Insomma, cos’è La grazia? “Se lo dico, rendo inutile fare il film”. Paolo Sorrentino tiene il punto: del suo nuovo film, annunciato oggi, ha già detto troppo. Il titolo e l’attore, cioè Toni Servillo alla settima collaborazione. Ma, un po’ alla volta, ecco che il regista, arrivato a Sorrento per ricevere il Biglietto d’Oro per Parthenope, si sbottona ma non troppo.

“Sono vent’anni che io e Toni aneliamo il cosiddetto film d’amore. Un film alla Truffaut, alla Sautet. Il che non vuol dire che passo da Fellini a Truffaut in un colpo solo: i detrattori dovranno impegnarsi di più a trovare le mie ispirazioni”. Un film d’amore e niente più: “Ma a modo mio e a modo suo. Abbiamo trovato una chiave per declinare il tema. Toni è un fratello maggiore, mi rassicura molto lavorare con lui: il set è uno stress, mi calmo molto quando so che c’è Toni”.

L’occasione dell’incontro, nell’ambito della 47a edizione delle Giornate Professionali di Cinema di Sorrento – Next Generation è, appunto, il Biglietto d’Oro assegnato dall’ANEC a Parthenope, uno dei tre film italiani ad aver venduto più biglietti nella stagione 2023-2024 (al momento l’incasso supera i 7 milioni e mezzo). “Non so dire cosa abbia convinto il pubblico – riflette Sorrentino – e sarebbe presuntuoso indicare un motivo. Sono felice che le persone stiano apprezzando un film non facile, cosiddetto ‘d’autore’, su un tema non proprio edificante come la caducità della vita. E poi è un segnale per tutti quei giovani che vogliono fare cinema: esiste un pubblico maturo che vuole vedere film con un certo respiro”.

Parthenope è il primo film distribuito da Piper: “Un sodalizio perfetto che rinnoveremo per il futuro. Ci troviamo bene anche a cena per festeggiare gli incassi. È un destino ineluttabile continuare sia al cinema che al ristorante”. Fondamentale l’apporto del pubblico dei giovani, intercettato da un’ottima campagna sui social: “Il team di comunicazione è stato bravissimo, ha creduto nell’intelligenza dei giovani senza lasciarsi fuorviare dai luoghi comuni secondo cui compongono una massa di indolenti sempre con il cellulare in mano. I giovani sono altro. Io non so nemmeno cos’è TikTok. La comunicazione ha adottato una strategia che farà scuola e che ha già cattivi studenti”.

A Sorrento c’è anche Celeste Dalla Porta ovvero Parthenope: “So che il momento che sto vivendo è indimenticabile. È un film che affronta tanti temi, può emozionare persone di diverse età, non ha una direzione precisa e non vuole raccontare qualcosa di definito. La vita di questa donna, dalla giovinezza all’età adulta, sta coinvolgendo tanti spettatori, giovani in particolare”. E la strada, secondo Sorrentino, è ancora lunga: “Sono convinto che sia un film a rilascio lento, che ha bisogno di un tempo di decantazione per entrare nel cuore del pubblico”.