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Foto L. Haegeli /FDC
L’11 aprile sapremo (quasi) tutto della nuova edizione, la 77ma, del Festival di Cannes. Al momento le uniche certezze sono i già annunciati Greta Gerwig e Xavier Dolan come presidenti di giuria, internazionale e di Un Certain Regard, oltre alla première mondiale di Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller, Fuori Concorso (e poi nelle sale italiane dal 22 maggio con Warner Bros.).
Mai come quest’anno appare difficoltoso prevedere quali titoli andranno a comporre la selezione ufficiale del Festival, anche considerando che molti film potrebbero essere sì sulla Croisette ma ospitati dalla Semaine de la Critique o dalla Quinzaine des cinéastes.
Tentando di incrociare lo stato di lavorazione dei vari titoli papabili e le relative release più o meno fissate a livello internazionale, lo slittamento al 31 gennaio 2025 di Mickey 17, il nuovo dramma sci-fi diretto dal regista Palma d’Oro (e Premio Oscar) Bong Joon-ho, interpretato da Robert Pattinson, Mark Ruffalo e Toni Collette, potrebbe lasciar supporre che il film targato Warner Bros. non sarà della partita.
Attualmente in post-produzione è anche il nuovo (e ultimo) film diretto dal 93enne Clint Eastwood, Juror #2 (Warner Bros. anche questo, ma senza release fissata), con Nicholas Hoult protagonista, giurato in un processo che lo costringerà a fare i conti con un profondo dilemma morale: in molti, considerando ovviamente che è il film con cui Eastwood dirà addio alla regia, lo danno per certo in cartellone. A noi rimane qualche dubbio: l’ultima volta che il cineasta è stato in gara a Cannes correva l’anno 2008 (con Changeling, da allora ha diretto altri 11 film), mentre sette anni fa, nel 2017, è stato protagonista di una masterclass.
Sempre per quello che riguarda le ipotesi affascinanti (ma quanto realistiche?) in ballo c’è anche il nuovo lavoro di Terrence Malick, The Way of the Wind, “una rivisitazione di alcuni episodi della vita di Gesù”, con Geza Rohrig nei panni di Gesù Cristo, Mark Rylance nei panni di Satana, Matthias Schoenaerts nei panni di San Pietro, progetto in postproduzione dal dicembre 2019 che, a quanto pare, “potrebbe” essere pronto per il prossimo maggio.
Altro ritorno attesissimo è quello di Francis Ford Coppola con Megalopolis, film (ancora senza distributore, proprio come quello di Malick…) che già dal titolo suggerisce la dimensione kolossal del progetto (oltre 100 milioni di dollari il budget), storia di un architetto (Adam Driver) che progetta un’utopica ricostruzione di New York dopo un disastro che ha devastato la città. Nel cast anche Dustin Hoffman, Aubrey Plaza, Jon Voight, Jason Schwartzman, Shia LaBeouf, Laurence Fishburne e Forest Whitaker.
Previsto nelle sale americane il 28 giugno (data che quindi potrebbe essere funzionale per il lancio internazionale del film targato Warner Bros.), il primo capitolo (di 4, con il secondo già fissato ad agosto) di Horizon: An American Saga rappresenta il grande ritorno in regia di Kevin Costner per un’epopea western di altri tempi: nel cast, oltre al regista-attore, anche Sienna Miller, Sam Worthington, Jena Malone e Abbey Lee.
Fuori concorso potrebbe approdare anche If, il nuovo film diretto da John Krasinski, con Ryan Reynolds e Cailey Fleming, commedia fantasy con enormi pupazzoni a incarnare gli amici immaginari di una vita: release fissata, negli States, il 17 maggio (il 16 in Italia).
Sul fronte dei (quasi) sicuri troviamo: The Shrouds di David Cronenberg (titolo già acquistato per la Francia e per la Russia), interpretato da Vincent Cassel, Diane Kruger, Guy Pearce e Sandrine Holt, incentrato su un uomo d'affari in lutto per la perdita della moglie che costruisce un dispositivo per connettersi con i morti all'interno di un sudario; Kinds of Kindness di Yórgos Lánthimos, che dopo il recente Leone d’Oro a Venezia per Povere creature! dovrebbe tornare a Cannes con questo film ambientato negli States (dove uscirà il 21 giugno ancora una volta con Searchlight Pictures), sempre interpretato da Emma Stone (e Willem Dafoe) più Margaret Qualley, Jesse Plemons e Hunter Schafer; Limonov: The Ballad of Eddie di Kirill Serebrennikov, regista russo habitué della Croisette che traduce per lo schermo il romanzo di Emmanuel Carrère (in sceneggiatura figura anche Pawel Pawlikowski, che inizialmente avrebbe dovuto anche girarlo), con Ben Whishaw protagonista. Il film è una produzione Wildside con Vision Distribution che lo porterà nelle sale; quasi sicuramente ci sarà Bird di Andrea Arnold, stesso dicasi per Polaris di Lynne Ramsay, con Joaquin Phoenix e Rooney Mara, coppia nella vita e anche nel nuovo film di Pawel Pawlikowski, The Island, ancora non terminato.
È pronto anche Maria di Pablo Larraín, biopic sulla Callas diretto dal regista cileno e interpretato da Angelina Jolie (nel cast anche Kodi Smit-McPhee e i nostri Pierfrancesco Favino, Valeria Golino e Alba Rohrwacher). Da capire se il regista di Jackie, Spencer e El Conde preferirà ritornare sulla Croisette (8 anni dopo Neruda, ospitato dalla Quinzaine) o attendere nuovamente la Mostra di Venezia, che dal 2019 a oggi ha selezionato, in concorso, i suoi ultimi 4 film; discorso analogo per Queer di Luca Guadagnino, film tratto dal romanzo di William S. Burroughs e interpretato da Daniel Craig, targato The Apartment proprio come quello di Larraín, teoricamente già pronto e in odore di Croisette (con Challengers – la mancata apertura della scorsa Mostra di Venezia – che arriverà nelle sale qualche settimana prima, il 24 aprile). Anche qui, tentazione Cannes (sarebbe la prima volta in selezione ufficiale, con il mediometraggio The Staggering Girl che nel 2019 venne ospitato alla Quinzaine, o attesa di qualche mese per riapprodare nuovamente al Lido?
Prima di affrontare il tema “italiani”, passiamo rapidamente in rassegna altri autori e titoli papabili, magari non per il concorso principale, ma sparsi tra UCR, Première, Midnight Screenings o Quinzaine: sul fronte horror, Nosferatu di Robert Eggers (anche se la release al 25 dicembre forse non aiuta…), Longlegs di Oz Perkins (con Nicolas Cage), MaXXXine di Ti West, Death of a Unicorn di Alex Scharfman (con John Carpenter autore delle musiche originali…), il misterioso Baby Invasion di Harmony Korine, altro film sperimentale come il precedente Aggro Drift, oltre poi al nuovo di Sean Baker, Anora, con il regista americano che nel 2021 gareggiò per la Palma con Red Rocket, The Apprentice di Ali Abbasi (con Sebastian Stan nei panni di un giovane Donald Trump agli albori della sua scalata nel mercato immobiliare newyorchese), Blitz di Steve McQueen (nel cast, tra gli altri, Saoirse Ronan), film ambientato nella Londra di metà Novecento durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (il film è targato Apple Tv+, quindi per le logiche del festival o avrà distribuzione theatrical o non sarà selezionabile).
Dal resto del mondo potrebbero arrivare il nuovo lavoro di Jia Zhangke (We Shall Be All), con la fedele Tao Zhao protagonista, Le chemin du serpent di Kiyoshi Kurosawa, mentre come da tradizione è nutritissimo il parterre dei cineasti francesi: da Jacques Audiard con Emilia Perez a François Ozon con Quand vient l'automne, passando per Leos Carax con C'est pas moi (autobiopic del regista e della sua opera, che rivisita in forma libera più di 40 anni di filmografia, interpretato dal regista stesso e – neanche a dirlo – dal suo alter ego Denis Lavant), poi la rilettura di Emmanuelle firmata Audrey Diwan, Spectateurs! di Arnaud Desplechin, Les Barbares di Julie Delpy, il biopic sulla Schneider, Maria di Jessica Palud, L'amour ouf di Gilles Lellouche, Monsieur Aznavour di Grand Corps Malade e Mehdi Idir, The Most Precious of Cargoes , film d’animazione realizzato da Michel Hazanivicious, Paris Paradis della franco-iraniana Marjane Satrapi (con Monica Bellucci e Roschdy Zem nel cast), Les femmes au balcon di Noémie Merlant, Marcello mio di Christophe Honoré, con Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve, film fantasmatico sul nostro Mastroianni, Maldoror di Fabrice Du Welz e Les trois amies di Emmanuel Mouret, con Camille Cottin, Sara Forestier e India Hair. E potrebbe essere della Croisette anche À notre beau métier , l’ennesimo nuovo film (realizzato in tempi record) di Quentin Dupieux, commedia dell’assurdo ambientata su un set cinematografico, con cast all star: Léa Seydoux, Vincent Lindon, Louis Garrel, Manuel Guillot e Raphaël Quenard. Tra questi potrebbe nascondersi il titolo che aprirà ufficialmente il Festival: il discrimine come sempre è che l’uscita del film sul territorio francese combaci con il 14 maggio, data in cui avrà il via la kermesse.
CAPITOLO ITALIANI
Al momento è abbastanza difficile immaginare di poter bissare i fasti della scorsa edizione, con ben tre film italiani in gara per la Palma d’Oro. A scatola chiusa potrebbe tornare in concorso Paolo Sorrentino – manca dalla competizione francese dal 2015, Youth – con Parthenope (“Partenope è una donna che porta il nome della sua città. È una sirena o un mito?”), interpretato tra gli altri da Gary Oldman, Celeste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Luisa Ranieri, Silvio Orlando, Dario Aita, Isabella Ferrari, Biagio Izzo, Nello Mascia, Peppe Lanzetta, Giampiero De Concilio, Alfonso Santagata).
Gli altri papabili per una convocazione potrebbero essere Antonio Piazza e Fabio Grassadonia con Iddu, il film su Matteo Messina Denaro interpretato da Toni Servillo e Elio Germano, con Daniela Marra, Barbora Bobulova e Fausto Russo Alesi, poi Gianluca Jodice con Il diluvio (nel cast Mélanie Laurent, Guillaume Canet, Aurore Broutin, Hugo Dillon, Tom Hudson, Roxane Duran, Anouk Darwin Homewood, Vidal Arzoni, Fabrizio Rongione), incentrato sui giorni di poco antecedenti alla morte di re Luigi XVI e della consorte Maria Antonietta.
C’è poi Campo di battaglia di Gianni Amelio, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e interpretato da Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini.
Possibilità anche per Valeria Golino, attrice-regista amatissima sulla Croisette, che potrebbe portare in anteprima mondiale la sua prima fatica “seriale”, L’arte della gioia (dal romanzo omonimo di Goliarda Sapienza), interpretata da Tecla Insolia, Jasmine Trinca e Guido Caprino.
Teoricamente pronti per i giorni del Festival sono anche Eterno visionario di Michele Placido (con Fabrizio Bentivoglio nei panni di Luigi Pirandello), Nonostante, opera seconda di Valerio Mastandrea, l’opera prima di Isabella Torre, Basileia (in lizza per la Semaine), l’opera seconda di Maura Delpero, già con distributore francese (Paname Distribution), Vermiglio o la sposa di montagna, con Sara Serraiocco e Tommaso Ragno.
Ci sarebbe anche The Return di Uberto Pasolini, che rilegge il mitologico ritorno a Itaca di Ulisse, film interpretato da Ralph Fiennes e Juliette Binoche, coproduzione internazionale (Picomedia per l’Italia), con 01 distribution che lo porterà nelle nostre sale. Lo stesso vale per La vita accanto di Marco Tullio Giordana, scritto insieme a Marco Bellocchio e Gloria Malatesta (dal romanzo di Mariapia Veladiano), interpretato da Beatrice Barison, Sonia Bergamasco, Paolo Pierobon, Valentina Bellè e Michela Cescon. Infine ci sarebbe anche Una storia nera di Leonardo D’Agostini, con Laetitia Casta e Andrea Carpenzano: targato Groenlandia e Rai Cinema, al momento ha data di uscita fissata al 16 maggio, con 01 distribution.