Da tempo ormai la Disney si è immersa nel live action, portando a un nuovo livello di realismo i suoi classici. L’ultimo della lista era stato La sirenetta, e adesso è in arrivo Mufasa – Il re leone, nelle sale dal 19 dicembre, alla conquista del botteghino nel periodo natalizio. Potremmo definirlo un prequel del franchise. Il film si concentra su Mufasa, il padre di Simba. Racconta la sua infanzia, la crescita, la lotta per il trono e il sorgere di un nuovo regno. In un’avventura che sembra pirotecnica.

Dietro la macchina da presa c’è Barry Jenkins, a firmare la colonna sonora è Lin-Manuel Miranda. È l’autore di uno dei musical più famosi di sempre, Hamilton, per cui nel 2016 ha vinto anche il Premio Pulitzer. Ha un talento sfaccettato, che nel 2021 lo ha portato a essere anche regista, oltre che compositore e attore, per Tick, Tick … Boom!. “Siamo cresciuti tutti con le canzoni di Il re leone. E le sappiamo a memoria. Ovviamente sono un fan. Abbiamo l’illusione di conoscere tutto di Mufasa: è coraggioso, infonde sicurezza. Invece sono rimasto sorpreso quando ho letto la storia. Ci sono molte sorprese, a partire dalla sua giovinezza, dal modo di rapportarsi con gli altri, e naturalmente sul legame con suo fratello. Ma al momento non posso rivelare di più”, spiega Miranda.

© 2024 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.
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(L-R): Mufasa (voiced by Aaron Pierre), Eshe (Thandiwe Newton), and Taka (Kelvin Harrison Jr.) in Disney’s live-action MUFASA: THE LION KING. Photo courtesy of Disney. © 2024 Disney Enterprises Inc. All Rights Reserved. (Disney Enterprises)

Quale ricordo ha di Il re leone?
Avevo quattordici anni. E sono anche uscito in anticipo da scuola, altrimenti non sarei mai arrivato in tempo al primo spettacolo. A colpirmi era stato il trailer: un’alba, una voce tonante che inizia a cantare. È una partenza a effetto. Il messaggio è chiaro: vogliamo la tua attenzione, perché ti stiamo per portare in un luogo che non hai mai visto. In poche parole: Il re leone era un territorio inesplorato.

C’è qualche altro cartone animato che l’ha colpita?
La sirenetta (mi fa vedere la videocassetta, ndr). Ero molto più piccolo, avevo nove anni. Mi affascinavano le influenze caraibiche della colonna sonora. Ho iniziato a interrogarmi sul rapporto tra musica e immagini, mi è venuta l’ambizione di poter un giorno essere io a comporre.

Che cos’è la musica?
Un linguaggio che tutti possono capire, a prescindere dalle differenze. È qualcosa in cui la nostra anima si può specchiare. È parte di noi, risveglia anche ricordi antichi. Quando le note corrette ci inebriano nel momento giusto della nostra vita, diventa un’esperienza che ci eleva. Non esiste nient’altro. È il motivo per cui faccio questo lavoro. Bisogna sempre domandarsi che cosa vogliamo trasmettere, quali emozioni vogliamo creare.

E il cinema?
È il primo amore, la ragazza per cui perdi la testa, la passione che ti accompagna sempre. Ho sempre pensato che avrei fatto film, prima ancora di imparare il solfeggio. Mio padre gestiva un negozio di VHS, nella mia infanzia è stato un paradiso. Ero uno spettatore vorace, guardavo qualsiasi cosa, anche magari qualcosa che non era proprio adatto. Tra il regista e il compositore non ci sono grandi differenze. Entrambi devono veicolare una propria visione di mondo. E l’obiettivo è realizzare quell’attimo, quella sequenza che poi può rimanere impressa a lungo. Le canzoni sono come i dialoghi. È una questione di linguaggio, ma anche di assonanza con la realtà. Pensiamo a Mufasa: il live action è studiato per far credere che ogni istante sia vero.

Qual è la chiave per realizzare gli accordi che caratterizzano un personaggio?
Studiare. Quali sono le sue origini? Quali elementi lo identificano? In quale ambiente vogliamo inserirlo? E poi saper guardare con i suoi occhi, facendosi le domande corrette. Come si sente? Quali sono le sue gioie e i suoi tormenti? Quanto vuole svelarsi al pubblico? Serve tempo, le risposte non sono immediate.

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(L-R): Sarabi (voiced by Tiffany Boone), Taka (voiced by Kelvin Harrison Jr.), Mufasa (voiced by Aaron Pierre), and Rafiki (voiced by Kagiso Lediga) in Disney’s live-action MUFASA: THE LION KING. Photo courtesy of Disney. © 2024 Disney Enterprises Inc. All Rights Reserved. (Disney Enterprises)

Lei è il cuore pulsante di Hamilton.
Ne sono orgoglioso, in estate sarà il decimo anniversario. Ha fatto il giro del mondo. La sento come una storia libera, che mi appartiene. Mi ha fatto crescere, mi ha aiutato anche a gestire la tensione: è stato incredibile. Alcuni oggi mi dicono che è una fonte d’ispirazione, non lo avrei mai immaginato. Credo che amare quello che fanno i tuoi colleghi sia necessario, per migliorarsi. Nel mio caso ho una grande stima per Mark Mancina. Quello che ha realizzato per Oceania è stato encomiabile. Poter collaborare con lui per Mufasa mi ha spinto ad alzare il livello.

Quale tipo di musica ascolta durante le sue giornate?
Quando compongo in realtà nulla, non voglio essere influenzato. Poi non ho preferenze. Mi piace il pop, Beyoncé, ma non solo. Bisogna essere sempre aggiornati, sempre sul pezzo.

È quello che consiglia anche a chi vorrebbe seguire le sue orme?
Assolutamente. Però il mio consiglio è questo: scegliete il vostro “eroe” e seguitelo. Imparate i suoi segreti, le sue abitudini. Perché non si è mai bravi abbastanza, e serve umiltà, sempre. Solo così si può trovare sé stessi e la propria voce. Avendo anche il coraggio di dire che si ha sbagliato. Non sono entusiasta di ogni mio lavoro. Ma va bene così, è l’unico modo per maturare. Bisogna abbracciare sonorità diverse, farsi cullare, e metterci tutto l’amore di cui si è capaci. L’unica via è non accontentarsi, ascoltare qualsiasi cosa, ed essere critici con il proprio operato. Perché lo sto facendo? Ne sei sicuro? Ma senza esagerare. Voglio stupirmi, ma senza perdere il sorriso. È importante sviluppare un proprio gusto, che sia un punto di partenza. Non di arrivo.