“Jane Austen mi ha aperto la strada per la commedia romantica”. Così Laura Piani che ha presentato alla XVesima edizione di Rendez Vous la sua opera prima: Jane Austen a gaché ma vie.

In Italia uscirà a settembre per Movies Inspired, in Francia è già uscito (il 22 gennaio per la precisione) ed è stato un successone. Protagonista la giovane Agathe (Camille Rutherford), una libraia che lavora nella leggendaria libreria britannica Shakespeare & Co a Parigi e che divora i romanzi di Jane Austen. Vorrebbe tanto anche lei diventare una scrittrice, ma è parecchio bloccata. Per fortuna il suo migliore amico ((Pablo Pauly) la aiuterà a prendere il volo mandando, a sua insaputa, il suo manoscritto a una residenza per scrittori di Jane Austen in Inghilterra.

“Si possono dire cose molto importanti in chiave leggera e divertente- prosegue Laura Piani-. Il mio film è ovviamente un omaggio, è una storia che si è ispirata anche alla vita e ai romanzi di Jane Austen. Avevo letto i suoi libri quando ero un’adolescente, ma non li avevo capiti fino in fondo. Forse ero troppo giovane. Non lo so. Quando successivamente andai a lavorare in una libreria rilessi la Austen in inglese e notai il suo senso di humour e le grandi questioni femministe. Ancora oggi molto interessanti e che non hanno perso il loro valore”.

E sulla protagonista del suo film, un personaggio un po’ goffo, bloccato e con gli attacchi di panico: “È un personaggio che mi è molto vicino. È un film dove ho messo anche il rapporto con la letteratura e la morte. Ero una sceneggiatrice, ma sognavo di scrivere una commedia romantica e non avevo mai avuto l’opportunità di farlo. Ho lavorato sul sentimento della perdita, ci sono molte questioni nel film, in parte anche autobiografiche. Ho parlato anche del rapporto con la scrittura, perché ogni persona che scrive si trova talvolta impantanato in una versione non buona. Metto per questo il mio personaggio in una residenza di scrittura”.

Il passaggio da sceneggiatrice a regista per Laura Piani è stato: “molto naturale”. “Desideravo continuare la mia carriera come regista. Ho scritto su una donna che provava un desiderio per la prima volta. E anche io mi trovavo in quella situazione. Ho preso un rischio. La cosa più difficile per me rimane scrivere una buona storia. Il regista è un lavoro completamente diverso, ma non si è da soli. Ci sono cinquanta persone su un set e sono molto preziose, ti aiutano e anche il lavoro con gli attori è fondamentale”.

Infine conclude: “Il mio è un film semplice e non pretenzioso che ho fatto per la gente che amava film come quelli di Richard Curtis. Ero triste che non vedevo più questo tipo di film al cinema”.