Uno spettatore interrompe e riscrive una tragicommedia deprimente. Dupieux parteggia per lui e riflette su senso e fruizione dell’arte scenica. Grottesco, straniante, rabbioso, con diversi pregi e qualche neo
Il topolino Yuku a caccia del fiore che salvi la nonna dalla morte. Fiabesco viaggio di formazione senza qualità, né novità che non riesce ad accendersi neanche con gli strappi musicali che lo compongono
L’amore tossico di Yuri per Agostino dentro la campagna abruzzese. Possessione e scoperta di sé nell’esordio al lungometraggio di Bozzelli in concorso a Locarno. Storia usurata, tenuta a galla da una certa coerenza di stile
Laura Luchetti rilegge Cesare Pavese: un racconto di formazione sulla scoperta del desiderio messo in scena come un corpo a corpo con l’ottima Yile Yara Vianello. Ma manca uno slancio
Il tempo delle mele marce secondo Annarita Zambrano, “voce di dentro” della Roma altoborghese, con le vite selvagge di una generazione bruciata dentro il potere: l’affresco è acido, grottesco e nichilista, ma ci vuole polso e tenuta anche nell’esibizione dell’osceno
“Grato a Oliver Stone, con JFK è emerso il lavoro del montatore”, dice il due volte Premio Oscar, reduce da Ferrari di Michael Mann: “Non un biopic ma un film tragico e difficile da realizzare”. Stasera il Locarno Film Festival lo premierà con il Vision Award Ticinomoda.
Oltre al presidente Lambert Wilson, la regista scozzese Charlotte Wells, l’attrice iraniana Zar Amir Ebrahimi, il CEO e Direttore della European Film Academy Matthijs Wouter Knol e Lesli Klainberg, Presidente del Film at Lincoln Center
Omaggio all’attore svedese con la proiezione di Good evening, Mr. Wallenberg e l’anteprima fuori concorso di What Remains, in cui recita con il figlio Gustaf
In Concorso i nuovi film di Radu Jude, Lav Diaz, Eduardo Williams, Annarita Zambrano e l’opera prima di Simone Bozzelli. Piazza Grande le anteprime di La bella estate di Laura Luchetti e l’Otello secondo Edoardo Leo. Dal 2 al 12 agosto
Al grande montatore il riconoscimento della 76ma edizione del Festival. Il direttore Giona A. Nazzaro: “Ha rivoluzionato il modo di pensare il modo di giuntare un’immagine all’altra”
Il maestro taiwanese riceverà il riconoscimento domenica 6 agosto in Piazza Grande. “Il suo cinema è un appassionante crocevia di storie e linguaggi”, dice il direttore Giona A. Nazzaro
“Una figura cardine del cinema moderno, dotato di un fiuto infallibile e guidato dalla sua passione, ha lasciato un segno fondamentale” dichiara il direttore artistico Giona A. Nazzaro. Premiazione il 10 agosto
“Cineasta imprendibile e inclassificabile, anarchico e insurrezionale, pericoloso e poetico nella sua divertita e colta radicalità” spiega il direttore artistico Giona A. Nazzaro
L’icona del Festival si fonde con una figura femminile e accoglie un nuovo colore, il blu, per aprirsi a un mondo in via di definizione e ricco di possibilità
“Espectáculo a diario – Las distintas temporadas del cine popular mexicano”: un’intensa ricognizione della produzione dagli anni ‘40 fino alla fine degli anni ‘60. Dal 2 al 12 agosto 2023