Un anno difficile. È, è stato o sarà, poco importa: risuona come un mantra nei discorsi dei presidenti francesi, Hollande, Chirac e tutti - sì, tutti - gli altri.

Olivier Nakache e Eric Toledano ci fanno il titolo del nuovo film, che reitera il loro senso per la quasi commedia, ovvero la risata pregna di senso sociale e sociologico.

Stavolta, mettono la camera nella piega scoperta della questione ambientale: il cambiamento climatico e le altre disforie dell'antropocene. Incarnando, diciamo così, due cialtroni davvero poco eco-avvertiti, trasfigurano le Greta Thunberg e i Friday for Future, Ultima generazione e eco-ansia, spargendo sangue, finto, e bloccando aerei sulla pista.

Non tutto è a fuoco, la drammaturgia è un po' lasca, ma chissenefrega: Un anno difficile è il primo film eco-guerriero, con il medio riflessivo per dito più che ceto, la pernacchia ambigua al politicamente corretto e il paso doble in una Parigi forse più post-apocalittica che liberata dal consumismo.

La salvezza del pianeta è nello starsene a casa con i cervi liberi di scorrazzare nelle strade deserte? Come cantava Carotone, "È un mondo difficile / E vita intensa / Felicità a momenti / E futuro incerto…".