Si muove sempre tra due mondi, The Incredible Snow Woman (in originale L’Incroyable Femme Des Neiges), presentato nel Panorama di Berlino 75, e la sua cifra la trova proprio nell’oscillare tra la commedia e il dramma, lo spazio urbano e le terre selvagge, il restringimento e l’allargamento, l’occidente capitalista e il ritorno al ruralismo, la familiarità e l’ostilità, l’oscurità e la trasparenza.

E tutto converge nella protagonista, una donna in bilico tra la ricerca scientifica e lo spirito avventuroso, un’esploratrice esperta del Grande Nord che, da un giorno all’altro, si ritrova senza lavoro né compagno. Allora torna nel suo villaggio natale, incastonato nel Massiccio del Giura (tra Francia e Svizzera): l’idea è di rivedere i fratelli dopo tanti anni, il caso la fa reincontrare con il primo amore, ma nei fatti lo spaesamento è evidente e i motivi del ritorno sono incomprensibili anzitutto a lei.

Come annunciato dall’esplicativo titolo, è nel paesaggio che questa “incredibile” donna delle nevi deve perdersi per ritrovarsi e ritrovare l’armonia perduta per riconnettersi con il mondo, il pezzo mancante per ricostruirsi e restituirsi alla vita. Sébastien Betbeder gioca con le marche del mockumentary e fa vedere come la sua protagonista riacquisti via via confidenza con lo spazio naturale, sottolineando il passaggio in uno slittamento di stile programmaticamente sintomatico dei contesti.

Così le riprese nervose e tese che caratterizzano le prime sequenze in interni cedono il passo a una regia più quieta ma non conciliata, con l’approdo in Groenlandia descritto come un’esperienza che ha bisogno di un nuovo sguardo per essere vissuta fino in fondo. Non è un caso che Betbeder torni dove nel 2016 aveva girato Le Voyage au Groenland, quasi allineandosi all’orizzonte degli eventi attraversato dalla protagonista.

Personaggio che conosciamo sull’orlo del precipizio e che si esalta nell’interpretazione di Blanche Gardin (già anima e corpo di Tutti amano Jeanne e di alcune sortite di Quentin Dupieux), brava nel portarsi sulle spalle il peso del film e a incaricarsi dell’equilibrio necessario (prima rischia di andare troppo sopra le righe, poi troppo sotto). Fotografato con nitore da Pierre-Hubert Martin, interpretato anche da Philippe Katerine e Bastien Bouillon, The Incredible Snow Woman non trova sempre la quadra nell’unire la lievità e il rigore, l’umorismo e il panismo.