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La Storia di Francesca Archibugi - @Iacovelli-Zayed
Andrà in onda su Rai 1 dall’8 gennaio, La Storia, la miniserie diretta da Francesca Archibugi (che l'ha scritta insieme a Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Francesco Piccolo) e tratta dall'omonimo romanzo di Elsa Morante pubblicato nel 1974 (Einaudi). Otto episodi, due per serata, con i primi due presentati alla XVIII Festa del Cinema di Roma.
Ambientata lungo un arco narrativo che va dal 1940 al 1948, la serie accenna un breve antefatto risalente al 1938, quando il discorso di Mussolini sulle leggi razziali viene trasmesso alla radio, con una donna che scrive la sua ultima lettera ad una figlia ormai lontana, rivelandole la sua origine ebraica.
La figlia in questione è Ida Ramundo (Jasmine Trinca), vedova Mancuso, ebrea per discendenza matrilineare ma battezzata, maestra elementare e madre dell'adolescente Nino (Francesco Zenga) sempre più coinvolto dalle dinamiche fasciste del tempo.
I primi due episodi che la Festa proietta nella sezione Freestyle si concludono con il tragico bombardamento sul quartiere San Lorenzo del luglio 1943.
Ricostruzione storica di pregio, affidata alla scenografia di Ludovica Ferrario, ai costumi curati da Catherine Buyse e Valentina Monticelli e alle luci di Luca Bigazzi, il lavoro della Archibugi - che a proposito del romanzo di partenza dice "è uno dei più grandi capolavori del Novecento, il libro che nell'adolescenza mi ha aperto gli occhi non solo sugli esseri umani, grandi e piccoli, ma anche su cosa dovrebbe significare raccontare" - sa restituire la complessità e le contraddizioni di un momento storico drammatico, che parte alla vigilia dell'ingresso italiano nella Seconda Guerra Mondiale e arriverà agli anni dell'immediato dopoguerra.
Dopo il film tv del 1986 di Luigi Comencini, con Ida interpretata allora da Claudia Cardinale, torna dunque sugli schermi l'epopea tragica e appassionata di questa donna che, nel 1941, viene violentata da un giovane soldato nazista. Dopo lo sgomento, l'angoscia e la vergogna, Ida scopre di essere incinta.
Terrà nascosta la gravidanza, ma darà comunque alla luce Giuseppe, che poi il fratello maggiore – da subito innamorato di quel piccolo bambino, nato prematuro – inizierà a chiamare Useppe. Una piazzetta di San Lorenzo come centro nevralgico della vicenda, il ghetto come luogo di passaggio che Ida attraversa ogni giorno per raggiungere la scuola di Testaccio, le "dicerie" di chi - etichettata come pazza - incomincia a mettere in guardia gli ebrei relativamente a quello che sta accadendo nel resto d'Europa, l'esuberanza e la strafottenza di Nino sempre più trascinato dentro l'ideologia fascista, l'oste Remo lì a San Lorenzo (Valerio Mastandrea) convinto antifascista che ospita nei sotterranei del locale tutta la gente del quartiere ogni volta che risuonano le sirene antiaereo.
L'affresco generale è come detto convincente, al netto di qualche scena madre forse un po' troppo sopra le righe, ora non rimane che attendere il prosieguo degli episodi - che vedranno aggiungersi al cast Elio Germano, Asia Argento e Lorenzo Zurzolo - per veder crescere un altro po' Useppe e seguire il ritorno di Nino, partito per il fronte. Poco più avanti, con lo stesso fervore, abbraccerà la causa della Resistenza.