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Abbas Kiarostami, il celebre regista iraniano, è morto oggi, 4 luglio 2016, all’età di 76 anni. Palma d’Oro a Cannes nel 1997 per Il sapore della ciliegia, aveva un tumore gastrointestinale, diagnosticato a marzo 2016: “Abbas Kiarostami, che si era recato in Francia per curarsi, è morto”, ha dichiarato l’agenzia di stampa iraniana Isna. Dopo quella in patria, a Parigi era stato sottoposto in aprile a una seconda operazione, invano.
Oggi il Cinema piange un suo riconosciuto maestro, capace di legare il proprio nome, ovvero la propria idea poetico-stilistica, alla rinascita della filmografia persiana, cui regalò un'elegia della vita quotidiana, colta nel suo farsi con lunghi piani sequenza, rifiuto della spettacolarizzazione, attenzione agli ultimi, valorizzazione non patetica né pletorica del sentimento, dell'emozione. Un cinema semplice e intimamente lirico, raffinato senza sforzo, elegante senza esibizione, colto senza ostentazione, plasmato inquadratura dopo inquadratura, film dopo film nel segno di un umanesimo senza confini, con un'indicazione geografica tipica, ma non esclusiva, anzi, immediatamente e felicemente inclusiva. Sotto gli ulivi, Il sapore della ciliegia, Il vento ci porterà via sono solo alcuni dei titoli che non se ne andranno, che a ogni visione ci riconsegneranno un uomo con la macchina da presa, un poeta con l'occhio in camera, un regista con il cuore in campo: Abbas Kiarostami.
Regista e sceneggiatore, nato a Teheran il 22 giugno 1940, Kiarostami frequenta un corso di pittura presso la facoltà di Belle Arti. Nel 1969 gli viene chiesto di creare un dipartimento cinematografico a Kanun, che diventerà un punto di riferimento per la nuova cinematografia iraniana. Kiarostami vi realizza tutti i suoi lavori fino al 1992. Presente ai maggiori festival internazionali, ottiene il primo importante riconoscimento con il Pardo di bronzo a Locarno nel 1987 con Dov'è la casa del mio amico?. Nel 1992, La vita continua conquista il Premio Rossellini a Cannes. Nel 1993 è chiamato a far parte della giuria al Festival di Cannes e nel 1995 in quella di Venezia.
Il sapore della ciliegiaNel 1997 vince ex-aequo la Palma d'oro a Cannes con Il sapore della ciliegia. Con Il vento ci porterà via (1999, di cui cura regia e sceneggiatura) si aggiudica il Gran Premio della Giuria alla 56. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Si dedica ai documentari, con ABC Africa nel 2001, e torna in Concorso a Cannes con Dieci nel 2002, per il quale cura anche la fotografia. Nel 2002 dirige un segmento del film collettivo Ten Minutes Older: The Trumpet, che viene presentato a Un certain regard al Festival di Cannes dello stesso anno.
Sotto gli uliviSe Ten Minutes Older era un insieme di cortometraggi sul tema del tempo, così Five è formato da cinque corti sul tema dell'acqua, ed è ciò a cui il regista iraniano lavora nel 2004. In 10 on Ten (2004) rivela i retroscena della sua regia e ancora una volta è regista di un film composito e corale come Tickets (2005) nel quale collabora dietro la cinepresa con Ermanno Olmi e Ken Loach; di nuovo sulla stessa scia gira un cortometraggio di 3 minuti sulla propria visione del cinema in Chacun son cinéma (2007 - Where is My Romeo?).