PHOTO
Il ladro di orchidee © COLUMBIA PICTURES
Nella notte, è arrivato l'annuncio tanto atteso, per cui il sindacato degli sceneggiatori (WGA) e l'associazione dei produttori (AMPTP) hanno trovato una bozza di accordo, che ovviamente dovrà essere approvata dalla maggioranza dei membri del sindacato. Al momento in cui scrivo, non si conoscono i dettagli di questo accordo, in particolare le nuove regole e i minimi base relativi ai vari punti che in questi mesi hanno provocato tanta tensione e il blocco della scrittura di nuovi progetti.
Il sospetto (vedremo se sarà confermato in futuro o meno, speriamo di no) è che comunque diversi problemi potrebbero rimanere tali e altri emergere con forza.
Per esempio, è abbastanza incredibile come si parli molto delle condizioni di lavoro di chi ottiene un incarico (tema sacrosanto, per carità), ma non si consideri come, nelle condizioni attuali, tante persone che sono entrate nell'industria in questi anni sicuramente avranno problemi a mantenere il livello di occupazione che hanno vissuto finora, rischiando - se non la disoccupazione - di veder notevolmente ridotti i loro introiti e quindi le loro condizioni di vita.
In effetti, è ovvio a tutti che i produttori ridurranno considerevolmente il numero di film e serie realizzate, soprattutto quei titoli che hanno come committenti le piattaforme, che in questi anni hanno dato vita a tanti prodotti costosissimi, inflazionando il Mercato con un'offerta ricca senza che la domanda cambiasse sensibilmente, e di conseguenza facendo entrare nel settore tanti sceneggiatori nuovi. E adesso, che fine faranno queste persone?
Collegato a questo tema, c'è una battaglia importante sul numero minimo di sceneggiatori coinvolti nei progetti, su cui sembra esserci stata la disponibilità dei produttori ad aumentare i professionisti coinvolti. Questo però significherà un importante aumento di costi, che combinato con la necessità di tagliare gli investimenti in generale (per tornare a un'offerta di prodotto che sia 'sostenibile'), potrebbe nella realtà dei fatti fornire conseguenze negative. Per esempio, un progetto 'tagliato' perché sarebbero necessari troppi sceneggiatori, rispetto magari a uno che in precedenza sarebbe stato approvato perché i costi di scrittura erano più limitati.
Capitolo AI. Sicuramente si sarà trovato un accordo 'legalmente' soddisfacente. Ma basterà per arginare una tecnologia che, se continuerà a fare progressi, potrebbe sostituire non solo gli sceneggiatori, ma anche tante altre figure professionali dell'industria, arrivando addirittura a essere un'alternativa economica alle tradizionali tecniche per girare un film o una serie? Temo di no.
E sarà interessante vedere come (e se) è stato risolto il tema spinoso delle mini-rooms, piccoli gruppi di sceneggiatori che - prima che venga dato il via libera alla produzione - realizzino dei soggetti o anche delle vere e proprie sceneggiature, in modo da 'testare' l'efficacia di questi progetti a costi molto ridotti per chi le commissiona rispetto alle normali tariffe. Un argomento che ha generato grandi discussioni e che, secondo uno “showrunner di alto livello” che ha scritto un articolo su The Ankler, non funziona per nessuna delle parti coinvolte, rivelandosi uno spreco di tempo e denaro.
Anche qui si rischia quanto scritto sopra per l'aumento del numero minimo di sceneggiatori per ogni progetto. Se le giuste richieste della WGA di regolarizzare le mini room con paghe corrette per gli sceneggiatori venissero accolte, quasi sicuramente questa formula di lavoro scomparirebbe, visto che verrebbe meno il risparmio che comportano. Insomma, modesta proposta: anche quando avremo i dettagli precisi dell'accordo, aspettiamo di vedere quali saranno le conseguenze concrete prima di valutarli...