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Los Angeles anni 70, non più quella confidenziale e ‘50s di James Ellroy, eppure sempre fessa e arroventata, tra pornografia, intrighi politici, corruzione e il vil denaro che tutto può e nulla concede. Gli (anti)eroi sono due: un detective tarchiato e dalle maniere forti – potrebbe venirvi in mente il suo Bud White di L.A. Confidential – interpretato da Russell Crowe, Jackson Healy, e l’investigatore privato, con testa tra le nuvole (eufemismo) e figlia (Angourie Rice) che gli fa da badante, Ryan Gosling, alias Holland March. Tutto parte da una pornostar vittima di un incidente automobilistico, in realtà, un’esecuzione: i due prima se le danno di santa ragione, ovvero Holland ne prende assai, poi collaborano per scovare la misteriosa Amelia (Margaret Qualley)…
Fuori Concorso a Cannes 69, è Nice Guys, co-scritto (con tale Anthony Bagarozzi) e diretto da Shane Black, lo sceneggiatore di Arma letale da qualche tempo passato anche alla regia (Kiss Kiss, Bang Bang nel 2005 e dopo un digiuno di 10 anni Iron Man 3).
Un’onesta commedia burlesque svagata, iperviolenta e stravaccata, che segnala soprattutto l’ottima chimica tra Gosling e Crowe – vi ricordate agli Oscar? - e che deve tanto allo schema “scemo e più scemo” almeno quanto al canovaccio poliziotto buono (Holland) e poliziotto cattivo (Jackson).
Con qualche tocco splatter e uniforme gusto pop(corn), più di qualche battuta nonsense a segno e, soprattutto, un’ironia metalinguistica, ovvero, parodistica, che omaggia e insieme sfotte il sottogenere à la Arma letale, Nice Guys mantiene quel che promette: due ore senza pensieri, un tot di plasma e due detective improbabili che forse non avranno giustizia, ma un’agenzia investigativa, beh, quella sì.