PHOTO
@ Bartlomiej Mostek
Quando lo stolto guarda Barbie, il saggio indica la quota del cinema italiano. 4,90 la percentuale nostrana del box office di luglio, ovvero 1,9 milioni di euro – come riporta Robert Bernocchi su CineGuru – cui contribuiscono le coproduzioni.
Luglio col bene che ti voglio lo sai non finirà, che cosa? Ovvio, il diniego strapaesano a produrre un’offerta estiva. Un problema tanto annoso quanto gravoso, cui la campagna Cinema Revolution del MiC, dunque film italiani ed europei a 3,50 euro, non ha posto alcun rimedio. Anzi, forse lascerà strascichi perniciosi in tema di deprezzamento del prodotto autoctono e tout court. Per tacere di ineludibili esternalità negative: se il pubblico preferisce Barbie e compagnia americana a prezzo pieno, quali conseguenze sul cinema d’essai, sull’autorialità italiana e continentale, e quale sprone a una sempre maggiore eventizzazione?
A condurre la pattuglia tricolore nell’intervallo 1-31 luglio è Rapito di Marco Bellocchio con 173.144 euro (dati Cinetel), fanalino di coda della Top10 è il redivivo Profondo rosso di Dario Argento con 68.340 euro, e tra le prime sei posizioni solo Cattiva coscienza (secondo con 153.875 euro) ha debuttato in sala nel mese di luglio, ché tra Il sol dell’avvenire, Stranizza d’amuri, addirittura Le otto montagne uscito a Natale 2022 e L’ultima notte di Amore domina l’usato sicuro.
Insomma, partita non c’è stata, al più, s’è giocata con le riserve di lusso, e da settembre registreremo il solito scellerato ingolfamento di titoli e titoletti patri, autocondannatisi alla guerra dei poveri (incassi). Non bastasse, a rincarare la congerie c’è lo sciopero Oltreoceano di sceneggiatori e attori statunitensi che fa e farà slittare le uscite americane.
Sciagurati noi, che non riusciamo nemmeno a prenderci la vetta degli incassi europei, a luglio appannaggio dell’horror britannico La maledizione della Queen Mary (330.505 euro).
Sciagurati noi, che malgrado gli exploit di Super Mario Bros – Il film, capace di 20.396.741 euro, e Barbie, primo incasso del 2023 con 21.459.729 euro, abbiamo il botteghino nel lasso 1° gennaio - 31 luglio più basso dal 2010 sin qua, fatta eccezione per il triennio pandemico e postpandemico 2020-2022.
Sì, sciagurati noi.