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Elizabeth Lail guida, da protagonista e volto carismatico della pellicola, un horror dalle dinamiche tutto sommato già viste. Una strana app che, una volta installata, è irremovibile predice l’esatto momento della morte, richiedendo che l’utente ne “accetti i termini e le condizioni”. Da ciò, il countdown che dà nome al film, lo stesso che i personaggi dovranno affrontare, psicologicamente e fisicamente.
Quale sia l’esatta natura del male, manifestatosi stavolta in via digitale, sta allo spettatore scoprirlo. Purché non ci si aspetti nulla di (lontanamente) trascendentale, è una scoperta godibile. Certo, nel genere horror è un compromesso non da poco: basta essere un poco smaliziati per non saltare più all’ennesimo (prevedibile) jumpscare.
Da apprezzare, spavento a parte, un paio di meccanismi che Countdown introduce, senza calcare troppo la mano. Un paio di personaggi in particolare, un dottore aggressivo (Peter Falcinelli) e un reverendo amante del pericolo (P.J. Byrne), pur pescando a piene mani da stereotipi del genere riescono a incastrarsi nella vicenda dandole un pizzico di originalità in più.
Una boccata d’aria fresca, in un film canonico anche nella durata (90’) che fa di molte necessità qualche virtù. Un peccato che non si approfondisca di più nessuno degli spunti, ossessione da cellulare compresa. Quel che rimane: bene ma non benissimo.