La Storia del cinema è sempre stata raccontata in diverse maniere: se da un lato esiste un’importante tradizione saggistico – letteraria che fonda principalmente sul punto di vista critico il suo approccio interpretativo e narrativo, dall’altro c’è una componente fortemente aneddotica in cui il racconto del quotidiano produttivo, del set, della preparazione, della preproduzione e – in ultima analisi – del lanciamento e distribuzione, si sublimano talora in eventi di portata ‘storica’ con momenti e situazioni destinati a rimanere nell’immaginario collettivo di cinefili e non solo.

È così, dunque, che l’attesa del critico Tullio Kezich e del regista Federico Fellini per la prima de La dolce vita oppure la notte degli Oscar di Bernardo Bertolucci si trasformano in un racconto epico, straordinario – giustamente – indimenticabile: con un prima ed un dopo che segnano le vite dei protagonisti, nonché la vita culturale italiana e talora mondiale. E per quanto la tradizione orale di questi eventi, spesso destinata ad essere ingigantita o epurata di alcuni fatti, sia sempre stata presa con le molle, ecco che negli ultimi anni è stata rivalutata dal punto di vista storico e perfino storiografico.

Questo perché il racconto cinematografico è sempre stato “inquinato” dalla propaganda e dal marketing. Soprattutto per quello che riguarda la storia degli Studios hollywoodiani, il controllo maniacale e ben oltre i limiti della legalità imposto alla vita degli attori e delle attrici, è stato infranto e raccontato solo dopo il crollo dello Studio System negli anni Sessanta e dopo che la ragnatela di efferatezze e di violenze sia stata efficacemente “spezzata” da una serie di studi, analisi e di libri che hanno parlato con i (pochi) superstiti a quasi mezzo secolo di racconto cinematografico guidato a scopi promozionali.

È questo il caso del leggendario libro The Fixers : Eddie Mannix, Howard Strickling and the MGM Publicity Machine (EJ Fleming, 2004) in cui si descrivono senza mezzi termini le strategie e i reati legati alla comunicazione delle proprietà del grande studio hollywoodiano quella Metro Goldwyn Meyer che da un lato aveva “più stelle che in cielo” nel senso del grande numero di Star presenti nei suoi film e dall’altro aveva una tutela a dir poco “militare” dei suoi interessi e dell’impedire che attrici, attori, registi si mettessero nei guai con la giustizia o – peggio ancora – mettessero in mostra i propri vizi e difetti. La Storia del cinema, quindi, intesa come quello che c’è dietro e non quello che si vede davanti è luminosa e miserabile al tempo stesso.

Josh Brolin interpreta il fixer di Ave Cesare
Josh Brolin interpreta il fixer di Ave Cesare

Josh Brolin interpreta il fixer di Ave Cesare

(UNIVERSAL PICTURES)

Un misto insolito e unico di luci e ombre, momenti sublimi e contingenze meschine in un crescendo che, forse, non rappresenta pienamente la vita come si intende comunemente, ma che le assomiglia fortemente. Ed è così che negli ultimi scampoli d’estate, venuti meno, gli orrori promozionali di persone che non si pagano vacanze, ma che preferiscono farsele offrire postando foto in piscina, al mare, al ristorante, sull’asinello perfino, taggando questo o quel resort compiacente, ecco che i Social Media, però, possono rallegrarci parecchio con Tik Tok che, soprattutto, oltre YouTube ci propone un flusso costante di interviste in Talk Show di grandi attori e attrici del passato che ci raccontano momenti esilaranti e non solo delle loro carriere.

Momenti che, dicevamo, oggi a distanza di tempo possono essere guardati in maniera diversa e inseriti in un contesto storico più ampio e profondo. Trasmissioni che hanno anche oltre mezzo secolo e che grazie ai Social Media ci vengono riproposte per la prima volta, lasciandoci sorprendere per la loro intelligenza e brillantezza non affette dal tempo, conservate chissà dove in archivi pubblici e privati misteriosi e forse riemersi solo grazie al digitale.

Questo il caso ad esempio di @Cinelordz che su Tik Tok sembra raccogliere materiali rari e rarissimi da backstage, interviste e altri momenti ci propone momenti un po’ estremi della storia del cinema raccontati dai loro protagonisti: lo scomparso William Friedkin al giornalista che riporta il disappunto di Pacino rispetto al finale di Cruising in cui il regista de L’esorcista lo ha diretto nel 1980, risponde una sequela di improperi qui non riproducibili per decenza, volti a suggerire in maniera chiara e al di fuori di ogni dubbio la vera natura del legame professionale tra questi due mostri sacri del cinema.

Sempre per quello che riguarda il rapporto attore – regista, il medesimo account propone un frammento del backstage di Shining in cui Kubrick lavora con il suo mirino alle inquadrature con Jack Nicholson non senza una certa tensione. E le chicche rare o comunque non viste continuano come ad esempio quella che ha per protagonista il trio Peter Falk, Ben Gazzarra e John Cassavetes che presentano al Dick Cavett Show il film Mariti nel 1970 e che ne combinano di tutti i colori facendo promozione attraverso una sorta di happening originale ed un po’ estremo.

Ed è così dunque che in questa enciclopedia casuale e senza fondo troviamo momenti di grande televisione che diventano pezzi importanti del racconto della Storia del cinema se non, talora, momenti storici essi stessi. Bette Davis che riporta di avere una nipote entusiasta del fatto che esista una canzone di successo intitolata appunto Bette Davis Eyes cantata da Kim Carnes; Orson Welles che racconta come Winston Churchill in persona lo abbia aiutato – senza accorgersene – ad ottenere una certa credibilità da parte di un possibile finanziatore; ma i nomi si sprecano: Richard Harris; Steven Spielberg, Mel Brooks e tra gli altri anche Michael Caine che ricorda il suo primo incontro con John Wayne a Hollywood, facendo del “Duca” anche una brillante imitazione. Senza dimenticare il discorso di ringraziamento per la vittoria del Golden Globe per Chinatown che Jack Nicholson fa dal set di Qualcuno volò sul nido del cuculo circondato dagli attori nella parte degli ospiti dell’ospedale psichiatrico al centro del film.

Ma non si tratta solo di aneddoti, di fatti, di racconti. Ci sono anche suggerimenti, indicazioni, consigli per aspiranti attori, attrici, registi, sceneggiatori. Christopher Nolan spiega perché preferisce evitare gli Effetti Visivi generati dal computer e insistere piuttosto sull’elemento fisico della scenografia. Martin Scorsese suggerisce dove sedersi quando vedi un film americano (terza – quarta fila) oppure straniero (devi andare dietro per leggere i sottotitoli senza perdere il quadro), nonché un’elegia delle cosiddette bomboniere, ovvero i gelatini tondi al cioccolato e panna che lui sembra preferire al Pop Corn.

Piccole e grandi idee, declinate in una sorta di enciclopedia universale un po’ disordinata e goffa: ma anche perle importanti che oltre a raccontare qualcosa della psicologia del narratore, insistono sull’importanza che quel momento ha avuto sulle loro carriere: sempre Michael Caine spiega il senso del suggerimento di “utilizzare la difficoltà” che un attore ha davanti in certi momenti.

Durante le prove di una pièce teatrale due attori che interpretavano una coppia si lasciano andare ad una discussione violenta e tormentata al punto che il marito tira una sedia contro la scenografia bloccando la porta da dove doveva entrare il giovane Michael Caine che educatamente chiede scusa se non riesce ad arrivare così sul palcoscenico perché la porta è bloccata. Il regista quel punto sbotta dicendo “Utilizza la difficoltà: prendi la sedia che ti blocca e se stai lavorando in una commedia fai finta di inciampare, se è, invece, un dramma prendila e distruggila in mille pezzi”.

Sir Michael Caine conclude “Non c’è nulla di così brutto nella vita o nel lavoro al punto che tu possa trasformare le difficoltà in un motore propulsore di cambiamento. Se ne puoi usare anche un quarto dell’1% sei a posto. Usa la difficoltà. Questa è la mia filosofia”. Consigli preziosi da parte di persone di cinema che hanno avuto carriere immense, ma anche momenti che ci restituiscono una profonda umanità e che ci arrivano casualmente sui Social Media, alle prese con frammenti di memoria indimenticabili e che oggi, proprio grazie a Internet, tornano a noi.