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Wednesday. Jenna Ortega as Wednesday Addams in episode 104 of Wednesday. Cr. Courtesy of Netflix © 2022
Per me La famiglia Addams è un ricordo preciso: la prima serata della mia infanzia, il telefilm che chiudeva il pomeriggio trascorso a giocare fuori in cortile, in bicicletta, a respirare l’odore di campagna e di mare, a sbucciarmi le ginocchia con gli amici, e apriva un altro tempo, quello della sera rannicchiata sulla stufa, dopo cena e prima di andare a dormire. Il tempo che era stato dei cartoni e che all’improvviso, con un telefilm “adulto” diventava un’altra cosa, tutta mia, un preludio all’età adulta, tanto più che si trattava di una serie afferente al genere horror – un genere citato in parodia, sì, ma pur sempre diverso dalle storie edulcorate che la televisione elargiva all’infanzia più stretta.
Morticia, lo ammetto, era la mia personaggia del cuore.
Volevo essere come lei, con i capelli nerissimi, lunghissimi, liscissimi: un profluvio di superlativi, come quelli della mia amica Valentina, che a sua volta li aveva simili a sua madre, la quale si configurava quindi come la controfigura perfetta della signora Addams. La madre di Valentina non parlava molto, dunque si poteva immaginare per lei un carattere simile a quello di Morticia, saggia, sensuale, ben salda dentro ognuno dei suoi ruoli, femminile e anche materna, in un modo tutto suo, bizzarro e attraente.
Poi, c’era Mercoledì. Lei era l’amica perfetta. La ragazza che avrei voluto come compagna di classe, che avrei consolato dalle brutture del mondo: quando era terrorizzata perché a scuola raccontavano delle storie inconcepibili e truculente come l’uccisione dei draghi, avrei voluto dirle che anch’io non avevo mai capito come si potesse gioire di simili brutalità. Però Mercoledì almeno aveva mamma Morticia, che si indignava insieme a lei, mentre io e le altre Mercoledì che conoscevo non avevamo proprio nessun adulto dalla nostra parte, al massimo ci facevano la cortesia di non disturbare mentre vedevamo il telefilm, ed era tutta lì la comprensione per le nostre stranezze che potevamo richiedere.
È stato bello come una vendetta senza spargimento di sangue assistere alla rivincita di Mercoledì grazie allo sguardo di Tim Burton: chi, se non lui, poteva dare voce alle ragazzine weird? Da ragazzina bullizzata e in secondo piano, Mercoledì è diventata iconica con un balletto reiterato all’infinito: orde di bambine si vestono come lei a Carnevale e non solo, e giuro di aver visto anche qualche mamma, e perfino qualche insegnante. Chiudo gli occhi e sono ancora lì, in pigiama, le gambe appoggiate alla stufa, a sognarmi Morticia dentro un corpo da Mercoledì.