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“Fare in modo che l’azienda funzioni, che l’infrastruttura abbia un ruolo per il paese e i conti in ordine”. Parola di Nicola Maccanico, ad di Cinecittà Spa, che alla 79. Mostra di Venezia presenta il primo anno di piano industriale degli Studi 2021-2026. In carica da quasi 18 mesi, Maccanico dice che “i soldi del PNRR non servono a tornare gli antichi, sarebbe improprio, ma sono una sfida per il futuro”.
Nell’immediato, serve “far funzionare quello che c'è, ovvero i 19 teatri di posa: ad aprile 2021 avevano un’occupazione del 30/40%, nel 2022 e per buona parte del 2023 si registra piena occupazione, con 11 produzioni al giorno mediamente, che salgono con la postproduzione a 15/16, e 2500 persone impiegate al giorno”.
Serie, film, intrattenimento, “quel che non supera la Cinecittà prepandemica sono solo gli eventi, perché gli studios sono occupati”. Tra i lavori in situ, Il sol dell’avvenire di Moretti, Without Blood di Angelina Jolie, Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, i nuovi film di Paola Cortellesi, Pietro Castellitto, nonché Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, la serie M da Antonio Scurati diretta da Joe Wright, Il comandante di Edoardo De Angelis.
Da sottolineare, poi, il contratto strategico con Fremantle che prevede l’affitto continuativo di 6 teatri di posa di Cinecittà per cinque anni, e gli accordi con i Lumina Studios per 4 teatri siti a Roma Nord per il periodo che servirà alla realizzazione dei nuovi teatri di posa.
Sul fronte innovazione tecnologica e sostenibilità, “in 10 anni l’impatto zero, molto prima il carbon neutral per cui serviranno 3-5 anni” e “uno smart stage tra i più grandi d'Europa, che accoglie l’evoluzione della realtà virtuale”.
Complice il PNRR e “un credito di imposta molto vantaggioso, che dimostra come il sistema Paese Italia stia funzionando”, Cinecittà andrà incontro a un nuovo sviluppo: “Abbiamo bisogno di crescere per essere più competitivi, abbiamo bisogno di più teatri e più grandi”. In cantiere 5 nuovi teatri e il restauro di 4, “alla fine del percorso si registrerà un + 60% di aumento degli spazi, ovvero 20mila metri quadri entro il 2026”.
E non finisce qui: altri 8 teatri verranno edificati su nuovi terreni, se si riesce entro il 2026, per 31 ettari, di cui 15 destinati alla costruzione dei teatri, 16 di backlot, ovvero terreno vergine per scenografie all'aperto.
Conclude Maccanico, “che Cinecittà abbia un mercato ricco è una buona notizia per tutti, ma – mi chiede l stampa - come fare ricadere questa ricchezza su qualità? Serve tempo, questa fase di forza economica dell’industria audiovisiva ha alcune problematiche nella costruzione dei progetti, si fanno le cose di fretta, e la fretta è nemica della creatività. Prendo l’esempio di Gomorra, che è figlia di tanto tempo: serve, per fare le cose migliori”.