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Luigi Lo Cascio in The Bad Guy - Foto Paolo Ciriello
Nel panorama attuale della serialità italiana sorprende, e non poco, The Bad Guy di Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana.
Creata e scritta da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e lo stesso Stasi, la serie in 6 episodi (che inevitabilmente avranno un seguito, non fosse altro per dare continuità ad un finale che dire "aperto" è poco...) - al primo posto in Italia delle cose più viste su Prime Video e al decimo nella top ten degli States - riesce a maneggiare con originalità il genere crime di matrice mafiosa, costruendo un'intricata trama incentrata sulla figura di Nino Scotellaro (un Luigi Lo Cascio meraviglioso), pubblico ministero siciliano che combatte strenuamente una fastidiosa rinite e che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia.
Sempre ad un passo dal braccare l'ormai super latitante Mariano Suro, boss che inspiegabilmente ogni volta riesce a far perdere le proprie tracce un attimo prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, Scotellaro si ritrova dall'oggi al domani accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un mafioso.
Già solo dal primo episodio, dunque, ci ritroviamo di fronte al plot twist che dà il titolo al format: com'è possibile che quel servitore dello stato, fermo e integerrimo, sia in realtà un affiliato di Cosa Nostra? Non sarà invece che proprio lui - costretto dagli eventi - finirà per scegliere di diventare un Bad Guy e mettere a segno un machiavellico piano di vendetta?
Ritmo altissimo, comprimari in forma smagliante (da Selene Caramazza, sorella di Nino e maresciallo dei carabinieri sprezzante del pericolo, a Claudia Pandolfi, moglie di Nino, avvocato di prestigio, figlia di un magistrato fatto saltare in aria dalla mafia, passando per Fabrizio Ferracane, braccio destro di Suro, e Vincenzo Pirrotta, è il mafioso esplosivo Salvatore Tracina), scenografie di grande impatto (sì, c'è il ponte sullo Stretto che farà la fine del ponte Morandi..., ma anche un decadente parco acquatico con tanto di orche assassine, il WowterWorld, con tanto di canzoncina promozionale di Colapesce e Dimartino), ma soprattutto la grande capacità di sorprendere grazie a personaggi ricchi di sfumature e capaci di mutare a seconda degli eventi.
La più grande conquista di The Bad Guy è forse proprio questa, insieme alla cifra dark comedy che caratterizza l'intera operazione: una serie che ribalta lo stereotipo del mafia-movie capace di parlare del nostro paese e di farlo non solo per noi, ma anche per il resto del mondo.
"... Ti sei un po' spaventato
Proprio come pensavo
Vedrai, non serve a niente
Rintanarti in te stesso
Siamo solo conchiglie
Sparse sulla sabbia
Niente potrà tornare
A quando il mare era calmo"
(Conchiglie – Andrea Laszlo De Simone)