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Una terapia di gruppo
“La salute mentale è importante tanto quella fisica”. Così Margherita Buy protagonista insieme a Claudio Bisio, Claudio Santamaria, Valentina Lodovini, Leo Gassmann, Ludovica Francesconi e Lucia Mascino di una Terapia di gruppo. Che è poi il titolo dell’ultimo film di Paolo Costella, prodotto da Warner Bros. Entertainment e Roberto Sessa per Picomedia e in uscita il 21 novembre con Warner.
Si potrebbe anche intitolare “Sei personaggi in cerca di uno psicoanalista”, come suggerisce Bisio, perché il film parla appunto di sei persone affette da Disturbo Ossessivo Compulsivo che ricevono per errore appuntamento alla stessa ora nello studio di un luminare della psicoterapia. Loro sono: Federico (Bisio) affetto dalla sindrome di Tourette, Annamaria (Buy) maniaca del controllo, Emilio (Santamaria) ossessionato dal calcolo matematico, Bianca (Lodovini) fissata con la pulizia, Otto (Gassmann) sempre connesso con il suo cellulare e infine Lilli (Francesconi) che ripete sempre tutto due volte. Tra loro anche la segretaria dello studio ovvero Luicia Mascino.
Tratto dal soggetto originale di Laurent Baffie e dall’adattamento spagnolo di Juliàn Quintanilla Toc Toc diretto da Vicente Villanueva il film tratta con leggerezza disturbi e ossessioni con cui ci confrontiamo più o meno tutti.
“Ci siamo allontanati dalla versione spagnola- dice Bisio-. Abbiamo girato l’estate scorsa in un appartamento ai Parioli a Roma. Faceva un caldo tremendo. Ogni nostro personaggio è doppio e non è mai quello che dice di essere. Tutti abbiamo un po’ queste ossessioni compulsive. Anche io talvolta per gioco non calpesto le righe per terra. Per raccontare il disturbo di Tourette ci siamo a lungo documentati e abbiamo parlato con alcune associazioni”.
“Tanti fattori mi hanno fatto sposare questo progetto- racconta Valentina Lodovini-. Dal cast, composto da tutti fuoriclasse, al testo teatrale fino al mio personaggio che mi ha toccato subito il cuore. Si raccontano con il sorriso le ferite dei disturbi compulsivi-ossessivi. È un invito a non rimanere in silenzio. Io sono una empatica e ho sempre pensato che la diversità fosse una ricchezza”.
E Lucia Mascino: “Si ride, ma il film è corposo e di qualità. Per me è stata un’esperienza di grande libertà anche perché il regista mi ha dato carta bianca. È un film che ti insegna a sposarti da te per relativizzare tutto. Ed è importante che esca ora che c’è una nuova ondata di bullismo, giudizio e bisogno di puntare il dito contro l’altro”.
“Credo sia molto importante parlare in gruppo delle proprie paure e mostrarsi per quel che si è”, commenta Leo Gassmann. Margherita Buy aggiunge: “Riconoscere di avere un disagio è già un grande passo”. E Ludovica Francesconi: “Bisogna condividere lo stare male e capire di avere bisogno di aiuto. Purtroppo c’è ancora poca informazione su questo argomento”.
Infine il regista conclude: “Come riferimenti ho avuto Verdone e Altman. Viviamo in un mondo in cui spesso restiamo schiacciati, fatto di sguardi giudicanti, la differenza sta nel come reagiamo agli ostacoli che la vita ti mette davanti”.