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“Rimarrà un festival autoriale e cinefilo e resterà una rassegna di film liberi, originali, freschi, graffianti e giovani. Non sconvolgerò una manifestazione culturale già ben rodata, ma ci saranno tante importanti novità e alcune migliorie nel rispetto della tradizione”. Così Giulio Base, neo direttore del Torino Film Festival, all’alba del suo nuovo incarico ha presentato oggi alla stampa il progetto della 42esima edizione. Insomma il regista torinese succeduto a Steve Della Casa (direttore artistico del TFF negli ultimi due anni) assicura che la natura indipendente del festival, in pratica la sua colonna vertebrale, non sarà tradita, al tempo stesso però ci saranno tanti rinnovamenti.
Si aprirà il 22 novembre al Teatro Regio con un “opening di charme” e con un grande film “magari in anteprima mondiale e con una presenza auspicata di star nazionali e internazionali”. Poi inizierà il vero e proprio programma. Un programma sfoltito, con meno film, si passa da 180 a 120, “più semplice e chiaro, senza quello tsunami di titoli tipico di molti festival da cui poi uno viene inondato”. Quattro le sezioni competitive: il concorso principale con 16 film in anteprima mondiale e internazionale; il concorso documentari, sempre con 16 titoli, e senza distinzione tra nazionale e internazionale (“non per togliere spazio a titoli italiani, ma per farli entrare in una competizione più grande, insomma voglio alzare il local e metterlo al pari dell’internazionale”); il concorso cortometraggi con 24 corti, e infine una sezione nuova ‘Zibaldone’ con 24 titoli: “uno spazio libero, eterogeneo, senza vincoli e con un premio del pubblico”.
Due invece saranno le sezioni non competitive: quella fuori concorso con 16 film con un “menù inclusivo e titoli molto popolari” e la retrospettiva su Marlon Brando con ben 24 film. “Ho un’ossessione per lui e la vita mi ha regalato questa possibilità- commenta Giulio Base-. Ho letto quasi tutto su di Marlon Brando. L’ho scelto perché è l’attore più grande di tutti i tempi e ha cambiato per sempre la recitazione. Lo dice uno che ha fatto anche l’attore. Il Time lo ha messo tra i 100 personaggi più influenti del secolo ed è l’unico attore presente. È un ambientalista ante litteram. Si è schierato a favore di tutte le battaglie possibili, è un uomo attivo e ribelle e per i giovani è simbolo di un atteggiamento vitale”.
A proposito di giovani, Base ci tiene a sottolineare che la sua squadra di selezionatori è composta da tanti giovanissimi perché “il cinema è giovane e l’arte è sempre giovane, figuriamoci la nostra settima arte che è ancora in fasce rispetto alle altre”. Questi i nomi dei selezionatori: Davide Abbatescianni, Martina Barone,Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione. Sarà poi un festival sempre più sostenibile e accessibile e attento alle disabilità motorie sensoriali e cognitive: “due temi a me molto cari”.
E poi: “Ho preso spunto dal Festival Lumière di Lione, diretto da Thierry Frémaux. Un festival bellissimo, cinefilo e popolare. Lui là si diverte moltissimo e questo è stato il mio modello. Non ho voluto rovinare la colonna vertebrale del TFF, ma voglio attrarre anche il torinese che non è necessariamente l’accademico. In questo tutto sarà centrale nella sala. Insomma se viene Vittorio Storaro a raccontarci di Ultimo tango a Parigi o di Apocalypse Now sarà dentro la sala. Mi auguro comunque che questo festival avrà un calibro internazionale e di riuscire a fare venire grandi star internazionali. E per quanto riguarda lo spazio Industry avrà un programma a parte non mischiato come succede a Cannes e ne guadagnano sia il mercato che la selezione ufficiale”. Giulio Base ci ha poi tenuto a ricordare il suo stretto legame con la città di Torino. “Papà mi ha passato la passione per il cinema perché vendeva noccioline in un cinema a Napoli e aveva una conoscenza non accademica incredibile di tantissimi film. Torino è la città che ha accolto i miei genitori, due emigranti, e dove io sono nato e cresciuto. Per me è dunque un’emozione grande questa nomina e voglio restituire tutto l’amore che ho avuto a questa città”. “Contenti di scoprire il nuovo tocco di Giulio all’anima di questo festival”, dice Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. E il direttore del Museo del Cinema di Torino Domenico De Gaetano: “Resta un festival originale e indipendente, legato al territorio ma al tempo stesso capace di intercettare i grandi cambiamenti”. Infine conclude Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla cultura: “In modo irrituale parlo per ultima sono convinta che Giulio farà bene e dopo oggi ancora di più. L’ho visto emozionato perché è conscio di avere una grande responsabilità e questo vuol dire che ci tiene. Così come tiene ai giovani ai quali stiamo dando più spazio e la possibilità di mostrarsi. Mi fa piacere la sua attenzione alla disabilità perché tutti abbiamo lo stesso diritto di accedere a tutto. Torino è una città che ama tantissimo il cinema e sono convinta che con questa squadra avremo grandi risultati e che questo festival potrà avere ancora di più un respiro internazionale”.