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All’annuncio della selezione ufficiale di Cannes69 c’è stato più di qualche timido mugugno: “Nessun italiano in gara per la Palma!”. Come se il fatto che l’anno scorso ce ne fossero stati tre dovesse per forza di cose essere un “modello” da replicare ogni volta. È andata così, pazienza. Vedremo buoni (se non ottimi) film di altri paesi. Per quanto riguarda i film nostrani, nessuna paura, basterà cercarli al di fuori del concorso. E, addirittura, la truppa italiana è più numerosa del solito.
Pericle il nero
In Un Certain Regard c’è Pericle il nero di Stefano Mordini (nelle sale dal 12 maggio), progetto che inizialmente avrebbe dovuto realizzare Abel Ferrara, poi Francesco Patierno. Tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino e incentrato su Pericle Scalzone (Scamarcio), che di mestiere fa “il culo alla gente” per conto di Don Luigi, boss della Camorra emigrato in Belgio.
Sempre nella selezione ufficiale, come Special Screening, troviamo L’ultima spiaggia del greco Thanos Anastopoulos e dell’italiano Davide Del Degan: un anno trascorso su una spiaggia di Trieste, dove un muro divide ancora oggi gli uomini dalle donne. Riflessione tra il serio e il divertito su separazione e confini, identità e generazioni.
I registi de L'ultima spiaggia, Thanos Anastopoulos e Davide Del DeganLa scorpacciata azzurra, infine, sarà alla Quinzaine des Réalisateurs: l’apertura è affidata a Marco Bellocchio (che torna alla Quinzaine 30 anni dopo Diavolo in corpo) con Fai bei sogni, tratto dal romanzo di Massimo Gramellini e interpretato da Valerio Mastandrea, Bérénice Bejo e, tra gli altri, Fabrizio Gifuni: un segreto celato per quarant’anni, il dover affrontare un grande dolore, il timore di vivere, la difficoltà di accettare la realtà.
Fai bei sogni
Realtà difficile da affrontare anche per i protagonisti di Fiore, nuovo film di Claudio Giovannesi, ambientato in un carcere minorile, dove Daphne (Scoccia) e Josh (Algeri) si innamorano l’una dell’altro. Ma maschi e femmine non si possono incontrare: la loro è una relazione fatta di sguardi, da una cella all’altra, lettere clandestine e brevi conversazioni attraverso le sbarre. Nel cast, anche qui, Valerio Mastandrea, nei panni del padre della ragazza.
FioreE poi c’è Paolo Virzì, con La pazza gioia (nelle sale dal 17 maggio), storia al femminile con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti: “È un grande piacere, specie la collocazione nella sezione più scapigliata e meno pomposa. Siamo emozionati di mostrare la nostra storia di follia, di ribellione alle regole, di amicizia curativa tra due donne dalla vita complicata. Quel poco che conosco del Festival di Cannes, avendolo frequentato finora solo da spettatore, o per incontri di lavoro, è che sembra una messinscena perfetta per dare ad un cineasta la sensazione strepitosa di essere, almeno per qualche giorno, al centro del mondo”. A prescindere da quale sia la sezione che ospita il film: conta esserci, con la giusta gioia.
La pazza gioia