77° Festival di Cannes Cannes, alla vigilia il delegato generale Thierry Fremaux si professa pompiere: "Stiamo cercando di organizzare un festival senza polemiche. A Cannes la politica dovrebbe essere sullo schermo”.

Se l'anno scorso il film con Johnny Depp di Maiwenn Jeanne du Barry suscitò controversie in apertura, “ce ne siamo accorti, e così quest'anno abbiamo deciso di ospitare un festival senza polemiche per assicurarci che l'interesse principale per tutti noi che siamo qui sia il cinema".

Sempre sul #MeToo, nessuna indicazione o, meglio, controindicazione: “I film sono in cartellone de meritano, in termini estetici e artistici, di essere lì. Non c’è alcuna ideologia - continua Fremaux incontrando i giornalisti - che guidi il comitato di selezione”.

Appunto, autodeterminazione femminile e denuncia della violenza di genere troveranno posto sullo schermo, inaugurando il 15 maggio la sezione Un Certain Regard, con il cortometraggio Moi Aussi diretto dall’attrice Judith Godrèche, che ha denunciato per presunto stupro due registi, Jacques Doillon e Benoit Jacquot.

Della partita, anche quest’anno, le proteste sindacali, con il collettivo Sous les écrans la dèche che minaccia di scioperare per chiedere migliori condizioni di lavoro, alle luce dei tagli alle indennità di disoccupazione dei lavoratori precari nei festival, dai proiezionisti ai ristoratori. "Stiamo parlando con loro e speriamo che i negoziati abbiano successo", ha concluso Fremaux.