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“Mi è piaciuto molto il discorso del vostro presidente (della Repubblica, Sergio Mattarella, NdR): ha sottolineato le difficoltà del cinema italiano, ma anche che è vivo, apprezzato e conosciuto nel mondo”. Così Quentin Tarantino, al Quirinale per la 59esima edizione dei David di Donatello, dove questa sera ritirerà le due statuette incassate, quale miglior film straniero, da Pulp Fiction (1995) e Django Unchained (2013).
Mattarella ha citato il suo Mr. Wolf di Pulp Fiction (“Nemmeno lui riuscirebbe a risolvere tutti i problemi” dell’Italia) e, confessa Quentin, “è stata una sorpresa, molto divertente”.
Tre mesi fa Tarantino ha finito di girare il suo nuovo film, un altro western, The Hateful Eight: “No, non credo che sarà alla Mostra di Venezia né in altri festival. Uscirà a Natale negli Usa, a gennaio in Europa e nel resto del mondo”. Come il precedente Django, “è più vicino allo spaghetti-western che a John Ford e John Wayne: non per scimmiottarlo, ma perché quel genere mi attira, mi piace lo stile, il surrealismo, e voglio omaggiarlo una seconda volta”.
Sui David, “questi premi non solo rafforzano il mio legame con il cinema italiano, ma quando vengo qui facendo 14 ore di aereo lo faccio per i miei fan italiani, per dimostrare loro quanto ci tengo. Comunque, per me e il cinema di genere un po’ pazzo che faccio il riconoscimento della vostra industria è uno degli onori più grandi che potevo ricevere”.