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(Cinematografo.it/Adnkronos) - Una ricerca approfondita, nel solco di curiosità appassionata che caratterizza tutto il suo lavoro cinematografico, per arrivare all'essenza della santità di Padre Pio, e poterla raccontare scevra di giudizi, in modo concreto e reale. E' questo lo sforzo che Abel Ferrara racconta ai giornalisti nel presentare il suo 'Padre Pio' alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia in concorso alle Giornate degli Autori. "E' stato un lavoro molto approfondito -ha spiegato il regista statunitense- dove abbiamo ripercorso non solo tutti i territori dove era stato Padre Pio ma soprattutto i luoghi dell'eccidio di San Giovanni Rotondo".
Il film, interpretato da Shia LaBoeuf, racconta la figura mistica del grande santo di Pietrelcina rivisitando il tragico episodio dell'eccidio di San Giovanni Rotondo avvenuto il 14 ottobre del 1920, quando in Piazza Municipio vennero uccise 14 persone e 60 rimasero ferite. Fu la prima vittoria socialista contadina repressa nel sangue, che coincise con l'arrivo in città del giovane frate. "Perché un film su Padre Pio? -spiega Ferrara rispondendo alle domande dei cronisti- Perché io l'ho conosciuto come un santo, fin dalla prima volta che ne sentii parlare, e mi sono chiesto: cosa rende una persona un santo? Ricordo che stavo lavorando a Napoli, e a Napoli, ovunque tu ti possa trovare, vedi immagini e icone o di Maradona o di Padre Pio, e mi sono appassionato e incuriosito".
Quello che è emerso, rivela il regista, l'ha spinto a realizzare un film su di lui. "Ho scoperto che è stato un uomo di compassione, di pietà, di servizio -dice Ferrara- Un uomo che non si è mai mosso dalla Puglia, dove ci sono temperature altissime, eppure lui stava con questi abiti così pesanti sempre addosso ad ascoltare le lamentele delle persone, e aveva sempre una risposta, e questo lo ha reso famoso in tutto il mondo sebbene non si sia mai mosso da lì".
Una figura affascinante e misteriosa arrivata lì "senza nulla a cavallo di una asino, è riuscito a costruire un ospedale da 35 milioni di dollari in un luogo dove non c’era nulla". Il cineasta, come già in altre occasioni, accosta la figura del frate di Pietrelcina a due figure iconiche della letteratura. "Per me lui è come Pasolini e Baudelaire, un grandissimo scrittore, che scrive cose incredibili. Ci ha consentito di arrivare al suo cuore, ecco perché un film su di lui".
Sul protagonista Shia LaBoeuf, artista travagliato che ha più volte sottolineato come questo film lo abbia tolto dal baratro di una volontà suicida ridandogli speranza e donandogli una prospettiva spirituale, aggiunge poche parole: "Non conoscevo Shia LaBoeuf ci siamo incontrati su Zoom, abbiamo parlato e il modo in cui è avvenuto è già un miracolo già in sé".
Girato in un mese prevalentemente a Monte Sant'Angelo, in Puglia, dal 24 novembre al 17 dicembre 2021, il film -che ha tra i protagonisti anche Asia Argento, Luca Lionello, Brando Pacitto e Mrco Leonardi- è presentato dalla pulia Film Commission e dalla Regione Puglia, ed è prodotto dalla Maze Pictures (tedesca), Interlinea Film (italiana) e Rimsky Productions (inglese).