Prendiamo un regista francese che decide di fare un film sulla lavorazione di un film. Ha molti e diversi esempi ai quali ispirarsi, anche perché il contenitore si presta a esperimenti metatestuali abbastanza sfiziosi, pensiamo a La donna del tenente francese o Lo stato delle cose. Ma è inevitabile che quel regista francese pensi soprattutto a un capolavoro che, toh, è pure francese. Ovvero Effetto notte, che non è solo il film capitale del filone ma anche una stella polare da mezzo secolo.

Cédric Kahn sa di doversi misurare con un monumento; e allo stesso tempo sa che – come dice il produttore verso il finale – “il cinema è una droga”. Nessuno si ritira davvero, tutti ambiscono alla morte di Molière: in scena, cioè sul set, lavorando. Lo dicono due personaggi appartenenti a due diverse generazioni ma accomunati dalla stessa magnifica ossessione: senza cinema non si vive, perché il cinema è la vita.

Making Of
Making Of

Making Of

Sono concetti non originali, d’accordo, che Making Of (presentato Fuori Concorso a Venezia 80) ribadisce spesso, quasi come se non si fidasse fino in fondo di ciò che vediamo, facendo incrociare e mettendo allo specchio i destini di Simon, un regista cinquantenne in crisi sul set e nel privato (il sempre irresistibile Denis Podalydès), e Joseph, un aspirante filmmaker che ha sublimato il troppo dolore in una sceneggiatura (Stefan Crepon). Sono i due cardini di una storia che racconta le riprese di un film, ispirato alla vicenda reale di operai che lottano per impedire la delocalizzazione della fabbrica in cui lavorano.

Naturalmente i problemi chiamano altri problemi: i giovani e rampanti coproduttori vorrebbero un lieto fine per vederlo come commedia sociale, il regista tiene il punto sulla dimensione tragica, il produttore sparisce mettendo la troupe in mezzo a una strada, la direttrice di produzione non sa come far quadrare i conti, gli interpreti sbarellano. Tutto è filtrato dallo sguardo di Joseph, chiamato in corsa e per caso con l’incarico di realizzare il dietro le quinte del film.

Making Of
Making Of

Making Of

Making Of è tanti film in uno: il “film nel film” che si pone come termometro dei conflitti sociali francesi e il “film attorno al film” che cerca di farsi allegoria dei rapporti di forza nel capitalismo; la catabasi di un regista alle prese con il fantasma del fallimento e il battesimo del fuoco di colui che sarà un autore di domani (il “making of” rivela già uno sguardo personale e carismatico); una commedia su un gruppo di sconfitti che cerca disperatamente di portare a casa la giornata (un Boris serio, c’è anche un attore ridicolo che si prende molto sul serio, interpretato da Jonathan Cohen) e un affresco teorico che mette in scena i conflitti nella società attraverso le crepe di un microcosmo.

A volte un po’ ridondante, a volte in deficit d’ossigeno, a volte disomogeneo: Effetto notte è lontano, ma è comunque un film vivo e umano, consapevole che, sì, se stiamo qui a parlarne forse davvero “il cinema è una droga”.