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La piscina (Webphoto)
Nell’immaginario collettivo, la parola Amore su Internet è da sempre più associata al sesso, alla sua mercificazione ed alla sua volgarizzazione che ad un sentimento impalpabile e sublime che – in una maniera o nell’altra – riguarda tutti noi e quanti ci hanno preceduto nella vita su questo pianeta.
L’amore ai tempi di Internet, però, sembra non avere la connotazione filosofica e piena di languori da romanzo ottocentesco, bensì sembra essere qualcosa di più concreto e, forse, triviale: soprattutto nelle sue App per incontrarsi, nelle sue App per mostrarsi magari a pagamento per una ricerca ristretta di appassionati, di feticisti, di pervertiti di tutte le età alla ricerca spasmodica di emozioni su quella rete neurale che è oggi il web dove gli impulsi più bassi degli esseri umani convivono con le loro aspirazioni più sublimi. Ed in tutto questo mondo spesso contrastato e contraddittorio c’è spazio per altro, talmente fuori moda, se non addirittura fuori luogo da sorprendere e colpire lo spettatore in maniera immediata e inattesa: l’amore. In tutte le piattaforme, in tante chat, su media diversissimi tra loro, l’amore trionfa sempre in maniera, forse, inspiegabile eppure non per questo meno tangibile o importante.
Questo, certamente, il caso di Lovers on Film su Instagram, account da “appena” 129.000 follower in cui amanti e innamorati di tutto il mondo si uniscono nel mandare immagini di loro che si scattano una foto con una macchina fotografica analogica.
L’elemento tecnologico non è un dettaglio da sottovalutare: è la regola e l’asticella che, forse, lascia intendere che questa pagina è rivolta soprattutto agli amanti e agli amori che possono essere “catturati” in pellicola da professionisti e non dal primo “selfista” di passaggio. Come se l’amore di cui parliamo o vorremmo parlare dovesse necessariamente passare attraverso un processo di sviluppo e stampa come i grandi film del passato e come qualsiasi fotografia scattata in un’era predigitale.
Ed è così che l’account propone amori diversi da tutti i punti di vista: geografico (le foto arrivano dall’India come dalla California, da Brema come dall’Etiopia, da Bali come dal Libano, dall’Armenia a Milano, dalla Corea a Parigi) e non solo. Uomini e donne, donne e donne, uomini e uomini raccontano il loro amore catturato in momenti “banali”: dal letto dove le persone si sono amate o stanno per farlo e si coprono con artifici ingegnosi, dalla toilette dove si fanno il bagno o si lavano i denti; dai parchi, dalle sale da pranzo, dai giardini, dalle spiagge. Istanti e fotogrammi di passioni tenere o soddisfatte che, forse, ma questo non lo sappiamo, già non esistono più e quello che vediamo è un momento in cui tutto è sembrato diventare qualcos’altro e una di quelle due persone è già altrove.
Frammenti di un discorso amoroso – come avrebbe scritto forse Roland Barthes – in cui la cristallizzazione del proprio amore o di un momento ad esso legato, accompagnata da frasi talmente zuccherose da scatenare un diabete immediato in chiunque, si sublima in un’autobiografia generazionale, di un mondo di amanti (lo saranno stati tutti e quanto lo saranno ancora?) destinato a vivere per sempre, almeno, in quel digitale che consente a tutte le foto in pellicola di raggiungere chiunque.
Un progetto di racconto di un mondo di amore (e di amati) destinato un domani a diventare un libro e – al tempo stesso – il ritratto di amori bellissimi o non troppo, sensuali, disperati, magnetici, ma al tempo stesso talora impacciati e goffi da guardare e ammirare come riflesso di quello che forse avremmo voluto essere o che siamo e che eppure non abbiamo il coraggio, la voglia, il tempo (o la macchina fotografica analogica…) per raccontare e condividere.
La semplicità essenziale del racconto degli amori analogici su Instagram sembra fare a cazzotti con l’abuso della parola “love” sui Social Media dove, apparentemente, viene usata come sinonimo di tutto: dalla passione per le borse all’attrazione per luoghi in tutto l’orbe terracqueo, per non parlare del cibo, della pizza, della birra fino ad arrivare ai libri, ai cani, ai gatti… E dire che #love come hashtag su Instagram, al momento di scrivere questo articolo, è stato utilizzato 2.147.483.647 volte. Un numero elevatissimo, spropositato e “spaventoso” ad ulteriore prova e dimostrazione di come questo termine conquisti i cuori (è proprio il caso di dirlo) degli utenti di questo e altri Social Media.
Ma l’Amore non è associato solo alle immagini, bensì anche alle parole: The Dark Side of Love che raggiunge quasi i 100.000 follower e Amore_Con_Amore da quasi 200.000 fans ogni giorno propongono foto e frasi legate all’amore con una scelta talora interessante, altre, forse, dettata più dalla fretta che da altro: ci sono frasi d’amore in napoletano, in romano, in altri dialetti, in molte lingue. Non si capisce bene se si tratta di raccolte nate dalla vocazione del collezionista, dell’anima gentile afflitta che cerca conforto o piuttosto dal cacciatore in cerca di “scalpi” legati ad un tema, eppure l’amore è là in tutte le sue forme, con tutti i suoi eccessi, dubbi, ridondanze a testimoniare la bisognosa se non affannata ricerca di qualcosa da dire o pensare o entrambe le cose al tempo stesso.
In questo contesto Frasi d’amore official, diventato anche un libro dal titolo inequivocabile “La Storia d’amore più bella del mondo” cattura frasi sottolineate (e fotografate) dai libri in un crescendo citazionista pan letterario che delizia 33.000 follower.
Le parole degli altri diventano oggetto di disamina e di racconto, ma anche celebrazione e sublimazione di un sentimento quando immagini ed espressioni tornano ad incontrarsi come nell’account loveandmelancholy che ha – addirittura – una sua playlist su Spotify in modo da avere una colonna sonora (romantica) mentre si effettua lo scroll dall’alto verso il basso (o viceversa).
In questo piccolo immaginario digitale convivono storie e film diversissimi tra loro, in cui romanticismo e sesso, giocano a rincorrersi come (talora) accade nella vita di tutti noi. Da La piscina (1969) con Alain Delon e Romy Schneider alla serie Fleabag (2016 – 2019); da Shameless a Nymphomaniac (2013); da Vicky Cristina Barcelona (2008) ad American Hustle (2013) ecco che il cinema e alcuni suoi fotogrammi vengono fissati e analizzati per raccontarci, ancora una volta, frammenti di quel puzzle chiamato esistenza e del suo riflesso ed ispirazione chiamato Cinema.
Non mancano, come è giusto che sia, i commenti che talora sono segnali della confusione che regna in chi segue queste pagine o ci atterra per caso. Un frame di Dakota Johnson in A Bigger Splash di Luca Guadagnino, film del 2015 ispirato peraltro proprio a La piscina, è accompagnato da una frase della poetessa Nayyirah Waheed secondo cui “il desiderio è l’unica cosa che ti divori e al tempo stesso ti lascia affamato”.
Un concetto interessante, ma impegnativo cui gli utenti replicano raccontando i loro sogni. Meno romantici e rarefatti i commenti a fotogrammi più espliciti, ma non per questo meno intelligenti o più volgari. Ed è così che le comunità nate intorno all’amore come sentimento crescono e prosperano facendo ancora una volta del frammento uno spunto, un tema per confrontarsi, parlarsi, scoprirsi e – forse – perfino incontrarsi in maniera digitale o meno dinanzi all’amore. Una novità? No, tutt’altro. Da sempre l’umanità riflette – nei salotti letterari, intorno ai falò o sotto la luna – sui sentimenti in grado di smuoverla e di segnarne il destino. È solo la prima volta che avviene in maniera globale e così penetrante per le vite e per gli schermi di tutti noi. Con momenti e istanti che grazie al digitale e alla sua diffusione, oggi, non vengono chiusi in album oppure stracciati alla fine degli amori stessi, ma che vivono per sempre nella luce blu degli schermi di smartphone, tablet e computer.
Con la certezza, forse, perfino un po’ inquietante che fatti di pellicola o di pixel, gli amori catturati dalle macchine possono durare per sempre senza invecchiare mai, diventando fantasmi ed eco di vite plausibili che sono state o che avrebbero potuto ancora essere e – in ogni caso – si sono concluse, lasciandosi alle spalle solo dei “fantasmi d’amore”. Gentili e commoventi, felici ed impacciati, disperati e distratti, pieni di amore e disperanza come tutti noi avremmo voluto essere, almeno una volta, nella vita.