La Francia sceglie Emilia Pérez per la corsa all’Oscar al Miglior film internazionale . Il musical di Jacques Audiard, già vincitore di due premi al Festival di Cannes, è il titolo selezionato da una commissione presieduta dal critico Charles Tesson e composta, tra gli altri, da Audrey Diwan, regista di La scelta di Anne, e dai vincitori dell’Oscar Florian Zeller Patrick Wachsberger. Emilia Pérez supera i contendenti All We Imagine as Light di Payal Kapadia, Il conte di Montecristo di Mathieu Delaporte e Alexandre de La Patellière e Miséricorde di Alain Guiraudie e, per il mercato americano, sarà distribuito da Netflix.

Dopo le polemiche dell’anno scorso, quando il comitato puntò su Il gusto delle cose anziché sul favorito Anatomia di una caduta (poi candidato a sei statuette e vincitore per la Miglior sceneggiatura originale), il Centre national du cinéma et de l’image animée (CNC) ha rinnovato la compagine elettiva nella speranza di interrompere un digiuno trentennale nella categoria: l’ultima volta in cinquina fu Indocina, che poi vinse, ma in questo periodo l’Academy ha comunque premiato produzioni e talenti francesi, dalla migliore attrice Marion Cotillard al trionfo di The Artist.

In attesa di scoprire il candidato italiano, altri Paesi stanno annunciando le proprie scelte. La Germania punta su The Seed of the Sacred Fig del dissidente iraniano Mohammad Rasoulof che ha trovato rifugio proprio nella nazione tedesca (è una coproduzione con Iran e Francia). Saturn Return di Isaki Lacuesta e Pol Rodríguez è il titolo proposto dalla Spagna: è la storia dei Los Planetas, band indie affermatasi a Granada. L’Austria lancia The Devil’s Bath di Veronika Franz e Severin Fiala, un thriller psicologico ambientato nel mondo rurale di metà Settecento. Il Giappone ci prova con Cloud di Kurosawa Kiyoshi, appena presentato alla Mostra di Venezia.

Da Cannes arrivano anche Flow di Gints Zilbalodis per la Lettonia, Three Kilometres to the End of the World di Emanuel Pârvu per la RomaniaGrand Tour di Miguel Gomes per il Portogallo e Meeting with Pol Pot di Rithy Panh per la Cambogia, The Girl with the Needle di Magnus von Horn per la Danimarca. La miglior opera prima del festival, Armand di Halfdan Ullmann Tøndel (nipote di Liv, nominata all’Oscar e vincitrice del premio alla carriera), è il candidato della Norvegia. 

L’Orso d’Oro di Berlino, Dahomey di Mati Diop, punta alla prima storica prima candidatura del Senegal. Era alla Berlinale anche Shambhala di Min Bahadur Bham, proposta del Nepal. La candidata Maite Alberdi ci riprova con In Her Place, titolo proposto dal Cile. Il documentario collettivo From Ground Zero è la scelta della Palestina, Touch di Baltasar Kormákur corre per l’Islanda. Lajos Koltai, già nominato all’Oscar per la fotografia, è il regista della proposta ungherese, Semmelweis.

La 97a edizione degli Academy Awards si svolgerà il 2 marzo 2025 a Los Angeles.

[articolo aggiornato al 19 settembre]