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È ancora lontana, la fine dello sciopero degli attori e delle attrici. Come riporta Variety, i colloqui tra la SAG-AFTRA e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers sono stati sospese a causa di “divergenze troppo grandi”. Al momento la trattativa pare arenata sui ricavi dello streaming, partita che secondo l’AMPTP vale circa 800 milioni di dollari all’anno: il sindacato degli attori vuole una quota dei proventi sia sui contenuti originali che su quelli del passato concessi in licenza alle piattaforme. Per l’associazione dei produttori si tratta di un onere economico insostenibile.
La SAG-AFTRA chiede anche l’aumento dell’11% delle tariffe minime, cifra che tiene conto dell’inflazione, ma l’AMPTP sarebbe orientata a replicare l’accordo che ha messo fine allo sciopero degli sceneggiatori, concedendo agli attori lo stesso bonus che spetta sia alla WGA che ai registi della Directors Guild of America, cioè 5% con progressivi aumenti del 4% e del 3,5%.
Nella nota ufficiale, l’AMPTP sottolinea “il divario troppo grande tra l’AMPTP e la SAG-AFTRA” e il nulla di fatto dei colloqui che non stanno portando “in una direzione produttiva”. La SAG-AFTRA è in sciopero da novanta giorni: tra sei supererà il record del 1980, quando attori e attrici si fermarono per novantacinque giorni.