È sempre istruttivo leggere il resoconto dei voti dei David di Donatello (che, ancora una volta, meritano un plauso per la trasparenza ignota ad altri riconoscimenti). Per esempio: quel che in molti credevano ovvio, cioè il trionfo di C’è ancora domani, in realtà non lo era affatto. Al primo turno elettorale, l’opera prima di Paola Cortellesi ha ottenuto 489 voti, molti in meno di Io capitano di Matteo Garrone, capolista con 850. Al secondo turno, il copione si è ripetuto: 605 per Garrone, 350 per Cortellesi.

I cinque finalisti per il miglior film sono gli unici titoli che hanno raccolto più di duecento preferenze: La chimera è terzo al primo turno con 281 e quarto al secondo con 204, Rapito quarto con 263 e poi terzo con 205, Il sol dell’avvenire occupa solidamente la quinta posizione ma perde voti tra il primo e il secondo turno (da 260 a 146). Fuori dalla cinquina, L’ultima notte di Amore (162), Comandante (160), Mixed by Erry (129), Palazzina Laf (107).

Non c’è mai stata gara anche per la miglior regia: Garrone si è candidato grazie a 898 preferenze, diventate 643 al secondo turno, ma è curioso notare che il secondo classificato è Andrea Di Stefano per L’ultima notte di Amore con 259, migliorando la performance del primo turno: è entrato in cinquina con 211, superando di sei voti Edoardo De Angelis (Comandante). A dispetto delle aspettative, Alice Rohwracher non è mai stata in partita: i 379 del primo turno sono scesi a 231 nel secondo.

Tra gli esordi, Paola Cortellesi senza rivali: in cinquina con 811, statuetta con 626. Da notare che Palazzina Laf di Michele Riondino, vincitore di tre David, era secondo al primo turno (489) ma infine terzo (314), superato da Disco Boy di Giacomo Abbruzzese, salito dai 229 iniziali a 338. Giuseppe Fiorello (Stranizza d’amuri) ha superato Claudio Bisio (L’ultima volta che siamo stati bambini) di diciotto voti (148 contro 130), mentre i debutti presentati ai festival hanno raccolto pochi consensi: citiamo solo Gli oceani sono i veri continenti (decimo con 121), Una sterminata domenica (96), Patagonia (91). Sul fronte delle sceneggiature, Io capitano ha ceduto il passo a C’è ancora domani tra le originali, Rapito è sempre stato il frontrunner tra gli adattamenti.

Karen Di Paola;
Karen Di Paola;
Paola Cortellesi (Karen Di Paola)

Cortellesi domina tra le attrici (prima 624, poi 484), con Linda Caridi (L’ultima notte di Amore) seconda classificata (346 finali). Fuori gioco le favorite della vigilia, Pilar Fogliati per Romantiche, undicesima con 94 voti (superata anche da Silvia D’Amico, che in Comandante ha poche pose ed è stata inopinatamente proposta tra le protagoniste), e Alba Rohrwacher per Mi fanno male i capelli (88). Riondino, secondo al primo turno (262), ha battuto come miglior attore protagonista il capolista Valerio Mastandrea (C’è ancora domani), sceso da 419 a 311. Josh O’Connor, divo de La chimera, ha ricevuto meno voti di Pierfrancesco Favino per L’ultima notte di Amore (188 contro 181), ma è entrato in cinquina perché, da regolamento, un attore può partecipare con il titolo che ha ricevuto più consensi, in questo caso Comandante, ruolo per cui Favino ha ottenuto la candidatura con 211 vori. Favino ha raccolto anche 124 preferenze per Adagio, ma al secondo turno è risultato fanalino di coda con 190, mentre O’Connor si è piazzato quarto con 276.

Emanuela Fanelli per C’è ancora domani guidava le candidature (473) e si è confermata per la statuetta (467). Elio Germano per Palazzina Laf, invece, ha scalato la classifica: al primo turno, vinto da Giorgio Colangeli per C’è ancora domani (270), era addirittura quarto, mentre al secondo i due si sono scambiati le posizioni, con Germano primo con 381 e Colangeli quarto con 282. I due non protagonisti di Rapito, Paolo Pierobon e Fausto Russo Alesi, sono curiosamente i primi dei non eletti con gli stessi voti (164).

La cosa più interessante del primo turno elettorale è il plebiscito elettorale di Io capitano, votato massicciamente in tutte le categorie tecnico-creative (per capire chi ha votato chi rimandiamo all’art. 4 del regolamento) tranne per il miglior acconciatore (chissà perché).

Il secondo turno ha cercato di equilibrare le cose: fotografia, montaggio, suono, effetti speciali hanno ratificato le vittorie; per la colonna sonora i Subsonica di Adagio (secondi con 96) hanno superato di venti punti Santi Pulvirenti per L’ultima notte di Amore (film che ha trovato nuovi elettori: ha perso il David per il montaggio per venticinque voti) con Andrea Farri per Garrone terzo a 305; Diodato per Palazzina Laf ha superato la canzone di Io capitano di 37 preferenze; Rapito ha rimontato in scenografia (al primo turno era addirittura quinto), costumi, trucco, acconciatura, a testimonianza del dominio dei period drama in queste categorie.

Infine, una nota sui documentari: Io, noi e Gaber, capolista al primo turno con 494, è il titolo che ha raccolto meno consensi al voto finale (2019), dove si segnala la vittoria non eclatante di Laggiù qualcuno mi ama (333) seguito da Mur (298).