Sono iniziate le riprese del nuovo film di Edoardo De Angelis, Comandante, con Pierfrancesco Favino nel ruolo del Comandante Salvatore Todaro, leggendario eroe dei mari.

Tra gli interpreti Massimiliano Rossi (Indivisibili) e Silvia D'Amico (Non essere cattivo). Il film è una produzione Indigo Film con Rai Cinema, O'Groove, Tramp LTD, VGroove e Wise. Prodotto da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano, Attilio De Razza, Edoardo De Angelis in collaborazione con Marina Militare, Cinecittà e Fincantieri in coproduzione con Beside Productions, sarà distribuito da 01 Distribution.

Dal film, scritto da Sandro Veronesi ed Edoardo De Angelis, è tratto un romanzo che uscirà in libreria il 25 gennaio 2023 edito da Bompiani.

Le riprese hanno una durata di 8 settimane e si svolgono a Taranto e a Roma. Gli effetti visivi del film sono curati dal celebre Kevin Tod Haug (Fight club, Twilight e Panic Room) e il workflow supervisor è il premio Oscar® David Stump (X – MEN, Breaking Bad, Batman Forever). I costumi sono di Massimo Cantini Parrini, candidato all'Oscar® per Pinocchio e Cyrano.

SINOSSI

Durante la Seconda Guerra Mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo.

Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l'equipaggio italiano.

Scoppia una una breve ma violenta battaglia nella quale il Comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, il Comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

Comandante - Foto Enrico De Luigi
Comandante - Foto Enrico De Luigi
Comandante - Foto Enrico De Luigi

"L’uomo alla guida di una trireme romana duemila anni fa è lo stesso che comanda un sommergibile nel 1940, in Atlantico, in piena guerra. Quell’uomo si chiama Salvatore ed è forte. Affonda il ferro delle navi nemiche senza paura e senza pietà. Ma il nemico inerme non è più nemico, è solo un altro uomo e allora lo salva. Perchè l’essere umano davvero forte è quello capace di tendere la mano al debole. Salvatore conosce le leggi eterne che governano il cielo e il mare e sa che sono superiori a qualunque altra legge. Salvatore è nato duemila anni fa: è un italiano". (Edoardo De Angelis)

Edoardo De Angelis e Favino sul set di Comandante - Foto Enrico De Luigi
Edoardo De Angelis e Favino sul set di Comandante - Foto Enrico De Luigi
Edoardo De Angelis e Favino sul set di Comandante - Foto Enrico De Luigi

"Come può una sceneggiatura generare un libro? Un libro autonomo, che non sia la semplice trascrizione del copione? Io non credevo che questo potesse succedere, anzi, per meglio dire non ci avevo mai pensato. Poi, è arrivato Comandante: il tuffo nel fondo del mare insieme a Todaro e all’equipaggio del Cappellini, con tutte le microstorie e le paure e lingue e i dialetti e i punti di vista che il cinema trattiene e compatta, e che un libro può liberare – una specie di fioritura. Così, una sceneggiatura ha generato un libro che sembra avere generato la sceneggiatura. È stato bello fare questo viaggio di andata e ritorno, e credo proprio che non sarebbe stato possibile se a farlo non fossimo stati in due". (Sandro Veronesi)