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Partita d'azzardo (Annex)
Il bello di un genere come il western è che i film sono innumerevoli: si può andare in cerca di film dimenticati o quasi. Dall'oblio ne tiro fuori tre. “Minori”, ma molto meritevoli di essere ricordati.
Non sono di – elenco alfabetico – Aldrich Altman Boetticher Cimino Curtiz Daves De Mille De Toth Dmytryk Ford Fuller Eastwood Hellman Hawks Huston Lang Leone Mankiewicz Mann Peckinpah Pollack Penn Ray Siegel Stevens Ulmer Vidor Walsh Wellmann Wyler Zinnemann.
Uno è di Allan Dwan, non un regista minore; un altro è di George Marshall, di sicuro un minore; il terzo è di John Sturges, regista di western di successo, poco ricordato per il film che abbiamo scelto.
Allan Dwan ha diretto centinaia di film, ha esordito nel 1911 con 80 titoli, l'anno dopo sono 110! Del 1954 è Silver Lode, La campana ha suonato. A Silver Lode celebrano il quattro di luglio e il matrimonio di Dan Ballard (John Payne). Irrompe uno sceriffo federale, blocca la cerimonia, ha un mandato di arresto per Dan: omicidio e furto. Il marshall Ned McCarty ha la faccia poco raccomandabile di Dan Duryea. McCarty è scritto senza la h del senatore Joseph McCarthy: ma anche senza h si capisce bene che Dwan si riferisce alla caccia alle streghe della metà del '900. Nella cittadina imbandierata, tutti passano al fianco di McCarty. Dan è solo. Silver Lode è asciutto, inflessibile. Raro western scritto da una donna, Karen DeWolf. Film duramente politico sulla fragilità di una comunità americana.
Giorno maledetto di John Sturges in originale è Bad Day at Black Rock. Un western moderno. Il villaggio perso nel deserto. Spencer Tracy, miglior interpretazione a Cannes 1955. Tre nomination agli Oscar: regista, attore, sceneggiatura. Unità di tempo: un giorno, appena dopo la fine della II guerra mondiale. Dal treno che di solito non ferma a Black Rock scende un uomo anziano, John Macreedy, un braccio paralizzato. I locali lo guardano male. Niente stanze all'albergo. Lo sceriffo è alcolizzato. Il vecchio John cerca Komoko, un nippo-americano. Scomparso, anzi morto. La sua fattoria incendiata. Regia potente e decisa, il cinemascope usato in modo drammatico, un'atmosfera di perenne minaccia, 81 minuti di tensione. Ancora l'America sotto scacco.
Partita d'azzardo di George Marshall in originale è Destry Rides Again (1939). Coppia fenomenale: Marlene Dietrich e James Stewart. Lei è Frenchy, la donna da saloon e del boss (Brian Donlevy). Lui è il dude, il damerino venuto dall'Ovest che scende dalla diligenza con una gabbia di canarini. E non porta la pistola. Rimetterà le cose a posto. Naturale che Frenchy si innamori di lui. Di più: per lui si immola. Memorabile la Dietrich che canta See What the Boys in the Backroom Will Have, in onore di tutti gli ubriaconi del paese. Ancora più memorabile in un gesto finale di impossibile purificazione che resta nella memoria.