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“Mi sono sempre considerato un romantico, sebbene le donne della mia vita non sempre siano d’accordo…”. Parola di Woody Allen che apre per la terza volta il Festival di Cannes con Café Society, commedia amara interpretata da Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Blake Lively, Corey Stoll e splendidamente fotografata dal nostro Vittorio Storaro: “E’ un direttore della fotografia iconico, lavoro sempre – dice Allen – con i migliori e lui stavolta era disponibile: è un genio della fotografia”. “Ho avuto l’opportunità – ribatte Storaro – di essere diretto da Allen, la possibilità di rendere una storia visualmente, nella relazione tra luce e colori. Noi usiamo il linguaggio delle immagini, viceversa, il digitale fa parte del linguaggio del progresso, per noi poco cambia”.
Girato tra Los Angeles e New York, Café Society racconta la storia di un giovane uomo, Bobby Dorfman (Jesse Eisenberg), che molla i genitori conflittuali, il fratello gangster e la bigiotteria di famiglia nel Bronx per raggiungere la Hollywood degli anni ’30 con la speranza di lavorare nell’industria cinematografica, complice lo zio agente d’attori, Phil (Steve Carell). Si innamorerà di una ragazza che come lui lavora per lo zio, Vonnie (Kristen Stewart), ma non saranno solo rose e fiori…
Allen prende spunto da una battuta, centrale, del film, “La vita è una commedia scritta da un commediografo sadico” e sottolinea: “Tradire una moglie, se lo vediamo dall’esterno, può anche essere divertente, perché ci sono momenti farseschi, ma le bugie, la donna tradita la rendono una storia molto triste. Diciamo che ci possono essere prospettive comiche in un’esistenza fatta di tristezza e crudeltà”.
Il regista, per la 14esima volta fuori concorso sulla Croisette, spiega anche perché Café Society non è, appunto, in competizione: “Non ci credo, il cinema è arte, non sport, non esiste il miglior film: uno può avere il proprio preferito, ma essere in competizione andrebbe contro il buon senso”.
Venendo agli attori, Allen spende parole di elogio per Kristen Stweart: “Avevo bisogno di qualcuno che potesse interpretare un’adorabile segretaria del Nebraska e che, più tardi nel film, avremmo visto in pelliccia e gioielli, risultando semplicemente fantastica”.
Tornando al romanticismo, Allen conclude: “Io provo sempre a essere romantico, ma stavolta a rendere tutto più romantico c’è New York, il passato, gli anni ’30, la Hollywood di Clark Gable e Cary Grant. Tutto è così terribilmente romantico, a partire dalle storie d’amore complicate”.