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Non è la prima volta che il cinema italiano porta in sala la storia di una ragazza problematica. Da poco Ciro De Caro ci aveva fatto conoscere Giulia, interpretata dalla brava esordiente Rosa Palasciano, una ragazza fragile che vagava alla ricerca di un posto e di un rifugio sicuro nel mondo. Adesso la giovane regista Carolina Cavalli ci racconta nella sua opera prima Amanda, presentata in concorso a Venezia nella sezione Orizzonti Extra e in sala dal 13 ottobre distribuita da I Wonder Pictures, una ragazza per tante cose simile a Giulia.
Si dice che in Nomen omen, ovvero che il nome è un presagio. È proprio il caso di Amanda, interpretata dalla bella e brava Benedetta Porcaroli, la quale vorrebbe tanto sentirsi “degna di essere amata”. Dal latino amandus, gerundivo di amare, Amanda, con le sue gambe esili e con i suoi grandi anfibi neri vaga per il mondo nascondendo dietro la sua corazza di durezza l’immenso desiderio di non sentirsi sola e di essere amabile. Sopra tutto vorrebbe tanto che Rebecca (Galatéa Bellugi) fosse la sua migliore amica.
Peccato che il suo carattere non la faciliti affatto: aggressiva e poco empatica quando ricerca amore e restia con chi desidera tanto da non accettare passaggi a casa per fare l’autonoma con il triste risultato di perdere possibili fidanzati (il cantante Michele Bravi, al suo debutto al cinema).
Simile per la tematica, diverso nella forma rispetto al film di Ciro De Caro che ci raccontava la generazione dei trentenni con uno stile naturalistico e ridotto all’osso, Amanda vira verso atmosfere più pop e quasi iperrealistiche come la bella locandina stile pop art con la Porcaroli in costume coloratissimo sdraiata su un materassino in piscina (poster rilasciato quando è stato annunciato che il film sarebbe stato presentato in anteprima anche al Toronto Film Festival).
Un cast ben assortito e giovane, tra gli altri anche Monica Nappo, Margherita Maccapani Missoni (l’erede della famiglia Missoni) e Giovanna Mezzogiorno, nel quale spicca l’ottima interpretazione di Benedetta Porcaroli, che si conferma un’attrice in grado di coprire una vasta gamma di registri (come già aveva dimostrato nella sua ultima interpretazione ne L’ombra del giorno di Giuseppe Piccioni) ma anche l’atmosfera a tratti western e suburbana di una Torino inedita, tra rave e cavalli, nonché la colonna sonora, rendono questo film “amabile” come la sua protagonista.