“Questo film non vuole essere un biopic, ma qualcosa di più: nella mia opinione è un viaggio impressionista all’interno della vita di una donna. La storia del cinema è già piena di film su personaggi famosi e influenti che rappresentano un genere a sé stante. Io stessa sono cresciuta vedendo vecchi film di grandi musicisti. Ho cercato di raccontare questa persona in modo diverso”.

Sofia Coppola e Priscilla. Dopo il concorso veneziano, la regista statunitense presenta il suo ultimo film che sarà distribuito nelle sale italiane da Vision Distribution a partire da giovedì 21 marzo. Al centro la signora Presley, incarnata dalla venticinquenne Cailee Spaeny che si è aggiudicata la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile allo scorso festival di Venezia oltre a una candidatura ai Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico.

Sofia Coppola e Cailee Spaeny per Priscilla @ Karen Di Paola
Sofia Coppola e Cailee Spaeny per Priscilla @ Karen Di Paola
Venezia 80 : Photocall Priscilla

Per la sua nona regia Sofia Coppola sceneggia il memoir Elvis and me di Priscilla Beaulieu Presley, pubblicato nel 1985, grazie al quale ripercorre il lungo corteggiamento seguito da un matrimonio turbolento e umiliate (1967-73) tra l’allora la quattordicenne Beaulieu ed Elvis Presley (interpretato da Jacob Elordi), già divo di fama planetaria all’epoca del primo incontro a Weisbaden, dove l’artista era costretto a prestare servizio militare.

“Mi interessa molto, nel lavoro che faccio, l'idea delle limitazione perché è una metafora di ciò che sono costrette a subire le donne” ha spiegato la regista. Eppure il film racconta di come Priscilla Presley trovi anche il coraggio necessario per allontanarsi da Elvis e dalla sua magione dorata: “C’è voluta tanta forza per decidere di andarsene via da Graceland. Per me resta ancora un mistero dove l’abbia trovata. – sottolinea la cineasta – Sicuramente sono intervenuti una serie di fattori: ha incontrato persone che non appartenevano a quel mondo, mentre lei era alla ricerca della propria identità, e ha scoperto che avevano interesse per la propria opinione. Probabilmente avrà anche immaginato che Graceland non fosse il miglior posto per crescere una figlia. Ma questa determinazione nelle scelte la dimostro fin da ragazzina”.

Priscilla
Priscilla

Priscilla

Un film che rinuncia alle musiche originali del cantante americano (“la Elvis Presley Charitable Foundation è estremamente protettiva riguardo l’immagine di Elvis, non ci ha sostenuto affatto” ha spiegato Coppola) e che, diversamente dal recente biopic su Presley firmato da Buz Luhrmann, interroga da un’angolazione diversa il mito chiaroscuro cresciuto intorno al re del rock and roll: “Non sapevo quasi nulla della sua vita privata, – ammette Sofia Coppola - al di là di lui come persona umorale o come genio creativo. Attraverso Priscilla sono riuscita a entrare dentro la porta dei bottoni, a scoprire qualcosa di privato e inaccessibile di questo uomo”.

Perché nel fare il film, nota la cineasta newyorkese, “il mio scopo era soprattutto conoscere le donne della generazione di mia madre, approfondire il tipo di ruolo, le aspettative che la società dell’epoca riponeva in loro. Io stessa ho una figlia adolescente, quindi in questo personaggio c’è una sorta di gioco di specchi. Per me è stato facile identificarmi con lei per provare a capire come si è evoluta la figura femminile nel tempo”.