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Serena Rossi in Beata te - Foto Luisa Carcavale
“Per la professione mi era stato sconsigliato di diventare mamma perché da attrice uscivo fuori dal giro. Io me ne sono fregata. Sono fatalista. È nato mio figlio e il mio percorso è decollato. Ma non è sempre così, molte invece perdono il lavoro”.
A denunciare la triste realtà in cui viviamo è Serena Rossi che nel nuovo film di Paola Randi, Beata te, interpreta Marta, una regista di teatro, single e tutto sommato soddisfatta della sua vita, a un passo dal debutto del suo Amleto. Giunta al suo quarantesimo compleanno riceve una visita inaspettata dall’Arcangelo Gabriele (Fabio Balsamo) che vorrebbe annunciarle la nascita di un figlio. Ma lei non è ancora sicura di voler ricevere un figlio “in dono” e chiede del tempo per pensarci.
Questa la trama della nuova commedia Sky Original, prodotta da Cinemaundici e Vision Distribution e dal 25 dicembre su Sky Cinema e in streaming solo su Now.
“Un progetto al femminile, un good movie”, dice la produttrice Olivia Musini. E infatti nella squadra anche le tre sceneggiatrici: Lisa Nur Sultan, Carlotta Corradi e Luisa Merloni, che hanno adattato il testo tratto dall’opera teatrale di Luisa Merloni dal titolo Farsi fuori.
“Siamo uscite dal teatro Angelo Mai dopo aver visto Farsi fuori e abbiamo voluto subito comprare i diritti di questo spettacolo- raccontano le sceneggiatrici-. L’idea di questa ragazza che, quando compie quarant’anni, incontra l’Arcangelo Gabriele ci sembrava una cosa fantastica. Abbiamo unito il realismo all’allegoria e alla magia. L’Arcangelo è la cartina di tornasole per fare un bilancio su tanti aspetti della propria vita. Sul femminismo alla base del tema ci siamo fatte tante domande, ma abbiamo cercato di non farlo essere un film troppo ideologico e infatti la sceneggiatura è molto diversa rispetto al testo teatrale, che era molto più più allegorico, intellettuale e filosofeggiante e nel quale Dio era una donna”.
E la regista Paola Randi: “Questo è un progetto che affronta temi importanti con sguardo ironico, leggero e delicato. È stato un privilegio per me fare parte di questo squadrone fantastico. È un film con una matrice teatrale e tanti dialoghi e quindi abbiamo sperimentato il linguaggio teatrale applicato al cinema. La sceneggiatura faceva molto ridere. È un film che mi ha dato l’occasione di fare tante cose tra cui mostrare la bellezza folgorante di Roma. Abbiamo comunque cercato di far vedere una donna nella sua quotidianità”.
Marta di fatto è una donna imperfetta, confuso, pieno di contraddizioni e soprattutto, come sottolinea Serena Rossi, una donna libera. “È una donna lontana da me che sono molto quadrata e una donna libera: in Afghanistan le donne non possono più andare all’università, in Iran si tolgono il velo e le ammazzano - dice l’attrice -. A me è piaciuto molto raccontare questa donna libera”.
Infine conclude Fabio Balsamo: “Il mio Arcangelo Gabriele è un personaggio molto caratterizzato, ho lavorato per stratificazione perché doveva essere femminile, ma non effemminato, vanitoso, galante ed eccentrico senza sforare mai troppo. Avevo da uomo voglia di affacciarmi su una realtà femminile. Ho guardato come si evolve la natura interna di una donna. Per me è stato un privilegio. E mi ha dato la possibilità di ampliare la mia visione sul mondo femminile. Marta è una donna reale e terrena di cui si vedono le responsabilità e i limiti. E l’Arcangelo Gabriele è un sostenitore, nei momenti in cui lei crolla, che poi sono anche quelli in cui lui si sbottona un po’ e gli concede la sua parte più fragile”.