“Oggi mi sento un gattino, ma non fatemi diventare un leone”. Così Riccardo Scamarcio alla conferenza stampa di presentazione di Muori di lei, film di Stefano Sardo (scritto dallo stesso regista insieme a Giacomo Bendotti), che lo vede protagonista al fianco di Mariela Garriga e Maria Chiara Giannetta, in sala con Medusa dal 20 marzo in 250 copie.

Dopo essere stato accusato di maschilismo per una sua frase piuttosto sessista (“Il maschio è il capobranco e la femmina gli sta accanto e si occupa dei figli”), ritirata fuori da Francesca Fagnani durante una sua intervista a Belve, Scamarcio si tiene alla larga da possibili altre polemiche e da domande scomode sottraendosi, come dice, da “eventuali trappole meschine” che potrebbero portarlo in territori scomodi e parla del suo personaggio, ovvero un procastinatore, vigliacco e poco soddisfatto. “Interpreto un insegnante che vive in una casa che gli è stata regalata dal suocero – racconta l’attore-. Un uomo mite lontano da come sono io nella vita. Durante il lockdown incontra una vicina di casa, interpretata da Mariela Garriga, e ne rimane attratto. È una commedia romantica che poi diventa un thriller e un noir, pieno di colpi di scena, e questo mi è piaciuto molto. La frase più importante del film è questa: bisogna stare attenti a ciò che si desidera”.

“Da tempo volevo fare un film sul desiderio- racconta Sardo-. Non solo quello sessuale, ma anche quello sull’essere e sul diventare qualcos’altro. Il desiderio è importante altrimenti non deragliamo mai. All’inizio volevo ambientarlo a Ferragosto a Roma, tipo il film Il sorpasso, poi ho pensato invece al lockdown per raccontare questo momento di crisi e di bilanci. Il mio film è una tragedia, ma è anche una strana commedia su un uomo in crisi che si sente poco uomo”.

Sulla sua Amanda, Mariela Garriga dice: “Ultimamente sono molto selettiva e questo progetto era imprevedibile e pieno di sfumature. Amanda è una ragazza sola alla ricerca di una famiglia che non ha mai avuto e si trova in una situazione non premeditata che non sa neanche quanto sia pericolosa. Questo è anche un film che parla di ovaie policistiche e di percorsi difficili che spesso le donne devono fare per avere un figlio. Di una società che ti richiede di avere per forza un figlio anche quando non ci si riesce”. Mentre Maria Chiara Giannetta, qui nei panni della moglie di Scamarcio, racconta: “Il mio è un personaggio che vuole in modo ossessivo un figlio. E questa cosa porterà la sua coppia a una forte incomunicabilità. Ha scelto di fare il medico internista solo per andare contro suo padre. Sembra anche una donna molto superficiale. Poi con il lockdown torna una donna nuova e i due si rinnamorano. Per interpretarla mi sono ispirata a mia madre che fa l’infermiera in ospedale ”.

E sull’attuale maschio in crisi Sardo, che ha intitolato il suo film Muori di lei come una canzone dei Verdena (“un brano graffiante che ho messo nei titoli di testa”) dice: “Viviamo in un momento in cui essere maschi è molto complicato. Abbiamo il retaggio dei nostri padri e dei nostri antenati, ma oggi, nella realtà, quel tipo di uomo là non funziona. Ho pensato a un uomo che si sente poco uomo”.

Mentre Scamarcio conclude: “Faccio l’attore e non sono un sociologo, ma io non mi sento un maschio in crisi”.