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illustrazione di Mara Cerri
“Il caldo arrivò insieme al diavolo. Era l’estate del 1984 e il diavolo era stato invitato. Quel caldo torrido no. C’era da aspettarselo che arrivassero insieme. Dopo tutto, il caldo non è forse il volto del diavolo? E a chi è mai capitato di uscire di casa senza portarselo dietro?”.
È l’incipit di un romanzo, L’estate che sciolse ogni cosa, così amato dai lettori da essere diventato un caso editoriale degli ultimi anni. Questo libro è baciato dalla “stranezza”, ha quel languore esistenziale e artistico cui si ispira, in modi del tutto diversi ma paralleli, Roberto Andò nel suo ultimo omonimo film, in entrambi i lavori c’è un omaggio all’arte del creare, che non è solo ricreare, riprodurre, ma innestare nella realtà altri mondi che la eludono e la determinano. Qui ci si ritrova imprigionati in un universo dove visioni stranianti coesistono con un’incandescente crudezza.
Sono la purezza, la varietà e l’audacia lessicale a creare la storia: Tiffany McDaniel ha rivelato in un’intervista di costruire i suoi libri a partire dalle parole, sono le visioni, attraverso le parole, a chiederle di seguirla, come il Bianconiglio che si fa seguire da Alice. Con consapevole freschezza, attingendo dal suo immaginario smaccatamente visuale, McDaniel ci dice che è dallo scrivere che nascono i fatti, non viceversa, e dentro le sue ragioni la trama non si affievolisce ma si addensa.
Il diavolo c’è davvero, ha le sembianze di un ragazzino dalla pelle nera e dagli occhi chiari, come si scoprirà a poco a poco, una rivelazione per volta, perché anche i dettagli fisici sono gradini della storia. È stato invitato dal padre del protagonista, un avvocato di nome Autopsy, autopsia (la storia della nonna che gli ha dato questo nome è la prima di molte porte che si affacciano su altre piste verso altri romanzi possibili, non tutti saranno scoperchiati ma tutti insieme danno la misura di una comunità, rendono il romanzo quasi un romanzo corale).
Sal, così a un certo punto accetta di chiamarsi il diavolo, l’unione delle iniziali di Satana e Lucifero, è sia solo un bambino sia una creatura irregolare e anomala – ma forse tutti i bambini sono questo innesto? Tutti i bambini sono bambini smarriti in una società che non sa comprenderne il ruolo e non sa trovare loro un posto. Per tutti loro, per tutti noi, c’è stata un’estate in cui la vita è cambiata, costellata da lutti e perdite dolorose. Un’estate che però rimane intatta nei ricordi, come nelle parole di Fielding, il protagonista ormai anziano che dà voce a questo libro.