È una “pro-vocazione”, nel senso etimologico del termine, ovvero una chiamata a uscire fuori, a mettersi in cammino quella che arriva dalla Commissione Film CEI, dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e dall’Associazione Cattolica Esercenti Cinema - Sale della Comunità che, in occasione del Giubileo, presentano il Sussidio “Storie e volti di speranza nel cinema”. Si tratta di una proposta originale che, attraverso le suggestioni di dodici film e due focus storici, aiuta a riflettere sul tema che fa da filo rosso all’Anno Santo 2025, per trovare motivazioni, slancio, nuove prospettive.

“La forza del cinema sta, d’altronde, nella sua capacità di aprire le porte a una dimensione altra, fatta di sogni, desideri, emozioni”, afferma Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e Presidente della Commissione Film, sottolineando l’assonanza con “il segno più caratteristico del Giubileo, l’apertura della Porta Santa, meta da varcare nel pellegrinaggio verso la tomba degli apostoli mentre si rinnova la propria adesione di fede”. In questo senso, il Sussidio “intende sostenere questa spinta al rinnovamento interiore ed esteriore”.

Sussidio “Storie e volti di speranza nel cinema”

Il testo è organizzato in tre sezioni che riprendono altrettante parti della Bolla d’indizione del Giubileo: parole di speranza; cammini di speranza; segni di speranza. Per ognuna, vengono presentati quattro film: Il treno dei bambini, Io sono ancora qui, Noi e loro, Nonostante nella prima; La casa degli sguardi, Mon inséparable, Piccole cose come queste, L’imprevedibile viaggio di Harold Fry nella seconda; The Holdovers. Lezioni di vita, Piccolo corpo, Mary e lo spirito di mezzanotte, Il vizio della speranza nella terza. Ad arricchire la proposta due focus storici su La porta del cielo di Vittorio De Sica e Il cammino della speranza di Pietro Germi.

Del resto, rileva don Gianluca Bernardini, Presidente Acec Nazionale, “il ‘buon cinema’, per antonomasia, mentre restituisce la complessità del mondo, rivendica da parte di ciascuno una reale apertura all’altro, a ciò che ci differenzia, ma non allontana”. “Anzi – aggiunge - la fruizione in sala, spesso, crea occasioni di vicinanza inaspettate, foriere di promesse. Nasce da questa attenzione l’invito a costruire cammini che abbraccino le sfide che questo tempo ci pone, quelle domande di senso, a volte sottese, che le narrazioni sullo schermo sanno mettere in luce. Se da una parte possono sembrare le stesse di sempre, dall’altra nascondono aspetti che, alla luce del Vangelo e del magistero, riacquistano rilevanza dentro il contesto storico attuale”.

“Ogni esperienza della vita - evidenzia don Davide Milani, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo - non si esaurisce in sé stessa ma porta scritto in sé (come direbbe Ungaretti) un ‘più in là’, oltre il proprio significato particolare. Ogni circostanza, ogni azione, ogni relazione costituiscono per l’uomo un appello, sono una scintilla che può riaccendere nel cuore il desiderio del senso, il desiderio di Dio. Questa è la speranza che ci conduce, questo il cammino che auguriamo a chi vivrà l’avventura del Giubileo”.