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Francesco Bruni (foto di Karen Di Paola)
“È interessante l’attenzione che mi rivolge quel mondo cattolico che definirei ‘progressista’. Sono agnostico, pieno di dubbi, ma mi accorgo sempre di più che ho delle caratteristiche che mi accomunano al pensiero cattolico: la compassione, la solidarietà, la tendenza alla spiritualità escludiamo. È un’intersezione che mi colpisce, a maggior ragione in un momento come questo, in cui la società fa fatica a mettere insieme le persone che non la pensano uguale”. A parlare è Francesco Bruni, ospite dello Spazio Cinematografo di Ente dello Spettacolo alla Mostra del Cinema di Venezia per ricevere il Premio Famiglia Cristiana, conferito ad artisti e personalità del cinema che hanno mandato un messaggio positivo e ispirato attraverso le loro opere.
“Un riconoscimento che sancisce l’alleanza tra due istituzioni: la Fondazione Ente dello Spettacolo e uno dei settimanali che ha fatto la storia di questo Paese” afferma mons. Davide Milani, presidente FEdS. Dopo il premio assegnato nel 2022 a Krzysztof Zanussi, quest’anno è la volta del regista e sceneggiatore livornese. “Bruni ha una peculiare capacità di raccontare l’universo giovanile senza cadere in facili semplificazioni – spiega Don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana – come dimostra il suo debutto alla regia, Scialla!: la redenzione, la necessità di prendersi cura della fragilità altrui, il dovere di non rassegnarsi sono temi che lo avvicinano al Vangelo. Ecco, la sua opera è quasi un vangelo laico”.
“I ragazzi hanno la stessa complessità degli adulti – riflette Bruni, intervistato da Eugenio Arcidiacono, redattore di Famiglia Cristiana – e vanno considerati per la profondità, le contraddizioni, le paure e le speranze tipiche di chi si trova nell’età della trasformazione, quando non c’è ancora stata la cristallizzazione della maturità”. Il segreto? “Bisogna ricordarsi cosa si è stati a quell’età. Questa è la prima generazione che sente di stare peggio rispetto a quella precedente, è tartassata dai social che la costringe a una continua performance. Ma la sofferenza permette di crescere. Mi irrita riconoscere in mio figlio certe stupidaggini che ho fatto io alla sua età: dovrei essere più comprensivo”.
Con Scialla!, nel 2011 Bruni vinse il premio nel Controcampo Italiano, sezione della Mostra di Venezia che oggi non esiste più: “Non sono molto a favore dei festival, non mi piace la competizione nell’arte, ma mi rendo conto che sono occasioni commercialmente importanti. Grazie a Venezia, Scialla! ha girato il mondo. Tornerei volentieri, ma certo starei più agio su una spiaggia a Livorno”.
Autore delle sceneggiature di classici contemporanei come Ovosodo e Ferie d’agosto, Bruni è tra gli ultimi eredi della stagione della commedia all’italiana: “Oggi ci si prende troppo sul serio, si realizzano principalmente due tipologie di film: drammi senza uno spazio per l’ironia o film comici impropriamente chiamati commedie nelle quali è assente l’ombra del dramma”. Un percorso, dalla sceneggiatura alla regia, simile a quello di Ettore Scola: “Non ci si può paragonare a Ettore Scola – mette le mani avanti – perché non posso mettere il mio nome con il suo nella stessa frase. Per me è come Dio! Quando presentammo Scialla!, alla fine della proiezione si alzò e disse di riconoscere in me un erede. L’avevo conosciuto da giovane alla Masfilm, mi metteva soggezione, poi negli ultimi anni si è molto addolcito. Gli ho fatto leggere le sceneggiature dei miei film, per Tutto quello che vuoi mi sconsigliò di prendere Giuliano Montaldo: lo considerava un cane” ricorda con affetto.
E proprio di Ferie d’agosto è in arrivo il sequel, Un altro ferragosto, in sala (forse) all’inizio del 2023 e che segna il ritorno con Paolo Virzì, storico sodale di Bruni: “Farà ridere e disperare nell’arco di pochi secondi. La cosa sorprendente è che esiste ancora quell’inquietante frattura verticale nella società. Ci incuriosiva capire che fine avessero fatto i due clan del film: oggi quella sinistra è ancora più sconfitta, quella destra è ancora più trionfante”. E mentre è sul set della seconda stagione della serie Netflix Tutto chiede salvezza, Bruni prepara il ritorno sul grande schermo. Ancora top secret.