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Ivan Franek in Kalavria
“Abbiamo voluto raccontare un’altra Calabria, la sua dimensione magno greca e arcaica, portando un mito antico nel contemporaneo. La Calabria è una terra accogliente con dei valori pazzeschi”. A dirlo è la regista Cristina Mantis che, in anteprima al Bif&st nella sezione Italianfilmfest, ha presentato il suo Kalavrìa con Ivan Franek, nel ruolo di Ulisse.
Nel film anche Agnese Ricchi, nella doppia veste di produttrice di Ganesh produzioni e di Circe, il produttore, nonché direttore del Centro Teatrale Meridionale, qui nei panni di Pitagora, Domenico Pantano, Edda Dell’Orso ovvero la voce di Penelope, e Mario Mazzarotto per Movimento Film. E poi: Alexandros Hahalis, Badara Seck, e Gioacchino Criaco. La storia è quella del mito: il novello Ulisse, approda naufrago e privo di memoria lungo le coste della Calabria dove passato e presente convivono in una terra inedita. È qui, secondo gli studi dello storico tedesco Armin Wolf, che Ulisse fece la sua ultima tappa prima di tornare a Itaca.
“All’inizio volevo solo raccontare la storia del Centro Teatrale Meridionale che oggi purtroppo ha dovuto chiudere- dice la regista nata a Sibari in Calabria-. Volevo parlare di Domenico Pantano, una persona che si è ostinata a portare ovunque la cultura. Ma poi ho deciso di raccontare la Calabria e le sue contraddizioni. Il mio è un doc che vuole riflettere sullo stato identitario di questa regione. Si parla anche di migrazione. Noi eravamo molto ricchi e purtroppo c’è stato un saccheggio con l’Unità di Italia. Per molti iniziava la svolta, per noi iniziava la migrazione. Alcuni paesi si sono spopolati per via della migrazione, altri, come Africo, per le alluvioni. Ho voluto restituire a questi luoghi una dignità anche attraverso le persone. Ci sono personaggi reali, come la signora che dà da anni da mangiare ai gabbiani o lo scrittore Gioacchino Criaco che dice che noi siamo oriente e dobbiamo cambiare la retta del nostro sguardo. E altri che sono personaggi mitologici come Ulisse e Circe”. E su Ulisse e l’amore dice: “Ulisse ha una sua storia non ordinaria. Lui vive due storie d’amore straordinarie e l’una non è meno dell’altra. Da un lato c’è Penelope, la voce di Edda Dell’Orso, che lo aspetta, e arriva a fare qualcosa di immortale pur di ricongiungersi con l’amato poiché la sua voce si fa vento. Poi c’è Circe che rinuncia alla sua immortalità pur di stare con Ulisse. Quindi chi lo ha amato di più non si sa”.
“Ulisse è l’unico uomo che non si trasforma in maiale- dice Agnese Ricchi-. Lui però deve proseguire sulla sua strada perché deve tornare a Itaca. Un mito con l’aspetto umano e carnale”.
“Abbiamo preso l’umanità del personaggio di Ulisse raccontando il suo percorso alla ricerca di sé stesso e dei vari luoghi- dice l’attore Ivan Franek, divenuto noto ne il film di Silvio Soldini Brucio nel vento-. Cristina sapeva dove voleva portarci e mi faceva sempre improvvisare. Mi sono dovuto spogliare per dare vita a un dialogo di sincerità e umanità. Ho avuto un approccio quasi non attoriale”. Originario della Repubblica Ceca, ma da tempo diviso tra l’Italia e la Francia dice: “Vivo queste tre culture differenti da tanti anni e penso che la migrazione faccia parte dell’umanità da sempre. Guerre e problemi economici sono tante le motivazioni. A Praga ci sono tanti mix di culture. Adoro la Calabria era la terza volta che ci lavoravo. Sono posti speciali e anche le persone sono meravigliose”. Infine conclude: “Se per una vita vivessimo un decimo di quello che ha vissuto Ulisse saremmo felicissimi”.