“Non è semplice capire a quando risale la nascita di un’idea. Nel 1999 insieme a Luca Miniero realizzammo una serie di spot per la Rai che giocava sul fatto che in ogni abbonato ce ne fossero tanti. Poi iniziammo a scrivere una prima versione di un film con questo spunto, con molti timori per questo patto surreale che andava stabilito con il pubblico. Dopo tanto tempo, è stato Paolo Costella (cosceneggiatore insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro e Flaminia Gressi, ndr) a spronarmi per realizzarlo. E abbiamo capito che il modo più interessante di raccontare questa confusione mentale andava colto in un momento specifico: quello del primo appuntamento ci sembrava il più significativo”.

Un’unica ambientazione (un appartamento), un cast corale: Paolo Genovese tenta il bis dopo il grande successo di Perfetti sconosciuti (film venduto in oltre 25 paesi nel mondo e il titolo italiano che vanta il maggior numero di remake realizzati all’estero) – al quale seguirono i meno fortunati The Place, Supereroi e Il primo giorno della mia vita – e torna alla commedia con FolleMente , film scritto a dieci mani, prodotto da Raffaella Leone e Andrea Leone per Lotus Production (Leone Film Group) con Rai Cinema, in collaborazione con Disney+ e Vice Production, dal 20 febbraio (ma alcune anteprime avranno luogo già da domani, 8 febbraio) nelle sale con 01 distribution in oltre 500 copie.

Piero (Edoardo Leo) va a cena da Lara (Pilar Fogliati): è il loro primo appuntamento, come andrà a finire la serata? Ma, soprattutto, chi la spunterà nella mente di ognuno, abitata da diverse personalità ognuna delle quali decisa a portare acqua al proprio mulino?

Edoardo Leo e Pilar Fogliati in FolleMente - Foto Maria Marin
Edoardo Leo e Pilar Fogliati in FolleMente - Foto Maria Marin

Edoardo Leo e Pilar Fogliati in FolleMente - Foto Maria Marin

“Il lavoro in sceneggiatura è stato molto divertente, interessante, direi quasi complementare a quello che poi succede nel film. Quelle litigate, quei contrasti che vediamo sullo schermo tra le varie anime che popolano la mente dei due protagonisti sono le stesse che facevamo noi in fase di scrittura”, dice ancora Genovese, che sulla cifra di FolleMente – il riferimento più ovvio, e scontato quantomeno in partenza, è con Inside Out della Pixar, ma non si può non pensare a certe commedie alleniane o a What Women Want – aggiunge: “Il tentativo è sempre quello di fare sempre un umorismo di situazione più che di battuta. E non è semplice perché è una sorta di gioco di prestigio che speri riesca sempre con il pubblico”.

Papaleo, Giallini, Lastrico e Santamaria in FolleMente - Foto Maria Marin
Papaleo, Giallini, Lastrico e Santamaria in FolleMente - Foto Maria Marin

Papaleo, Giallini, Lastrico e Santamaria in FolleMente - Foto Maria Marin

E per alimentare questo patto con il pubblico il film schiera due compagini contrapposte e similari: nella mente di Piero abitano Il Professore (Marco Giallini), la voce della coscienza, la razionalità, Romeo (Maurizio Lastrico), il lato sensibile e romantico, Eros (Claudio Santamaria), lo slancio, l’impulso, la passione e Valium (Rocco Papaleo), la vena del disincanto, dell’inazione; in Lara troviamo invece Alfa (Claudia Pandolfi), decisa, intransigente, femminista, Giulietta (Vittoria Puccini), sognatrice e romantica, Trilli (Emanuela Fanelli), la versione femminile di Eros, libera e irriverente, leggera e sarcastica, Scheggia (Maria Chiara Giannetta), anarchica e rock, irrequieta e sfrenata, praticamente il contraltare di Valium.

In questo continuo alternarsi e sovrapporsi di pensieri che determineranno le parole e le azioni di Piero e Lara, in questo difficilissimo equilibrio da mantenere, viene da domandarsi se e quanto sia ancora possibile la convivenza tra i due sessi: “Non credo sia impossibile, certo è complicata, noi uomini abbiamo dovuto rimettere in discussione molte cose perché c’è stata una grande evoluzione. È difficile, ma anche divertente, basti pensare ad una cena fuori: se pago io sono maschilista, se facciamo a mezzi sono un pidocchio, se paga lei sono un approfittatore…”, dice ridendo Genovese.

Puccini, Pandolfi, Fanelli e Giannetta in FolleMente - Foto Maria Marin
Puccini, Pandolfi, Fanelli e Giannetta in FolleMente - Foto Maria Marin

Puccini, Pandolfi, Fanelli e Giannetta in FolleMente - Foto Maria Marin

Mentre per Edoardo Leo “cambiano le dinamiche, ma la discussione e la ridefinizione dei ruoli c’è sempre. Una cosa che non cambia mai è il primo appuntamento, una meravigliosa partita a scacchi che uomini e donne continuano a fare. Forse converrebbe mostrarci per quello che siamo? Piuttosto che nascondere le fragilità magari conviene esplicitarle subito? E sono difficoltà che non cambieranno mai”.

Secondo Pilar Fogliati invece “ci sarà sempre un enorme mistero tra un uomo e una donna. Se si mantiene questo mistero continueremo ad essere attratti l’una dall’altro”.

Per quanto riguarda infine la caratterizzazione dei vari personaggi, Claudia Pandolfi si definisce “meno radicale di Carla Lonzi” (teorica dell’autocoscienza e del femminismo radicale che viene citata nel film), “ma diciamo che dentro di me c’è un forte desiderio di autodeterminazione, quindi il regista non ha dovuto lavorare molto in antitesi per affidarmi questo ruolo. Io sono per la disparità di genere, per troppo tempo in questo mondo c’è stata una prevalenza dei maschi e quindi ci dobbiamo difendere. Con il mio compagno viviamo in due case separate, non smettendoci di amare, ma rispettando una certa distanza”.

Maurizio Lastrico parla di “gioco teatrale fantastico”, per Vittoria Puccini “siamo state una bella squadra, ci siamo divertite tantissimo. Nella vita prendo le cose un po’ troppo sul serio quindi il personaggio di Trilli è quello che invidio di più, come l’intuito di Alfa”, mentre Claudio Santamaria ammette che lo rifarebbe daccapo, “mi trovavo bene in quei panni adolescenziali, ho rispolverato quell’edonismo giovanile, diciamo che il mio personaggio è la SPA del gruppo, che vuole produrre endorfina per dare vitalità”, a differenza di Rocco Papaleo, personaggio “molto in bilico, bisognoso sia d’affetto che di chimica (intendendo gli psicofarmaci, ndr)”, infine Emanuela Fanelli, che nel film porta la sua consueta autoironia: “Credo sia un qualcosa che aiuta molto, tanto nel mestiere quanto nella vita. Alleggerisce i pensieri, alcune pesantezze, soprattutto quando a prevalere è la parte razionale”.

FolleMente arriva nelle sale dopo alcuni exploit di titoli italiani al box office, come Diamanti di Ferzan Ozpetek (oltre 15 milioni di euro): “C’è grande entusiasmo per questo bel momento, anche titoli diversi tra loro che stanno incontrando il grande pubblico. La speranza – prosegue Genovese – è che i cinema non chiudano e che quelli chiusi non diventino altro. Bissare il successo di Perfetti sconosciuti? Speriamo, questa è una commedia che vuole bene al pubblico, penso possa avere un calore che arriverà alla gente”.