Dopo nove anni, si apre un nuovo capitolo per Bridget Jones, nelle sale con Universal Pictures , dal 27 febbraio, con il titolo Un amore di ragazzo. Rimasta vedova quattro anni prima, dopo la tragica scomparsa di Mark (Colin Firth) durante una missione umanitaria in Sudan, Bridget è una madre single che si destreggia tra il lavoro e la crescita dei suoi due figli, Billy, di nove anni, e Mabel, di quattro. A darle una mano gli amici di sempre e l’ex amante Daniel Cleaver (Hugh Grant, in forma strepitosa).

A Roma, per presentare il film Renée Zellweger sorridente, più bella dal vivo, accompagnata dal regista Michael Morris e da Leo Woodall e Chitwetwl Ejifor, racconta: “Bridget ha creato una connessione forte con chi si è identificato in lei. In tutti questi anni è cresciuta con il pubblico e per me interpretarla è come tornare a casa. Le sue esperienze sono qualcosa in cui ci si può identificare, capitoli di vita personale. Ogni volta mi ricorda che essere imperfetti non è un problema”. Quanto alla sfida di riprendere le fila di questo personaggio famoso, il regista Morris dice: “Sono stato immediatamente affascinato dal progetto. Renée è amichevole e non è come potresti immaginare una star di Hollywood, ha i piedi per terra”.

Questa volta la commedia incomincia come brillante ma contiene una nota di malinconia: sono quattro anni che Mark è morto e Bridget non riesce a farsene una ragione, lotta per sé e per trovare una nuova dimensione esistenziale. Per Renée, che insieme a Helen Fieldeng è produttrice esecutiva del film, la ragione più importante per tornare a far parte del franchiese, è stata la relazione con lei. “Helen – spiega Renée – ha scritto il più personale dei suoi libri su Bridget. Ha condiviso i momenti privati con i lettori e quelli che ha vissuto con i figli mentre stavano attraversando un periodo molto delicato. Ci deve essere un’evoluzione anche nella vita di Bridget e più autentica possibile. Quante di noi sono arrivate a questa età senza conoscere la separazione o un lutto? Bisogna trovare il coraggio di lasciare andare via le persone senza per questo dimenticarle”.

C’è nel film, infatti, una scena piuttosto bella di lei e i figli che fanno volare in cielo i palloncini colorati contenenti frasi, ricordi di Mark. A proposito del cambiamento di Bridget da depressa alla eroina che conosciamo, aggiunge Chitewel Ejiofor, insegnante di scienze del figlio Billy: “Per il mio personaggio, Walliker, all’inizio Bridget è molto strana da decifrare. È circondata dal caos, mentre io sono più rigido. Posso sembrare freddo, eppure ho un cuore grande e con il passare del tempo se ne accorge anche lei”. Nel frattempo, per ritrovare sé stessa, tornare a essere viva, Bridget si prende una cotta per il giovane Roxter (Leo Woodwall). Sta studiando per diventare biochimico, è sexy, perché no si chiede Bridget. Incominciano a mandarsi messaggi e in breve la simpatia si trasforma in una frequentazione in cui sperare, nonostante la differenza d’età. “Lavorare con Renée è stata fantastico – conclude Woodall -, ci siamo divertiti sul set, è una grande attrice che ti mette subito a tuo agio. Roxter è un ragazzo libero e cerca a suo modo di aiutarla”. Però, a quanto pare, i pregiudizi sono ben radicati anche nella società inglese perché, dopo pochi mesi il bel Roxter dice a Bridget “vorrei avere una macchina del tempo” e non le risponde più. Fa ghosting come si usa dire oggi. Lei si dispera per un po’, poi fa una scelta che sembra naturale e  molto politically correct.

Oltre Hugh Grant, ritroviamo Jim Broadbent nel ruolo del padre di Bridget ed Emma Thompson in quello del suo medico. Un gruppo di star che strappa più di una risata.