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Il MedFilmFestival si appresta a compiere un compleanno importante: trent’anni. Nel frattempo il direttore artistico del Med, Ginella Vocca, insieme a Paolo Bertolin ieri hanno annunciato al Mia (Mercato Internazionale Audiovisivo) i progetti finalisti dei MedMeetings, un evento industry volto a creare sinergie e cooperazione tra registi, produttori, distributori e professionisti del settore dei paesi euro-mediterranei e del Medio Oriente.
I MedMeetings, che si svolgeranno dal 7 all’8 novembre alla Casa del Cinema di Roma, sono strutturati in due sezioni: MedWIPs (sei opere nella fase di postproduzione) e MedPitching (sei opere nella fase dello sviluppo). Per ciascuna delle due vengono selezionati sei progetti che concorrono al Premio OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni) per l’ammontare di 10mila euro assegnato al progetto work-in-progress vincitore, al Premio Stadion Video di 3,500 euro e al MedPitching Award di 1000 euro al progetto più promettente, a cui si aggiungeranno ulteriori 1000 euro se il progetto diventerà una coproduzione italiana.
“Questo è un progetto molto importante per noi- dice Ginella Vocca-. Sono tutte opere che poi fanno dei bellissimi percorsi. Diversi i progetti in cammino. Due i film realizzati ad oggi, da parte tunisina La settimana senza Dio di Mourad Ben Cheikh e da parte italiana Breath / Respiro di Ilaria Congiu. L’area mediterranea del mondo è estremamente, talvolta purtroppo terribilmente, proficua e l’Europa non può pensare di non dialogarci”.
E Paolo Bertolin, responsabile dei MedMeetings, prima di illustrare i vari progetti in campo, aggiunge: “I MedMeetings sono pensati per aiutare registi e produttori nell’area mediorientale soprattutto in due momenti critici: lo sviluppo e la post-produzione. Si creano molte possibilità di poter collaborare tra i produttori italiani e stranieri. Saranno due giornate di lavoro intense. La prima dedicata ai Work in progress, durante la quale saranno presentati i primi 15 minuti di ogni opera e poi saranno selezionate da una giuria. Un momento importante per avere un feedback esterno. La seconda, ai MedPitching, con la presentazione dei vari pitch, momenti di networking e incontri one to one tra i partecipanti”. La giuria MedWIPs sarà composta dalla montatrice Esmeralda Calabria, Gaia Furrer, direttrice artistica Giornate degli Autori a Venezia e il produttore Stefan Ivancic.
Questi i MedPitching: il turco Ancestors di Asli Cavusoglu in cooperazione con la Germania su un’archeologa negli anni cinquanta, Lucky Us di Anita Morina coproduzione tra Kosovo e Croazia su una famiglia che gestisce una panetteria, il francese Mabrouka di Nesrine Lotfy El-Zayat su una donna egiziana che a seguito di un incidente viene mandata a curarsi a Beirut, un doc (l’unico) egiziano Puppetson di Amrosh Badr sulla storia di uno degli ultimi burattinai egiziani tradizionali che ha tramandato la propria arte al figlio, When I Close My Eyes I See Your Eyes di Sameh Alaa (primo egiziano a vincere la Palma d’Oro per un corto) e Saffron’s Land di Yassine El Idrissi, coproduzione tra Marocco e Qatar, su un villaggio e la fioritura dello zafferano creduta dalla popolazione una maledizione.
Questi i MedWIPs: Dream of Another Summer di Irene Bartolomé, coproduzione tra Libano e Spagna di scottante attualità sull’identità di Beirut prima dei tragici eventi che si stanno consumando in questi giorni, Epilogue di Igor Jelinovic film croato, una storia di relazioni imprevedibili e variabili, Kriegsausgabe di Tarik Aktas produzione turca ambientata in un contesto di guerra nel futuro della Mesopotamia dove i bambini sono le vittime, la coproduzione tra Spagna e Francia Sleepless City di Guillermo Garcia Lopez, realizzato in collaborazione con il Torino Film Lab, sulla comunità gitana nei sobborghi di Madrid, un esempio di cinema del reale , The Star Hunter di Giuseppe Ferreri (Italia/Canada) su una coppia di veronesi scienziati alla ricerca di meteoriti nel mondo e Those Who Whistle After Dark della regista turca Pinar Yorgancioglu, ritratto su una famiglia a uno strano bivio esistenziale.
“Sono curiosa di vedere questi progetti. Ringrazio il Mia e Cinecittà che ci supporta e spero che si capisca che da questi paesi arrivano tanti bei lavori. Bisogna ritirare fuori l’umanesimo e l’empatia e cercare di lavorare insieme creando percorsi culturali e industriali”, conclude Ginella Vocca.