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Elio Germano in Berlinguer. La grande ambizione
Andrea Segre, Michele Placido, Damiano e Fabio D’Innocenzo, Romana Maggiora Vergano, Tommaso Ragno, Celeste Dalla Porta, Martin Scorsese e Antonio Spadaro, Giorgio Giampà, Milad Tangshir, saranno premiati mercoledì 11 dicembre alle 20 al Cinema Barberini di Roma per i Cinematografo Awards, in una cerimonia esclusiva su invito.
I riconoscimenti sono attribuiti ai protagonisti del mondo del cinema, della serialità e della cultura dai giornalisti e critici della Rivista del Cinematografo (il più antico magazine italiano di critica cinematografica), che sostiene e guarda con particolare attenzione alla produzione italiana, sia riconoscendone gli sforzi sia promuovendone i temi, le storie e i personaggi. La cerimonia di premiazione – curata da Valerio Sammarco, giornalista e critico della Rivista – vuole rendere omaggio a quelle opere e a quegli autori che, al di là degli indubbi meriti artistici, hanno lasciato il segno stimolando riflessioni che fanno parte della storia e dell’idea di cinema che Cinematografo porta avanti.
I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI
- Premio Navicella Cinema Italiano – Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre
Pur restituendo un pezzo della vita di Berlinguer, quella di Andrea Segre è una biografia completa, limpida, che non rinuncia alla complessità di un personaggio tanto iconico quanto ordinario, che sfida l’agiografia e la retorica e abbraccia lo scandaglio umanista e la dimensione emotiva, mettendo al centro l’assillo dell’unità e la sconfitta di un progetto. Con un Elio Germano meraviglioso e naturalmente carismatico, attore che all’imitazione preferisce l’evocazione mimetica, politica e umana.
- Premio speciale insieme dell’opera – Michele Placido
Romanzi popolari, romanzi criminali, il commissario Cattani e il professor Marco Terzi. Poi eroi borghesi, Vallanzasca, Caravaggio e Pirandello: in poco più di 50 anni Michele Placido ha incarnato e raccontato personaggi ed eventi reali e immaginari, figure emblematiche e momenti indelebili della nostra storia, restituendone la complessità e le sfumature nascoste dietro la semplice apparenza. Proprio come avviene ancora oggi, con Eterno visionario, film con cui il cineasta cattura il ritratto autentico e vivido, il tormento e la forza di un artista immenso, Pirandello, che non a caso lo stesso Placido considera il suo padre putativo.
- Premio Navicella Serie – Dostoevskij dei fratelli D’Innocenzo
Solamente dopo tre film, Damiano e Fabio D'Innocenzo passano con disinvoltura dall'opera in formato secco a quella in formato fluviale. Linguaggio cinematografico e linguaggio seriale si sovrappongono senza soluzione di continuità, per un concept che si trasforma passo dopo passo in flusso incontenibile: nudo, a tratti rude, selvaggio, magnetico, con esiti devastanti. La coscienza è sotto scacco, in un’epopea che rifiuta l’epica e si confronta con l’abisso.
- Premio Migliore Interpretazione femminile – Romana Maggiora Vergano per Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini
Dopo l’affermazione grazie al successo di C'è ancora domani, Romana Maggiora Vergano veste con disinvolto spessore e dolorosa profondità la proiezione dei ricordi della regista Francesca Comencini. Che all'attrice affida il suo periodo di vita più difficile e delicato, trovando in cambio la fragile verità di una giovane donna, capace di riaffidarsi all'amore di un padre disposto a tutto pur di salvarla.
- Premio Migliore Interpretazione maschile – Tommaso Ragno per Vermiglio di Maura Delpero
Uomo tutto d'un pezzo, intellettuale che viene dal mondo contadino, padre-maestro che rievoca figure di un tempo perduto, il personaggio del capofamiglia Cesare nel film di Maura Delpero - scelto dall'Italia per la corsa agli Oscar - vive nel rigore, silenzioso e arcaico, che il consueto trasformismo di Tommaso Ragno sa restituire con incredibile severità e potenza, eleganza e sobrietà.
- Premio Rivelazione dell’Anno – Celeste Dalla Porta per Parthenope di Paolo Sorrentino
“Era già tutto previsto”: a parte lei. La sua apparizione è un’epifania che colpisce al cuore, il suo sguardo impone l’esercizio dello stupore, la sua parabola attraversa la vita e ne squarcia il velo. Nella sapienza di chi impara a guardare le cose della vita non smarrisce l’incanto. Nell’incarnare il mistero della giovinezza sa trascendere il tempo e le stagioni. Come Parthenope nasce nelle acque di Napoli e appartiene al mare, Celeste Dalla Porta viene alla luce nel grande schermo e appartiene al cinema.
- Premio Diego Fabbri al miglior libro di cinema – Dialoghi sulla Fede di Martin Scorsese e Antonio Spadaro (ed. La Nave di Teseo)
Se il cristiano è chiamato a cercare Dio dialogando con chiunque, facendosi carico dei dubbi e delle ferite esistenziali anche di chi non crede, come amava ripetere Benedetto XVI, i Dialoghi sulla Fede di Scorsese e Spadaro non sono solo lo spunto per un libro a quattro mani, ma illuminante metodo di ricerca della verità: più ci inoltriamo in pagine dense di considerazioni e aneddoti personali, più dimentichiamo il maestro di cinema e il gesuita per sperimentare la vicinanza fraterna di uomini sempre imperfetti, spesso disorientati, inappagati per grazia divina. Una testimonianza preziosa di come si possa ripensare una comunicazione autentica, di come dire sia anche e soprattutto ascoltare. Una lezione limpida in un’epoca di dialoghi tra sordi.
- Premio Colonna Sonora – Giorgio Giampà per Vittoria di Andrea Cassigoli e Casey Kauffman
Alla terza collaborazione con Cassigoli e Kauffman, Giorgio Giampà – stavolta anche produttore del film – asseconda musicalmente l’incedere tempestoso e malinconico di una narrazione che è vita dentro la finzione, per un racconto sempre teso ad anteporre le ragioni del cuore alle questioni della ragione. E la colonna sonora di Vittoria riesce così ad insinuarsi nelle pieghe di una storia, bellissima, di maternità e adozione, con la stessa naturalezza con cui i due registi riescono a restituire il vissuto di Marilena Jasmine Amato e della sua famiglia.
- Premio Migliore Opera Prima – Anywhere Anytime di Milad Tangshir
Immigrato iraniano, Milad Tangshir guarda al Ladri di biciclette di De Sica elevandolo a metodo comparativo, confronto analitico tra due paesi in riconversione – dal fascismo alla democrazia, dalla società tradizionale a quella multirazziale – per testare l’aderenza, politica prima ancora che estetica, del neorealismo nell’Italia senza passato di oggi. Un approccio fenomenologico capace di rileggere la tradizione del verismo senza soggezioni o furbizie d’omaggio.
Tutti i premi sono realizzati da Pianegonda, sponsor ufficiale dei Cinematografo Awards.