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All Quiet on the Western Front, Avatar: The Way of Water, The Banshees of Inisherin, Elvis, Everything Everywhere All at Once, The Fabelmans, Tár, Top Gun: Maverick, Triangle of Sadness, Women Talking.
I dieci titoli in lizza per il Best Picture dei 95esimi Academy Awards, in programma il prossimo 12 marzo, sono tutti anglo (9, con Everything Everywhere All at Once che contempla anche mandarino e cantonese) sassoni (il solo All Quiet on the Western Front, parlato in tedesco e un po’ in francese) per lingua.
A parte gli asiatici, almeno per origini, interpreti di Everything, ovvero i nominati Michelle Yeoh, Ke Huy Quan e Stephanie Hsu, la prevalenza bianca nei cast dà nell’occhio: è assoluta.
Tutto sul fronte occidentale anche considerando il battesimo festivaliero dei dieci, eccetto Avatar che ha avuto una premiere londinese: Venezia 2, Cannes 2, Toronto 2, Telluride 1, Cinema Con 1, SXSW 1.
Consideriamo dunque la produzione: tutti e dieci i titoli hanno produzione o coproduzione americana, poi Germania (3), Regno Unito (2). Anche qui, anglosassoni.
Potranno dunque gli Academy Awards non premiare – per ora conduce con 11 nomination - Everything Everywhere All at Once, ovvero la massima, invero minima e paraculissima, garanzia di diversity e inclusion nel novero? Probabile, anche qui niente di nuovo sul fronte occidentale.