeting with Pol Pot di Rithy Panh
Cambogia, 1978. Tre giornalisti francesi sono invitati dai Khmer rossi a realizzare un'intervista esclusiva con il leader del regime, Pol Pot. Il paese sembra ideale. Ma il regime dei Khmer rossi è in declino e il Vietnam minaccia di invadere il Paese. Il regime è alla ricerca dei colpevoli e sta portando avanti segretamente un genocidio su larga scala. Davanti agli occhi dei giornalisti la bellissima immagine si incrina, rivelando l'orrore. Il loro viaggio si trasforma gradualmente in un incubo. Presentato a Cannes 77, potrebbe essere il secondo titolo cambogiano candidato nella categoria dopo The Missing Picture dello stesso Panh.

Canada

Universal Language di Matthew Rankin
Commedia surreale ambientata “da qualche parte tra Teheran e Winnipeg”, il film intreccia le storie apparentemente scollegate: Negin e Nazgol trovano del denaro congelato e cercano di reclamarlo; Massoud, una guida turistica di Winnipeg che sta guidando un gruppo di turisti confusi e disorientati; e Matthew, che lascia il suo lavoro insoddisfacente presso il governo provinciale del Quebec e torna a casa a Winnipeg per far visita a sua madre. Premio del pubblico alla Quinzaine des Réalisateurs 2024 e Miglior scoperta canadese al Toronto Film Festival: il Canada non vince dal 2003 (Le invasioni barbariche) e non entra in cinquina dal 2012 (War Witch).

Cile

In Her Place di Maite Alberdi
Basato sulla storia vera della scrittrice María Carolina Geel, che nel 1955 uccise il suo amante all'Hotel Crillón, il film è una reinterpretazione di un racconto del libro Las homicidas di Alia Trabucco Zerán. Presentato al 72° Festival di San Sebastián e distribuito da Netflix, è il secondo tentativo della regista, già selezionata nel 2020 con The Mole Agent, che in quella stessa edizione fu in corsa per l’Oscar al miglior documentario. Il Cile ha una sola vittoria all’attivo: Una donna fantastica (2017).

Colombia

La Suprema di Felipe Holguin
Un dramma incentrato sulla vita di un adolescente che sogna di diventare pugile in una remota città senza elettricità. La trama si sviluppa quando la giovane scopre che suo zio parteciperà ad un incontro per il titolo mondiale, che verrà trasmesso in diretta. Ciò motiva lei e la comunità a fare tutto il possibile per vedere l'evento, affrontando la sfida dell'oblio e dell'emarginazione.

Corea del Sud

12.12: The Day di Kim Sung-su
Nel dicembre 1979, la Corea del Sud sembra essere sull’orlo di un grande cambiamento, dopo l’assassinio, alla fine di ottobre, del presidente-dittatore Park Chung-hee, che aveva governato il paese per molti anni. Questo evento sconvolgente ha messo sottosopra il sistema politico sudcoreano e instillato la speranza di riforme democratiche nella popolazione. Basato su fatti realmente accaduti, racconta le conseguenze della presa di potere di Chun, però, erano sotto gli occhi di tutti: il colpo di stato cambiò il corso della moderna storia coreana e inaugurò un futuro ancora più oppressivo e violento. In anteprima italiana al 26° Far East Film Festival.

Costa Rica

Memories of a Burning Body di Antonella Sudasassi
La storia di Ana, Patricia e Mayela, due donne tra i sessanta e i settant’anni che, educate in un’epoca repressiva in cui la sessualità era un tabù, hanno trovato il significato della femminilità attraverso regole non dette e imposizioni implicite. Una coproduzione tra Costa Rica e Spagna, vincitore del Panorama Award a Berlino 74. Sarebbe la prima candidatura della Costa Rica.

Croazia

Beautiful Evening, Beautiful Day di Ivona Juka Pending
Quattro amici, Lovro, Nenad, Stevan e Ivan si ribellarono al regime nazista e si unirono alla resistenza. Sedici anni dopo, sono diventati artisti rinomati e si sentono in diritto di criticare la società per cui hanno combattuto. Sebbene siano eroi veterani, al partito non piacciono i film che realizzano e, quando la loro sessualità diventa sospetta, un agente viene incaricato di sabotare il loro lavoro. La Croazia non è mai entrata in cinquina.

Danimarca

The Girl with the Needle di Magnus von Horn
Karoline, una giovane operaia incinta abbandonata da tutti, cerca di uscire dalla povertà nella Copenaghen del dopoguerra. Incontra Dagmar, una donna carismatica che gestisce un'agenzia di adozionI clandestina dentro un negozio di dolciumi, aiutando le madri povere a trovare case famiglia per i loro bambini indesiderati. Per sfuggire alla povertà, Karoline assume il ruolo di balia. Tra le due donne si crea un forte legame, ma il mondo di Karoline va in frantumi quando inciampa nella terribile rivelazione del destino da incubo che abbraccia inconsapevolmente. Terzo film del regista quarantenne, in Concorso a Cannes 77. La Danimarca ha vinto quattro Oscar: Il pranzo di Babette (1987), Pelle alla conquista del mondo (1988), In un mondo migliore (2010), Un altro giro (2020).

The Girl with the Needle @Lukasz Bak
The Girl with the Needle @Lukasz Bak

The Girl with the Needle @Lukasz Bak

Egitto

Flight 404 di Hani Khalifa
Ghada (l’acclamata Mona Zaki) cerca di ottenere denaro per un’improvvisa operazione d’urgenza di sua madre mentre si prepara a lasciare l'Egitto per compiere l’annuale pellegrinaggio a La Mecca. È costretta a riconnettersi con le persone del suo passato e a prendere difficili decisioni etiche. L’Egitto ha presentato trentasei film per un posto in cinquina Oscar ma non ha mai ottenuto una candidatura (non ci riuscì nemmeno il maestro locale, Youssef Chahine): ci riprova con questo thriller di buon successo.

Ecuador

Behind the Mist di Sebastián Cordero Pending
Documentario in 3D che riprende l’incontro tra Sebastián Cordero e Iván Vallejo, a più di vent’anni dal viaggio in Nepal in cui Vallejo scalò il Monte Everest diventando il primo ecuadoriano a raggiungere la cima della montagna. Entrambi intraprenderanno un viaggio in Nepal per una nuova arrampicata e, nel mezzo dell’avventura, scoppieranno in dibattiti e conversazioni filosofiche ed esistenziali mentre affrontano i pericoli dell’essere alpinisti. Potrebbe essere la prima nomination per il paese latinoamericano.

Estonia

8 Views of Lake Biwa di Marko Raat Pending
Basato sull’omonimo libro del 1911 del giappofilo tedesco Max Dauthendy: utilizzando otto motivi poetici orientali, il film esplora lo stato d’animo dei suoi protagonisti e traspone vecchie storie d’amore giapponesi. In Giappone, sulle rive del lago Biwa, il vento si alzò, portando i sussurri di un villaggio di pescatori al Peipsi. La giovane Hanake non sa dire se ha mai amato. Merikarp voleva diventare una famosa cantante, Roman un rispettato funzionario statale. Õnne voleva prendersi cura dell'istruzione dei suoi alunni: la vita sul lago Peipsus era pacifica. Ma quando i ciliegi iniziarono a crescere vicino al lago, i desideri e i destini delle persone cambiarono.

Finlandia

Family Time di Tia Kouvo
Tre generazioni si riuniscono per le feste e rievocano un rituale stagionale di tradizioni, conversazioni e faccende domestiche. Apparentemente un dramma familiare nordico, in realtà un esordio che è più una “comédie humaine” e un’analisi ironica e straziante delle relazioni personali. Tra pasti a tavola, aneddoti, programmi TV e saune, non ci sono segreti o traumi da svelare, ma soprattutto gesti da osservare e silenzi da interpretare. Il film diventa un'elegia sull'ordinario, sostenuta da una sceneggiatura che è al suo massimo espressivo quando sceglie i silenzi. Presentato nella sezione Encounters alla Berlinale del 2023.

Francia

Emilia Pérez di Jacques Audiard
Rita è la brava praticante di uno studio legale di Città del Messico insoddisfatta dello scarso riconoscimento che riceve dal suo capo. Un giorno, i suoi servizi vengono richiesti da niente meno che il più temuto boss dei cartelli della droga, Manitas Del Monte. Titubante, alla fine Rita decide di accettare il suo invito, spinta dal desiderio di rivalsa, ma non può immaginare cosa l’aspetti: il boss le chiede infatti di aiutarlo a inscenare la propria morte e poi di procurargli una delle migliori chirurgie di riassegnazione del sesso che lo renda la donna che ha sempre voluto essere, la bella Emilia Pérez. Premio della Giuria e premio per la miglior interpretazione femminile (condiviso da Karla Sofía Gascón, Adriana Paz, Zoe Saldana e Selena Gomez) a Cannes 77, punta alle candidature in tutte le categorie, forte dell’appoggio di Netflix (che lo distribuisce nel mercato nordamericano). Gascón potrebbe diventare la prima attrice trans candidata all’Oscar. La Francia è l’unico Paese che ha presentato un film ogni anno dalla creazione del premio nel 1956 e anche l’unico che è stato candidato in più della metà delle occasioni in cui il premio è stato assegnato (Audiard è stato in cinquina nel 2009 con Un profeta). Solo che non vince dal 1992 (Indocina).

Emilia Pérez
Emilia Pérez

Emilia Pérez

Georgia

The Antique di Rusudan Glurjidze
Un giovane georgiano di nome Lado è coinvolto nel contrabbando di mobili antichi dal suo paese di origine alla Russia. Medea, la fidanzata, stanca della sua immaturità, acquista per sé un appartamento nel centro storico di San Pietroburgo. Un vero affare poiché la casa è stata venduta con l’anziano proprietario che continua a viverci. L’uomo è Vadim Vadimich, un personaggio saccente e all’antica. Contemporaneamente, migliaia di georgiani sono deportati illegalmente dalla Russia, e tra questi pure Lado. Il magazzino di antiquariato è oggetto di una retata che costringe Medea a nascondersi dentro un guardaroba. Una parabola commovente sulle speranze e le aspirazioni dei migranti in un mondo incerto, ambientata nella San Pietroburgo dei giorni nostri, durante le espulsioni illegali di massa dei georgiani. La Georgia è entrata in cinquina una sola volta nel 1996 (A Chef in Love).

ANTIKVARIATI (The Antique)
ANTIKVARIATI (The Antique)

ANTIKVARIATI (The Antique)

Germania

Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof
Teheran. I festeggiamenti per la promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a seguito della morte di una giovane donna. Mentre Iman è alle prese con il peso psicologico del suo nuovo ruolo, le sue figlie, Rezvan e Sana, sono scioccate dagli eventi, mentre sua moglie Najmeh cerca di tenere insieme la famiglia. Quando Iman scopre che la sua pistola d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal rischio di perdere la sua reputazione e il suo lavoro, diventa sempre più paranoico, iniziando un’indagine in casa propria in cui, uno dopo l’altro, vengono oltrepassati tutti confini. Un ritratto psicologico della teocrazia iraniana, fondata sulla violenza e la paranoia: il regista, fuggito dall'Iran dopo essere stato condannato a otto anni di prigione, alla fustigazione e alla confisca dei beni, ha trovato rifugio in Germania. Dopo la riunificazione delle due Germanie (la Germania Ovest raccolse otto nomination e una vittoria), tre film hanno vinto l’Oscar: Nowhere in Africa di Caroline Link (2001), Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck (2006) e Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger (2022).

The Seed of the Sacred Fig
The Seed of the Sacred Fig

The Seed of the Sacred Fig

Giappone

Cloud di Kurosawa Kiyoshi
Ryosuke Yoshii lavora in una piccola fabbrica e guadagna soldi come rivenditore con lo pseudonimo di “Ratel”. Commercia dispositivi medici, borse, statuette... Compra a basso prezzo, vende a caro prezzo: questo è tutto. Muraoka, un compagno di classe dei tempi dell'istituto tecnico che ha insegnato a Yoshii i trucchi della rivendita, lo avvicina con una proposta potenzialmente redditizia, ma lui la rifiuta per continuare a dedicarsi a questa attività, di dubbia moralità ma redditizia. Per Yoshii, infatti, l'unica cosa che conta è arricchirsi. Tanto che arriva a rifiutare una promozione dal suo datore di lavoro, Takimoto, mettendo fine ai suoi tre anni di lavoro e dimettendosi all'istante. Affitta una casa in riva al lago fuori città per scopi sia abitativi che lavorativi e inizia una nuova vita con la sua ragazza, Akiko. Con l’aiuto di Sano, un giovane del posto assunto come aiutante, la sua attività di vendita sembra andare a gonfie vele, finché non iniziano a verificarsi intorno a lui incidenti inquietanti. Veicoli sospetti che si aggirano nelle vicinanze, una finestra rotta, ombre che si aggirano e presenze maligne online... Un vortice di negatività che lo porterà alla distruzione… Sono tredici i titoli giapponesi candidati all’Oscar per il miglior film straniero e due i vincitori, Departures (2008) e Drive My Car (2021).

Cloud
Cloud

Cloud

Grecia

Murderess di Eva Nathena
Basato sul famoso romanzo di Alexandros Papadiamantis, è ambientato su un'isola remota in Grecia, intorno al 1900: Hadoula, intrappolata nel rifiuto della madre, lotta per sopravvivere ai dettami di una società patriarcale. Il processo di selezione della Grecia è stato molto controverso, a partire da quando il comitato di selezione iniziale è stato messo in discussione e sostituito dal Ministero della Cultura greco nell’agosto 2024. Per protesta, i registi degli oltre venti film autocandidatisi per l’esame si sono ritirati dalla selezione. Tranne uno: quello di Nathena. Così, nonostante le dimissioni di massa, il Ministero ha indicato quel film.

Hong Kong

Twilight of the Warriors: Walled In di Soi Cheang
Secondo incasso nazionale della storia di Hong Kong: ambientato negli anni Ottanta, racconta la storia di un giovane problematico che entra accidentalmente nella famigerata Città Murata di Kowloon, l’unico posto in cui non si applicava la legge britannica, enclave abbandonata a gang e traffici di ogni genere. In fuga dal potente boss delle Triadi Mr. Big, il migrante clandestino Chan Lok-kwun si rifugia a Kowloon City dove viene preso sotto la protezione di Cyclone, leader della Cittadella. Con gli altri emarginati del suo clan, dovranno affrontare l'invasione della gang di Mr. Big e proteggere il rifugio che la città fortificata è diventata per loro. Un film di Hong Kong è stato candidato nel 2020 (Better Days).

Ungheria

Semmelweis di Lajos Koltai
Film ungherese più visto del 2023: quando, nel 1847, una misteriosa epidemia imperversa in una clinica ostetrica di Vienna, un medico cercava di sconfiggere il morbo sfidando tutte le teorie tradizionali. Leggendario direttore della fotografia, 78 anni, Koltai è noto per il suo lavoro István Szabó (che ha vinto l’Oscar per il film straniero nel 1981 con Mephisto) ed è stato nominato all’Oscar nel 2000 per Malèna di Giuseppe Tornatore. L’Ungheria ha vinto un altro Oscar nel 2015 per Il figlio di Saul di László Nemes.

Islanda

Touch di Baltasar Kormákur
Dopo aver ricevuto una diagnosi di demenza allo stadio iniziale all'inizio della pandemia di COVID-19, il vedovo Kristofer si lascia alle spalle la sua casa di Reykjavik sperando di risolvere il più grande mistero della sua vita. Da studente a Londra cinquant'anni prima, Kristofer si era innamorato di Miko, il cui padre possedeva il ristorante giapponese dove entrambi lavoravano. Ma al culmine della loro vorticosa relazione, Miko scomparve improvvisamente. Ora, mentre il panico per il virus si diffonde in tutto il mondo, Kristofer si mette alla ricerca della sua anima gemella, decidendo di seguire le sue tracce ovunque possa portare, anche alla città natale di Miko, Hiroshima, prima che i suoi ricordi del loro singolare legame vadano persi per sempre nel tempo. L’Islanda ha ottenuto una sola candidatura grazie a Children of Nature di Friðrik Þór Friðriksson (1991).

Touch
Touch

Touch

India

Laapataa Ladies di Kiran Rao
Ambientato nel cuore dell’America, racconta la storia di formazione di due spose novelle, che vengono scambiate per errore durante un viaggio in treno verso le case dei loro suoceri. Il film ha superato la competizione di altri ventotto titoli, tra cui All We Imagine As Light di Payal Kapadia, vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes e dato da tutti per favorito (era in corsa anche come candidato francese). L’unica candidatura indiana risale al 1957, con Mother India di Mehboob Khan.

Indonesia

Women from Rote Island di Jeremias Nyangoen
Martha, una lavoratrice migrante illegale, torna nella sua città natale a Rote Island per partecipare al funerale del padre. Nel frattempo, deve affrontare il suo trauma dopo aver subito violenza sessuale sul posto di lavoro. Premiato con quattro riconoscimenti all’Indonesian Film Festival del 2023, sarebbe la prima produzione locale a vincere un Oscar.

Iran

In the Arms of the Tree di Babak Lotfi Khajehpasha
La complessa crisi nelle vite di Kimia e Farid, sposati da dodici anni, sconvolge il meraviglioso mondo dei loro figli, bambini che nella vita non conoscono altro che semplicità e gentilezza. La scelta del film selezionato, prodotto dalla Farabi Cinema Foundation, controllata dal governo iraniano e nota per la censura e la repressione (Rasoulof è tra le vittime illustri), è stata contestata dalla dissidente associazione dei cineasti iraniani, che ha chiesto all’Academy di riconsiderare la collaborazione con l’entità statale.

Iraq

Baghdad Messi di Sahim Omar
Basato sul cortometraggio omonimo del 2012 dello stesso regista, racconta di un ragazzo iracheno che, dopo aver perso una gamba in un attacco terroristico, combatte per continuare a godersi la sua passione per il calcio. L’Iraq non ha mai ricevuto una nomination.

Irlanda

Kneecap di Rich Peppiatt
L’ascesa del trio hip-hop di Belfast, con protagonisti i membri stessi della band. Presentato in anteprima al Sundance, primo film in lingua irlandese a vincere il NEXT Audience Award, gode della distribuzione della potente Sony Pictures Classic. Nel cast anche Michael Fassbender.

Israele

Come Closer di Tom Neshe
Dopo la morte improvvisa dell’amato fratello minore, Eden cerca di colmare il vuoto che si è aperto nella sua vita. Presto, scopre che suo fratello aveva una fidanzata segreta e con lei intraprende un viaggio emotivo, complesso e pericoloso. In anteprima mondiale al Tribeca, premiato come miglior opera prima al Jerusalem Film Festival, potrebbe segnare il ritorno di Israele in cinquina dal 2011 (Footnote).

Kazakhstan

Bauryna Salu di Askhat Kuchencherekov
Secondo la tradizione nomade bauryna salu, Yersultan è affidato appena nato alla nonna. Il bimbo conduce un’infanzia molto dura tra la miniera di sale e l'umile casa della nonna con il sogno costante di ricongiungersi al padre e alla madre. Ma quando la nonna muore, Yersultan, ormai adolescente, dovrà affrontare un altro trauma: inserirsi nel nucleo familiare dei genitori che conosce appena. Ritratto psicologico intenso e coming of age di un giovane kazako, ispirato alla vita del regista. Il Paese non è mai finito in cinquina.

Kenya

Nawi di Vallentine Chelluget, Apuu Mourine, Kevin Schmutzler e Toby Schmutzler
Un viaggio che esplora i temi intricati dell’amore, dell’identità e del patrimonio culturale, ambientati sullo sfondo vibrante del Kenya moderno. La narrazione è incentrata su una giovane donna che è intrappolata tra le tradizioni della sua educazione e le pressioni della vita contemporanea. Mentre affronta il peso delle aspettative familiari e dei suoi sogni, intraprende un viaggio trasformativo di auto-scoperta. Anche qui, mai una candidatura.

Kyrgyzstan

Heaven Is Beneath Mother's Feet di Ruslan Akun
Adil è un uomo di 35 anni con disabilità intellettiva che vive in una piccola città con la madre di 75 anni, Raikhan. Lei dice sempre ad Adil che andrà dritto in paradiso, ma lui non vuole andarci senza la presenza della madre. Un giorno, un bambino di 8 anni gli dice che se porta sua madre nella Città Santa della Mecca per l' Hajj , allora lei andrà in paradiso. Di conseguenza, Adil intraprende un viaggio a piedi verso il luogo mentre trasporta sua madre in una carriola. Stesso discorso di Kenya e Kazackstan.

Lettonia

Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis
Il mondo sembra volgere al termine. Cat è un animale solitario, ma, quando la sua casa viene devastata da una grande alluvione, trova rifugio su una barca popolata da varie specie, con le quali dovrà fare squadra nonostante le differenze. Nella barca solitaria che naviga attraverso paesaggi mistici traboccanti, affrontano le sfide e i pericoli dell'adattamento a questo nuovo mondo. Opera seconda di un promettente autore lettone, passato a Cannes 2024 in Un Certain Regard, vincitore di quattro premi al Festival di Annecy, uscirà al cinema in Italia con Teodora dal 7 novembre dopo l’anteprima al festival Alice nella Città. Sarebbe la prima nomination per la Lettonia.

Lituania

Drowning Dry di Laurynas Bareiša
Ernesta e sua sorella Juste si riuniscono in una baita sul lago per una fuga di fine settimana con i loro mariti (rispettivamente Lukas e Tomas) e i figli. La vacanza prende una piega oscura quando la figlia di Juste cade nel lago, incapace di nuotare per mettersi in salvo. I dettagli sull'incidente e le sue conseguenze vengono rivelati in una serie di flashback mentre la famiglia cerca di andare avanti dopo la tragedia. Premiato per la regia e l’interpretazione all’ultimo Festival di Locarno, segnerebbe il primo risultato in cinquina per la Lituania.

Malta

Castillo di Abigail Mallia
Amanda e sua madre si riuniscono dopo la perdita del padre, ma l'atmosfera di riconciliazione viene presto spezzata da una confessione sconvolgente. La madre rivela di aver commesso un omicidio doppio per vendicare la morte della sorella, K. Penza. Questo segreto inconfessabile getta un'ombra sinistra sulla famiglia e costringe Amanda ad affrontare una verità dolorosa. Questo thriller è la quarta submission maltese nella storia degli Oscar.

Marocco

Everybody Loves Touda di Nabil Ayouch
Nisrin Erradi interpreta una giovane donna che sogna di diventare una cantante folk tradizionale marocchina e di trasferirsi a Casablanca per un maggiore riconoscimento e una vita migliore per suo figlio. Coproduzione tra Marocco, Francia, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia, scritta dal regista con Maryam Touzani (Il caftano blu), è stato presentato inella sezione Cannes Premiere a Cannes 77. Il Marocco non ha mai ottenuto una nomination.

Messico

Sujo di Astrid Rondero e Fernanda Valadez
Dopo l’assassinio del padre, membro di un cartello messicano, un ragazzino affronta le difficoltà di crescere senza un padre e di dissociarsi dall’eredità intrisa di sangue. Un testo e avvincente coming of age che ha debuttato al Sundance 2024. Nel corso degli anni, nove film messicani sono stati nominati all’Oscar. Il regista che ha rappresentato la nazione più volte, Arturo Ripstein, non ha mai ricevuto una nomination all'Oscar. Roma di Alfonso Cuarón è stato il primo film messicano a vincere.

Montenegro

Supermarket di Nemanja Bečanović
Quando le porte del supermercato si chiudono, un uomo esce dal nascondiglio per camminare tra i corridoi silenziosi e vuoti del posto per procedere a godere dei lussi che il suo "regno" gli offre. Sebbene, sospetti di essere osservato da qualcosa o qualcuno. Moderna reinterpretazione di Robinson Crusoe, la commedia nera potrebbe essere la prima candidatura montenegrina.

Nepal

Shambhala di Min Bahadur Bham
Nel cuore dell'Himalaya nepalese, la vivace Pema abbraccia un matrimonio poliandrico con Tashi e i suoi due fratelli minori. Inizialmente conducono una vita armoniosa, ma quando Tashi non riesce a tornare da un viaggio commerciale a Lhasa, la legittimità del nascituro di Pema viene messa in dubbio dalla sua comunità. Determinata a dimostrare il suo amore e la sua purezza, intraprende una ricerca per trovare Tashi. Accompagnata da suo cognato, il suo ormai sposo di fatto Karma, si addentra nel deserto. Karma è un monaco. Dopo aver inizialmente resistito alla rinuncia alla vita monastica, gradualmente arriva ad apprezzare la semplice esistenza di una vita secolare. Tuttavia, compiti urgenti lo richiamano al monastero e Pema rimane solo. Mentre naviga nell'aspro terreno dell'Himalaya, la sua ricerca trascende la ricerca del marito scomparso. Pema si immerge sempre più in una ricerca spirituale di significato in cui ogni passo la avvicina alla scoperta di sé e alla liberazione. Presentato a Berlino nel 2024, sarebbe il primo titolo del Nepal candidato.

Thinley Lhamo in Shambhala di Min Bahadur Bham
Thinley Lhamo in Shambhala di Min Bahadur Bham

Thinley Lhamo in Shambhala di Min Bahadur Bham

(Aditya Basnet / Shooney Films)

Norvegia

Armand di Halfdan Ullmann Tøndel
Dopo una presunta lite tra due bambini di 6 anni, i genitori e il personale scolastico vengono chiamati a chiarire l'accaduto. Passato nella sezione Un Certain Regard a Cannes 77, ha vinto la Caméra d’Or per la miglior opera prima. Il regista è nipote di Liv Ullmann e Ingmar Bergman. L’ultima candidatura norvegese risale al 2021: La persona peggiore del mondo di Joachim Trier, con Renate Reinsve che è protagonista anche di questo esordio.

Armand
Armand

Armand

(Eye Eye Pictures 2024)

Paesi Bassi

Memory Lane di Jelle de Jonge
Jaap sta insieme a Maartje da quasi 50 anni. Mentre il brontolone Jaap non ha più molta voglia di fare le cose, Maartje, a volte un po' confusa, è ancora piena di vita. Quando la coppia riceve una lettera da un vecchio amico di vacanza, Jaap si convince con riluttanza a fargli visita nell'Europa meridionale. I due viaggiano nella loro vecchia auto attraverso un'Europa completamente cambiata; litigando, ma anche ricordando un ricordo dopo l'altro. Lungo la strada, Jaap si rende conto che sua moglie soffre di demenza. Grande successo al botteghino olandese, potrebbe diventare l’ottavo film in gara per l’Oscar e il quarto vincitore dopo Assault (1987), L’albero di Antonia (1996) e Bastardo eccellente (1998).

Palestina

From Ground Zero di Al-Banna, Ahmed Al-Danf, Basil Al-Maqousi, Mustafa Al-Nabih, Muhammad Alshareef, Ala Ayob, Bashar Al Balbisi, Alaa Damo, Awad Hana, Ahmad Hassunah, Mustafa Kallab, Satoum Kareem, Mahdi Karera, Rabab Khamees, Khamees Masharawi, Wissam Moussa, Tamer Najm, Abu Hasna Nidaa, Damo Nidal, Mahmoud Reema, Etimad Weshah eIslam Al Zrieai
Diretto da ventidue registi palestinesi, composto da altrettanti cortometraggi (documentari, fiction, animazione e film sperimentali) sulla situazione attuale della popolazione di Gaza nel mezzo della guerra tra Israele e Hamas. In un’edizione che sarà evidentemente segnata dai messaggi per la pace, la Palestina potrebbe rirentrare in cinquina a undici anni da Omar.

Panama

Wake Up Mom di Arianne Benedetti
Ali decide di trasferirsi in un piccolo paese di montagna con la piccola figlia Sofía dopo la devastante separazione dal marito. Settimane dopo, si ritroverà immersa nell'atmosfera misteriosa del luogo, per poi avere un incidente e rendersi conto che sua figlia è scomparsa. Di conseguenza, intraprenderà una ricerca instancabile per scoprire dove si trova sua figlia. Il Panama non ha mai ottenuto una nomination.

Pakistan

The Glassworker di Usman Riaz
La storia di un padre e un figlio che gestiscono la migliore vetreria di un paese vagamente ispirato al Pakistan. Il loro mondo viene capovolto quando un colonnello dell’esercito e la sua giovane figlia violinista entrano nelle loro vite. Il primo lungometraggio d’animazione della storia pakistana è un esordio influenzato dagli anime. Finora il Pakistan non è mai entrato nella cinquina finale.

Perù

Yana-Wara di Óscar Catacora e Tito Catacora
La giustizia comunale accusa Don Evaristo, 80 anni, dell'omicidio di sua nipote Yana-Wara, 13 anni. Durante l'udienza tutti apprendono la tragica storia di questa giovane ragazza. Il Perù ha ricevuto una candidatura nel 2009 con Il canto di Paloma.

Polonia

Under the Volcano di Damian Kocur Pending
Una famiglia ucraina trascorre l'ultimo giorno di vacanza sull'isola di Tenerife, in Spagna. Non sanno ancora che il giorno dopo la loro vita cambierà completamente. Una volta arrivati all'aeroporto, scoprono che il loro volo è stato cancellato: la Russia ha invaso l'Ucraina. Intrappolati sull'isola, da un giorno all'altro i turisti diventano rifugiati. Presentato all’ultimo Toronto Film Festival, in Concorso alla prossima edizione di Alice nella Città, cerca il secondo successo polacco in categoria a dieci anni da Ida.

Portogallo

Grand Tour di Miguel Gomes
Birmania, 1917. Edward, un funzionario dell'Impero britannico, fugge dalla fidanzata Molly il giorno in cui lei arriva per il loro matrimonio. Durante il viaggio, però, il panico lascia il posto alla malinconia. Contemplando il vuoto della sua esistenza, Edward si chiede cosa ne sia stato di Molly. Nel frattempo Molly, decisa a sposarsi e stranamente divertita dalla fuga del fidanzato, segue le sue tracce in questo grand tour asiatico. Vincitore del premio per la miglior regia a Cannes 77, una coproduzione che coinvolge anche l’italiana Vivo Film: sarebbe la prima nomination portoghese.

Grand Tour
Grand Tour

Grand Tour

Repubblica Ceca

Waves di Jiří Mádl
La storia ruota attorno alla redazione di International Life della Radio cecoslovacca, guidata dall’iconico Milan Weiner. Il giovane Tomáš finisce tra loro un po’ per caso, poiché quel lavoro era il sogno del fratello minore Pavel, che intende proteggere a ogni costo. Non sa che i redattori locali sono sorvegliati dalla Sicurezza dello Stato (StB). Tomáš è costretto a firmare una cooperazione con la StB se vuole proteggere il fratello che insieme ai suoi compagni di classe partecipa ad attività illegali. Tomáš si avvicina ai giornalisti in ufficio, specialmente con Věra, il che lo lascia in conflitto tra la preoccupazione per la sicurezza del fratello e la sua stessa coscienza. Quando il Patto di Varsavia invade la Cecoslovacchia, si rifiuta di collaborare con gli occupanti e aiuta i giornalisti a trasmettere informazioni non censurate sull'invasione delle truppe del Patto di Varsavia e a chiedere una resistenza passiva agli occupanti. Rischia la propria vita per sostenere la trasmissione il più a lungo possibile. L’unica vittoria ceca è del 1996 (Kolya).

Romania

Three Kilometres to the End of the World di Emanuel Pârvu
Il dicassettenne Adi trascorre l'estate nel suo villaggio natale nel Delta del Danubio. Una notte viene brutalmente aggredito per strada, il giorno dopo il suo mondo viene capovolto. I suoi genitori non lo guardano più come prima, e l'apparente tranquillità del villaggio inizia a incrinarsi. Vincitore della Queer Palm a Cannes 77, segnerebbe il ritorno in cinquina della nazione cinque anni dopo il documentario Collective.

Trei Kilometri Pana La Capatul Lumii
Trei Kilometri Pana La Capatul Lumii

Trei Kilometri Pana La Capatul Lumii

Senegal

Dahomey di Mati Diop
Novembre 2021. 26 tesori reali del Regno del Dahomey stanno per lasciare Parigi per tornare nel loro paese d'origine, l'attuale Repubblica del Benin. Insieme a migliaia di altri manufatti, questi manufatti furono saccheggiati dalle truppe coloniali francesi nel 1892. Ma quale atteggiamento adottare di fronte al ritorno di questi antenati in un paese che ha dovuto andare avanti in loro assenza? Il dibattito infuria tra gli studenti dell'Università di Abomey-Calavi. Orso d’Oro a Berlino 74, il documentario è la sesta submission nella storia per il Senegal.

Dahomey di Mati Diop
Dahomey di Mati Diop

Dahomey di Mati Diop

(Les Films du Bal - Fanta Sy)

Serbia

Russian Consul di Miroslav Lekić
Nel 1973, imperversano i tumulti tra serbi e albanesi nella provincia autonoma del Kosovo. La storia descrive l’inizio della crisi in quel territorio. Il compianto Žarko Laušević interpreta il ruolo principale nel film. Potrebbe essere il primo titolo serbo in gara per l’Oscar.

Slovacchia

The Hungarian Dressmaker di Iveta Grófová
Anni Quaranta. Il nazionalismo è in ascesa, le minoranze sono in pericolo. Il turbolento clima sociale si ripercuote anche sulla vedova Marika, che perde il lavoro in una sartoria arianizzata. Dato il crescente sentimento anti-ungherese, si chiude in se stessa, soprattutto perché ospita anche un ragazzino ebreo. Nonostante ciò, si ritrova ancora scelta da due uomini: un ufficiale nazista tedesco e un capitano della guardia Hlinka slovacca. Adattamento del racconto di Peter Krištúfek, sarebbe la prima candidatura slovacca.

Slovenia

Family Therapy di Sonja Prosenc
Un giovane sconosciuto, Julien, entra in una famiglia slovena apparentemente perfetta, la cui presenza sconvolge il fragile equilibrio familiare e rivela crepe nella loro facciata attentamente protetta… Satira sociale che rivisita Teorema di Pasolini per la prima nomination slovena.

Spagna

Saturn Return di Isaki Lacuesta e Pol Rodríguez
Acclamato in Spagna come uno dei migliori film dell’anno, ricostruisce la storia dei Los Planetas, band indie affermatasi a Granada. Nella storia degli Oscar, sono ventuno i film spagnoli nominati e quattro hanno vinto il premio: Valzer a empezar (1982), Belle Époque (1993), Tutto su mia madre (1999) e Mare dentro (2004). Il Paese si classifica al terzo posto tra i vincitori, dietro l’Italia (dieci premi) e la Francia (nove premi) e a pari merito con il Giappone (quattro premi), e al terzo posto in termini di candidati, dietro la Francia (trentaquattro) e l’Italia (ventisette).

Svezia

The Last Journey di Filip Hammar e Fredrik Wikingsson
Dopo quarant’anni di servizio come amato insegnante di francese a Köping, Lars Hammar va in pensione, ma diventa passivo e apatico con grande costernazione della sua famiglia. Cercando di riaccendere la scintilla nella sua vita, suo figlio Filip e il suo migliore amico Fredrik caricano Lars in macchina per partire per un viaggio in Francia. La Svezia ha presentato film per la categoria sin dal 1956, anno dell’istituzione del riconoscimento. Sedici i candidati nella storia, tre i vincitori, tutti diretti da Bergman: La fontana della vergine (1960), Come in uno specchio (1971) e Fanny e Alexander (1983).

Taiwan

Old Fox di Hsiao Ya-chuan
Un giovane ragazzo fa amicizia con il suo padrone di casa, soprannominato Old Fox: una storia sentimentale che racconta uno spaccato della società in rapido cambiamento di Taiwan della fine degli anni Ottanta. Taiwan ha vinto nel 2000 con La tigre e il dragone di Ang Lee.

Turchia

Life di Zeki Demirkubuz
Hicran, costretta da suo padre a fidanzarsi, scappa di casa. Rıza, che pensa comunque che Hicran non lo voglia, non si preoccupa finché la situazione diventa sempre più difficile e decide di affrontare Hicran. Si reca a Istanbul per seguire la fidanzata, che ha visto solo una volta, e inizia una lunga ricerca. La Turchia non è mai stata candidata.

Ucraina

La Palisiada di Philip Sotnychenko
Ucraina, 1996. Cinque mesi prima della moratoria sulla pena di morte, due vecchi amici, un detective di polizia e uno psichiatra forense, indagano sull'omicidio di un collega. Tempo prima, entrambi erano stati innamorati della vedova della vittima. Immersi in un caso sempre più complicato e in ricordi di eventi che sembravano dimenticati, i due uomini aspirano a creare un futuro migliore in cui i loro figli dovranno vivere, ereditandone le aspirazioni irrealizzate. Visto al Torino Film Festival nel 2023, potrebbe essere il primo titolo ucraino in corsa nella categoria.

La Palisiada
La Palisiada

La Palisiada

Uruguay

The Door Is There di Facundo Ponce de León e Juan Ponce de León
Il rapporto tra Enric Benito e Fernando Sureda, separati da un oceano, si costruisce attraverso i colloqui virtuali durante la pandemia. Le loro conversazioni ruotano attorno all'accettazione del dolore, all'impegno nei confronti delle persone a loro più vicine e al senso dell'umorismo. Enric è uno specialista in oncologia e membro onorario della Società Spagnola di Cure Palliative. Fernando è un ex dirigente della Federcalcio uruguaiana , affetto da SLA. Il primo accompagnò il secondo ed anche il suo seguito nel suo ultimo viaggio. Il secondo è riuscito ad aprire un dibattito sull'eutanasia nel suo Paese. Il documentario sarebbe il primo film dell’Uruguay nominato.

Venezuela

Children of Las Brisas di Marianela Maldonado
Un ritratto poetico della periferia di Valencia, dove un gruppo di giovani artisti lotta per affermarsi nel mondo della musica classica. Il Venezuela non è mai riuscito a entrare in cinquina: ci prova con questo documentario sul potere sociale della musica.