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Scritto dalla regista Stéphanie Di Giusto con Sarah Thibau, in collaborazione con Thomas Bidegain, La Danseuse (Io danzerò) è la vera storia di Loie Fuller, una ragazzona nata nel grande ovest americano che sarebbe diventata la stella dei cabaret parigini della Belle Époque, dopo essersi inventata la danza della serpentine: nascondendosi sotto metri di tessuto leggero, le braccia prolungate da lunghi bastoncini di legno, grazie a un artificio di movimenti e luci, era ogni sera fiore, fuoco, farfalla. Ma l'amore per un'ambiziosa ballerina americana e la schiena che inizia a cedere sotto il peso di un'arte dolorosamente fisica, metteranno in pericolo la sua carriera.
L'accurata ricostruzione d'epoca (siamo ai primi del '900), il fascino di un personaggio femminile insieme fragile e indomito e la storia così particolare di una cowgirl goffa che arriva a ballare per l'Opera di Parigi sono i punti di forza di questa decorosa opera prima, impreziosita da un cast perfetto (a partire dalla protagonista, Soko) ed esaltata - alla faccia di quelli che pensano che l'arte sia roba da debosciati - dalle magnifiche e maceranti performance del personaggio.
Nulla di trascendentale, ben inteso, ma realizzato con mestiere e "sporcato" quel tanto che basta per non scivolare nella maniera.