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Quarantaduesima strada
Quando nel 1929 crolla Wall Street, il musical appena nato con il sonoro si mette subito a correre. Nell'anno sono una cinquantina quelli prodotti da Hollywood. C'è la crisi, si canta e si balla e nei primi musical sonori contano più le coreografie che la regia.
In Quarantaduesima strada (1933), regia di Lloyd Bacon, sono le coreografie di Busby Berkeley a impressionare per le geometriche evoluzioni, per le ballerine messe in formazioni floreali o stellari, per i movimenti coordinati e quasi astratti come quando nel finale le ragazze si muovono ognuna con una sagoma di un grattacielo e si avvicinano fino a formare uno skyline metropolitano.
Il musical non sembra aver bisogno di paesaggi presi dal mondo di fuori: se li fa da solo in uno studio. Berkeley costruisce i balletti anche per La danza delle luci, in originale Gold Diggers of 1933. Nel film, che pure ha un lieto fine e numeri sorprendenti (i violini luminosi suonati dalle ballerine che si riuniscono in forma di grande violino), è potente l'intonazione drammatica quando si racconta di un gruppo di attori disoccupati e nella scena in cui una donna canta un blues con dentro la pena per il suo uomo, il forgotten man reduce di guerra senza lavoro.
È sempre del 1933, sempre della Warner, sempre di Bacon e Berkeley, questo musical pensoso ed estroso, con le ballerine che formano un unico corpo flessuoso in una grande piscina con una fontana a più piani ricoperta di ragazze.
Nello stesso anno debutta la coppia Fred Astaire e Ginger Rogers in Carioca, produzione RKO, dove le ballerine volteggiano sulle ali, non ancora dell'arcobaleno ma degli aeroplani in formazione che girano sopra l'hotel. Ginger e Fred non sono i protagonisti ma nel loro numero di ballo sono talmente bravi che diventano fin dall'inizio quelli che saranno per sempre. Su quegli aerei il musical prende letteralmente il volo.
Musical-commedia con equivoci e travestimenti (un maggiordomo che fa il prete), Cappello a cilindro (Top Hat, 1935) di Mark Sandrich, più Fred e Ginger, arriva al top per la naturalezza e la capacità di rendere giocosa una trama davvero improbabile. Il numero «Isn't This a Lovely Day», ballato sotto un temporale, è insuperabile.
Astaire e Rogers percorrono gli anni Trenta a passo di danza: in Follie d'inverno di George Stevens (1936) è lui il gold digger, il “cercatore d'oro” cacciatore di dote; in Voglio danzare con te di Sandrich (1937) la trama da commedia degli equivoci è ricca di splendidi balli e meravigliose canzoni di George e Ira Gershwin.