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Carey Mulligan e Bradley Cooper in Maestro. Cr. Jason McDonald/Netflix
(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Io e i miei fratelli, Nina e Alex, eravamo molto curiosi ed emozionati di come Bradley avrebbe raccontato la storia dei nostri genitori. Avrebbe potuto raccontarla in modi molto diversi ma ha deciso di coinvolgerci in tutto il processo. Bradley ha fatto di tutto per raccontare questa storia nel modo più autentico possibile. Ha visto la nostra casa, ha deciso di girare anche lì. Ha avuto accesso al nostro archivio. Ma il risultato ci ha ripagato perché tutto in questo film sa di amore e rispetto per nostro padre e per nostra madre Felicia".
A parlare così del film Maestro, opera seconda da regista di Bradley Cooper presentata oggi in concorso alla Mostra di Venezia (senza il regista e attore che aderisce allo sciopero che sta bloccando Hollywood), è Jamie Bernstein, figlia di Leonard Bernstein, il cui libro del 2018 Famous Father Girl: A Memoir of Growing Up Bernstein è stato uno dei punti di partenza del film Netflix (in alcuni cinema a dicembre e sulla piattaforma dal 20 dicembre), incentrato sulla relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein.
"Non parlerei di biopic perché l'intero processo è iniziato molti anni fa ma quando è subentrato Bradley ha cambiato la prospettiva, ha proposto un ritratto del matrimonio, una storia d'amore", aggiunge la 70enne Jamie. Sulle polemiche della comunità ebraica che hanno accompagnato la trasformazione di Cooper in Bernstein con un nasone, Jamie sottolinea: "Non c'è nulla che non sia rispettato anche nella sua iconografia".
Il film che si concentra sul mondo musicale e emotivo del direttore d'orchestra e compositore, affrontando anche il tema della sua bisessualità: "Io - spiega Jamie - scrivo di questo nel mio libro. Bradley lo aveva letto. Io non so se mia mamma abbia davvero incoraggiato mio padre a smentire e a negare le voci. Credo che potrebbe averlo fatto. Nel libro parlo di quanto abbiamo sofferto in famiglia quando noi figli abbiamo scoperto della bisessualità di nostro padre. Ma forse anche l'aver affrontato questo problema ci ha permesso di rimanere molto uniti".
Dal canto suo, Bradley Cooper spiega nelle note di regia del film: "A casa mia si ascoltavano molti album di musica lirica e classica. Passavo ore a immaginare di dirigere un’orchestra, mettendoci tutto l’impegno di un bambino di otto anni. In particolare, ascoltavamo di continuo un’incisione di Leonard Bernstein. Quindi la luce di cui avevo bisogno per realizzare Maestro si era in realtà accesa molti anni prima di imbattermi nel progetto. Dopo un anno di ricerche su Lenny e sulla sua famiglia, e dopo aver preso del tempo per rielaborare il tutto, ho capito che l’aspetto che più mi colpiva era il matrimonio tra Lenny e Felicia. È stato un amore vero, non convenzionale, che ho trovato infinitamente affascinante: ecco la storia che volevo raccontare. Sarò sempre grato a Jamie, Nina e Alex per avermi fatto entrare nella loro famiglia e nei loro cuori: è stata una delle gioie più grandi della mia carriera", confessa il regista e protagonista.